martedì 28 gennaio 2014

Dino Buzzati, Inviti superflui

Dino Buzzati, Inviti superflui

Vorrei che tu venissi da me in una sera d'inverno e, stretti insieme dietro i vetri, guardando la solitudine delle strade buie e gelate, ricordassimo gli inverni delle favole, dove si visse insieme senza saperlo. Per gli stessi sentieri fatati passammo infatti tu ed io, con passi timidi, insieme andammo attraverso le foreste piene di lupi, e i medesimi genii ci spiavano dai ciuffi di muschio sospesi alle torri, tra svolazzare di corvi. Insieme, senza saperlo, di là forse guardammo entrambi verso la vita misteriosa, che ci aspettava. Ivi palpitarono in noi per la prima volta pazzi e teneri desideri. "Ti ricordi?" ci diremo l'un l'altro, stringendoci dolcemente, nella calda stanza, e tu mi sorriderai fiduciosa mentre fuori daran tetro suono le lamiere scosse dal vento. Ma tu - ora mi ricordo - non conosci le favole antiche dei re senza nome, degli orchi e dei giardini stregati. Mai passasti, rapita, sotto gli alberi magici che parlano con voce umana, né battesti mai alla porta del castello deserto, né camminasti nella notte verso il lume lontano lontano, né ti addormentasti sotto le stelle d'Oriente, cullata da piroga sacra. Dietro i vetri, nella sera d'inverno, probabilmente noi rimarremo muti, io perdendomi nelle favole morte, tu in altre cure a me ignote. Io chiederei "Ti ricordi?", ma tu non ricorderesti.
Vorrei con te passeggiare, un giorno di primavera, col cielo di color grigio e ancora qualche vecchia foglia dell'anno prima trascinata per le strade dal vento, nei quartieri della periferia; e che fosse domenica. In tali contrade sorgono spesso pensieri malinconici e grandi, e in date ore vaga la poesia congiungendo i cuori di quelli che si vogliono bene. Nascono inoltre speranze che non si sanno dire, favorite dagli orizzonti sterminati dietro le case, dai treni fuggenti, dalle nuvole del settentrione. Ci terremo semplicemente per mano e andremo con passo leggero, dicendo cose insensate, stupide e care. Fino a che si accenderanno i lampioni e dai casamenti squallidi usciranno le storie sinistre delle città, le avventure, i vagheggiati romanzi. E allora noi taceremo, sempre tenendoci per mano, poiché le anime si parleranno senza parola. Ma tu - adesso mi ricordo - mai mi dicesti cose insensate, stupide e care. Né puoi quindi amare quelle domeniche che dico, né l'anima tua sa parlare alla mia in silenzio, né riconosci all'ora giusta l'incantesimo delle città, né le speranze che scendono dal settentrione. Tu preferisci le luci, la folla, gli uomini che ti guardano, le vie dove dicono si possa incontrar la fortuna. Tu sei diversa da me e se venissi quel giorno a passeggiare, ti lamenteresti di essere stanca; solo questo e nient'altro.
Vorrei anche andare con te d'estate in una valle solitaria, continuamente ridendo per le cose più semplici, ad esplorare i segreti dei boschi, delle strade bianche, di certe case abbandonate. Fermarci sul ponte di legno a guardare l'acqua che passa, ascoltare nei pali del telegrafo quella lunga storia senza fine che viene da un capo del mondo e chissà dove andrà mai. E strappare i fiori dei prati e qui, distesi sull'erba, nel silenzio del sole, contemplare gli abissi del cielo e le bianche nuvolette che passano e le cime delle montagne. Tu diresti "Che bello!". Niente altro diresti perché noi saremmo felici; avendo il nostro corpo perduto il peso degli anni, le anime divenute fresche, come se fossero nate allora.
Ma tu - ora che ci penso - tu ti guarderesti attorno senza capire, ho paura, e ti fermeresti preoccupata a esaminare una calza, mi chiederesti un'altra sigaretta, impaziente di fare ritorno. E non diresti "Che bello! ", ma altre povere cose che a me non importano. Perché purtroppo sei fatta così. E non saremmo neppure per un istante felici.
Vorrei pure - lasciami dire - vorrei con te sottobraccio attraversare le grandi vie della città in un tramonto di novembre, quando il cielo è di puro cristallo. Quando i fantasmi della vita corrono sopra le cupole e sfiorano la gente nera, in fondo alla fossa delle strade, già colme di inquietudini. Quando memorie di età beate e nuovi presagi passano sopra la terra, lasciando dietro di sé una specie di musica. Con la candida superbia dei bambini guarderemo le facce degli altri, migliaia e migliaia, che a fiumi ci trascorrono accanto. Noi manderemo senza saperlo luce di gioia e tutti saran costretti a guardarci, non per invidia e malanimo; bensì sorridendo un poco, con sentimento di bontà, per via della sera che guarisce le debolezze dell'uomo. Ma tu - lo capisco bene - invece di guardare il cielo di cristallo e gli aerei colonnati battuti dall'estremo sole, vorrai fermarti a guardare le vetrine, gli ori, le ricchezze, le sete, quelle cose meschine. E non ti accorgerai quindi dei fantasmi, né dei presentimenti che passano, né ti sentirai, come me, chiamata a sorte orgogliosa. Né udresti quella specie di musica, né capiresti perché la gente ci guardi con occhi buoni. Tu penseresti al tuo povero domani e inutilmente sopra di te le statue d'oro sulle guglie alzeranno le spade agli ultimi raggi. Ed io sarei solo.
È inutile. Forse tutte queste sono sciocchezze, e tu migliore di me, non presumendo tanto dalla vita. Forse hai ragione tu e sarebbe stupido tentare. Ma almeno, questo sì almeno, vorrei rivederti. Sia quel che sia, noi staremo insieme in qualche modo, e troveremo la gioia. Non importa se di giorno o di notte, d'estate o d'autunno, in un paese sconosciuto, in una casa disadorna, in una squallida locanda. Mi basterà averti vicina. Io non starò qui ad ascoltare - ti prometto - gli scricchiolii misteriosi del tetto, né guarderò le nubi, né darò retta alle musiche o al vento. Rinuncerò a queste cose inutili, che pure io amo. Avrò pazienza se non capirai ciò che ti dico, se parlerai di fatti a me strani, se ti lamenterai dei vestiti vecchi e dei soldi. Non ci saranno la cosiddetta poesia, le comuni speranze, le mestizie così amiche all'amore. Ma io ti avrò vicina.
E riusciremo, vedrai, a essere abbastanza felici, con molta semplicità, uomo con donna solamente, come suole accadere in ogni parte del mondo.
Ma tu - adesso ci penso - sei troppo lontana, centinaia e centinaia di chilometri difficili a valicare. Tu sei dentro a una vita che ignoro, e gli altri uomini ti sono accanto, a cui probabilmente sorridi, come a me nei tempi passati. Ed è bastato poco tempo perché ti dimenticassi di me. Probabilmente non riesci più a ricordare il mio nome. Io sono ormai uscito da te, confuso fra le innumerevoli ombre. Eppure non so pensare che a te, e mi piace dirti queste cose.

