domenica 9 novembre 2008

Salomon Resnik, Il teatro del sogno


We are such stuff
As dream are made on
And our little life
Is rounded whith a sleep.

Shakespeare, La tempesta, atto 4°, scena I


Trad. :
“Noi siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni e la nostra breve vita è circondata da un sonno”

Questa citazione è senz’altro nota ma quanto è nuova ed avvincente ogni volta!

Mi piace aggiungere un passo tratto dal bellissimo testo di Salomon Resnik che è “Il teatro del sogno” in cui la complessità del fenomeno onirico è contemplata nei molteplici versanti della teatralizzazione (anche come racconto del sogno all’interno del transfert) , della scena del sogno (un significante che cambia di forma), della grammatica del sogno, dell’esplorazione della maschera del sogno (il contenuto manifesto) dell’archeologia del sogno e del parallelo tra sogno allucinazione e delirio. C’è pure un capitolo dedicato alle tracce della Gradiva ( Zoe-Gradiva anche come ruolo del principio di realtà che si confronta con il principio di irrealtà della proposta delirante).
Il brano che segue è tratto dal capitolo primo:

L’uomo è natura onirica. Il sogno è una realtà profonda e latente, che circonda la veglia con la sua presenza insieme fantastica e concreta. Per questo la strada per eccellenza che porta l’uomo a ritrovare la sua essenza è quella del sogno. Il sogno si manifesta alla coscienza e alla realtà corporea come presenza ambigua né interna né esterna ma co-involta nella nebbia che rende i limiti tra la vita e la morte incerti ma veri, più che veri. Questa bruma che si fa e si disfa a ogni istante avvolge l’uomo che sogna e i luoghi dei suoi sogni, che si dissolvono nella sua consistenza. Il sogno è anche materia “stoffa” (stuff) primordiale in cui si tesse il discorso inconscio. L’esistenza è vita-sogno, cammino, itinerario, “ interpretazione” permanente della materia del sogno. La stoffa tessuta dall’inconscio è allora centro e punto di partenza di una semantica della psiche.

1 commento:

Paolo Ferrario ha detto...

non avevo letto questa pagina. me ne avevi parlato, però in una conversazione.
sono anche molto curioso su come venezia (città in cui ho avuto una libera docenza per otto anni e che amo tantissimo) entra nel suo libro

 
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