venerdì 17 gennaio 2014

haiku e papaveri d'oggi e tre dipinti, mirabili, di Andrew Wyeth







i papaveri
in ogni terra come
una promessa.

17 gennaio 2014


fiotto di vita
fuisce l'insegnamento
sta nell'attimo

17 gennaio 2014


antitristezza
papavero in soccorso
mio talismano

17 gennaio 2014


Arturo e Chopin
disseminata armonia
della bellezza.

17 gennaio 2014






femminea treccia
l'immancabile traccia
d'essere donna

17 gennaio 2014





sotto la neve
un sentimento caldo
amato inverno

17 gennaio 2014


il desiderio
dei fiocchi d'una neve
ristoratrice.

17 gennaio 2014



"Preferisco l'inverno e l'autunno, quando si sente la struttura ossea del paesaggio - la solitudine di esso, il sentimento del pieno inverno. Qualcosa aspetta sotto di esso, tutto quello che la storia non mostra " 

Andrew Wyeth






venerdì 10 gennaio 2014

disegno d'oggi




papaveri sì
all'orizzonte vita
geniale vita

10 gennaio 2014

dieci giorni di haiku, un disegno befanesco, qualche autoscatto



faccio amicizia
DUEMILAQUATTORDICI
col tuo esistere!

1 gennaio 2014


panni puliti
stesi all'aria assolata
la mente in pace

1 gennaio 2014


selvaticità
scorre autenticamente
vita pulsante

1 gennaio 2013


-la vita sana-
-broncodilatatore
attacco d'asma-

1 gennaio 2014


altro sentiero
papaveri lanterna
di luce rossa

2 gennaio 2014


Ovidio d'Abruzzo
mare di papaveri
il sacro Sonno.

lambir lambiti
le chimere dei Sogni
un mondo a parte

2 gennaio 2014


Inverno anima
folla d'intento umano
passo su passo

2 gennaio 2014


scelgo il respiro
il soffio l'aura il fiato
vitanimata

2 gennaio 2014


il pomeriggio
da tana letargica
tempo di cura

2 gennaio 2013


fertile l'haiku
sprofonda nella terra
ubriaco al vento

2 gennaio 2013


parlo a un apone
del nettare pregiato
della vita!

2 gennaio 2014


nel giornonotte
un ingresso precoce
sensi in allerta

3 gennaio 2014


atomi attimi
distillare cosciente
del percepire

3 gennaio 2014


un filo d'erba
al vento forte impara
a resistere

3 gennaio 2014


un passerotto
vicino cerca il cibo
-suolo bagnato-

3 gennaio 2013


cappone in brodo
dammi sollievo antico
cura il malato!

3 gennaio 2014


 parla l'inverno
voce acuta flebile
vita in rassegna

3 gennaio 2014


un acquerello
la Signora Cupola
veste flou Japan

3 gennaio 2014


assorta intenta
al compito ieratico
la geisha incede

3 gennaio 2014


sì coltivare
semi della coscienza
ecologica

3 gennaio 2014


sibilo d'asma
ticchettio d'orologio
la notte lenta

4 gennaio 2014


teatro affettivo
elementi beta ecco
indigeribili

4 gennaio 2014
(psicohaiku)


quanti qualcosa
d'impossibile a dire
-le zone cieche-

4 gennaio 2014
(psicohaiku)


Scelgo i dettagli
circoscrivono i punti
del bel vedere

4 gennaio 2014


nebbiosa mente
d'intuire ingentilire
l'arduo compito

4 gennaio 2014


stiamo vicini
sentirci respirare
senza timore

4 gennaio 2014


grande amicizia
di parola superflua
d'innata empatia

4 gennaio 2014
( la ragazza e il cane)


strilla il germano
il suo essere inzuppato
di freddo inverno

5 gennaio 2014


Fiori di neve
cristalline scintille
vincono il buio.

5 gennaio 2014
(dedicato a mia sorella)


calza d'haiku alla Befana duemilaquattordici:

cara befana
sono stata cattiva
col cuore buono!

credimi, cara
se mi sono incazzata
poi m'è passata

urlato gioito
mangiato ingrassata ci
son ricascata

lodi ho tessuto
a quel rosso potere
che mai opacizza

mai s'atrofizza
e riluce splendente
dentro la mente

nei campi amati
nelle spiagge sognate
red perpetuato

gracile rouge
di visione agognata
or appagata

fiore selvaggio
di profondo coraggio
un salvataggio!

rossa befana
di sdrucita sottana
con la caldana

sempre ammiccante
la beffarda vegliarda
mica s'attarda

forze raduna
nel suo turno stanotte
non se ne fotte

imperterrita
gioca al giro di giostra
ebbra vicina al

cuore bambino
che resiste al casino
mondo supino!

befana lo sai
di mischiare le carte
qua si fa un'arte

col bello il brutto
impastare di tutto
pensando al frutto!

perciò o befana
prima che vai lontana
poi a lungo vana

stanotte da me
ci prendiamo un bel tè
latte? limone?

noi due testone
abbastanza ciccione
faccia a ceffone

poche chiacchiere
senza dire capire
d'intervenire!

carpe, vecchietta
diem fuggiasco e rinasco-
afferra impara

l'essenza vasta
della vita infinita
d'haiku accanito.

6 gennaio 2014


nostra Signora
dei Voli Insondabili
papaveri a Te!

haiku alla *Befana Befanorum sempre sei nel nostro cuorum*
del 6 gennaio 2014


Notte asmatica
il respiro contratto
si guasta il ritmo.

Le ore insonni
lento oscuro silenzio
di mente in folle.

Giorno di luce
fredda aria risvegliante..
sei di gennaio

6 gennaio 2014


Claustrum conosce
privazione di luce
-coscienza d'aria-

6 gennaio 2014


Magici doni
Incenso Mirra l'Oro
per l'Alchimia.

6 gennaio 2014


sonni leggeri
di frequenti risvegli
senso d'allarme

resta tranquilla
nei frammenti di sogno
visioni d'oro

fischia il respiro
un altro cicaleccio
indecifrato

7 gennaio 2014


sentirne il buono
picco di vitalità
ho camminato

7 gennaio 2014


i papaveri
felici nello spazio
di risplendere

7 gennaio 2014


una preghiera
l'armonia dilatata
starle vicino

8 gennaio 2014


sognabbandono
annulladifferenza
unicamente

8 gennaio 2014


penso l'inverno
del tramite il contrario
esplode il senso

8 gennaio 2014


rarefazione
bellezza mi convince
a pronta presa

8 gennaio 2014


di nottetempo
avviluppata notte
m'accogli amica

9 gennaio 2014


pietra e parola
pietosamente in vita
alla fragranza

9 gennaio 2014


allungate ore
foga interminabile
in spazionotte

9 gennaio 2014


le notti d'asma
sibilanti assillate
danno lo stremo

9 gennaio 2014


ad occhi aperti
ho abitato la notte
lucida esausta

9 gennaio 2014


il mio respiro
ha voluto attenzione
che lo ascoltassi

9 gennaio 2014


il mio respiro
da un indefinito oblio
manda gemiti

9 gennaio 2014


bando a sconforto
risalire la china
temprata ancora

10 gennaio 2014


non mi diverte
il live ventriloquo
stizza immediata

10 gennaio 2014


papaveri sì
all'orrizzonte la vita
geniale vita

10 gennaio 2014













 
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