lunedì 30 novembre 2009

Cappone all'arancia













ho la mia tecnica di cottura all'arancia, cioè un procedimento che inventai, misi in atto e si rivelò fin dall'inizio ottimale e che per tal ragione non ho mai inteso modificare.

Arancia bionda, per forza bionda , minimo due, scorza microplanata e succo,

Cipolla bionda o di Tropea,

Alloro, diverse foglie per dire non meno di sei, bucherellate per facilitare la diffusione dell'intrinseca preziosità aromatica,

Carne, l'anatra è la morte sua, ma anche il cappone ci resta accoppato, e un bel carrè di maiale e via dicendo..non ho mai provato le polpette o con due bisteccone, idea! perché no?

Acqua calda, non occorre infatti alcuna alcoolicità di vino o liquore e neppure il brodo.

Eventuality: un pezzetto di stecca di cannella o qualche altra essenza di personale coatta libidine, ma in linea di massima la caratteristica che ho impresso a tale cottura esige pochi elementi che soddisfano pienamente la coerenza esecutiva e l'armonia del piatto.

Procedimento:

cipolla tritata, nell'olio evo in quantità abbondante, in un tegame di valore, nel senso che sia atto alla cottura lenta, io procedo con un tegame a due manici Sambonet di quelli col fondo di cottura con rame e altri metalli idonei, devo dire meraviglioso e che non mi ha fatto mai pentire del suo costo elevato,
allora cipolla e foglie d'alloro bucherellate,

si calano i pezzi di cappone, si rigirano rosolatini da tutte le parti e s'inizia d aggiungere l'acqua calda, si fa un po' cuocere, quindi si distribuisce la scorza grattugiata fine con il microplane (oppure se con la grattugia tradizionale aver la cura di non prendere la parte bianca che darebbe l'amarognolo) e si versa a più riprese il succo dell'arancia,

la cottura è a fuoco lento con il coperchio e col tempo necessario che dipende dalla quantità e dal tipo di carne e dal tipo di tegame usato, comunque meno di un'ora e dieci o quindici non se ne parla.

L'esito di questa cottura, ve lo dico? lo volete proprio sapere? è squisito! c'era bisogno di sfatare tutti i dubbi!

noticina: disponendo di spazio in tegame, ho calato alcune patate intere di media grandezza che si sono inebriate di sapore aranciato!

venerdì 27 novembre 2009

Il mio blog fa due anni! Oops era due giorni fa!




Il mio blog fa due anni! Oddio che lapsus! era due giorni fa il 25 novembre!

Voglio bene un immenso bene al mio blog,

che mi prendemiprende e mipiacemipiace!

ha colonizzato il mio spazio mentale e quello emozionale,

Il suo poliedrico m’avvince,

il suo gioco d’interattività,

come la sua spiattellata autoreferenzialità, perché parliamoci chiaro di chi si può parlare se non di noi stessi? E lo facciamo tutti, anche i più abili dissimulatori, lo facciamo e alla grande! Benebene!

Lo stile personale è la cornice.

S’inizia la danza del contenitore e contenuto:

danze selvagge e danze pudiche,

piccoli e grandi deliri,

divertissements e giravolte,

passi singoli e passi à deux,

capitomboli e stati vertiginosi

in quanti e tali modi posso dire di me?

incontrarmi nello stupore e nella vivacità?

e l’onore di ricevere le Vostre visite?

Verso ciascuno di voi, amiche ed amici, ho moti di simpatia e di curiosità colorati d’ affettuosità.

Lo sapete vero?

Siete pochi cioè non tantissimi ma veramente scelti e pregiati che sono qui a ringraziarVi della sintonia e dell’epifania vostra da me e con me.

Non ci conosciamo di persona eppure Vi ho accolto nella sfera delle persone care e di più non serve dire.

Nemmeno una torta di compleanno per il mio blogghettino!

Non ne ho avuto tempo, avrei forse dovuto programmarlo ma programmare e ottimizzare sono due notarelle stridenti alle mie orecchie,

però l’intenzione c’è di di festeggiare con un mio dolce, vecchio cavallo di battaglia, uno di quelli dall'esito felice e che sempre suscita consenso, uno che non ho ancora mai postato, ma lo vedrete prima o poi su questi schermi!

Infine caro blog parliamoci senza fronzoli, solo a te voglio dire che mi corrispondi, mi prendi come sono, mi fai sentire a casa, mi abbracci e mi coccoli , mia cornucopia e forziere d'idee stimolanti!

mi piaci come sei, allegro e colorato e mi piace che non fai a nascondino, che non temi di mostrare che trabocchi di passione.

In tua compagnia sto bene, sarà che abbiam voglia tutt’e due di scambi di entusiasmi e che assieme si fa posto pure a quei fili di sperdimento e di malinconia, sì a quegli accenni ed allusioni alla nostra intima vulnerabilità. Non ce ne vergognamo no, non vogliamo passarli sotto silenzio, se affiorano li accogliamo, li sveliamo e basta, cosi en passant.

Blog papaveresco! C'è complimento più bello?

Ormai Ci siamo linkati!

Con oggi due anni e due giorni di papaveresco attaccamento buono e bello!

E la desiderante voglia incamminata, di volteggiare al vento, di giocare vita, di sfogliare come petali le analogie dei papaveri perché è proprio come dice una vecchia haijin che ama snocciolare collane papaveresche di haiku:


per tutto il giorno
papaveri splendenti
in abbondanza

e :


docile danza
papaveri nel vento
variano sempre

e:


oh papaveri
le forme mutevoli
dal vento mosse

e:


I papaveri al
vento luce sole aria
giocano vita

e:


Papavero non
s’interroga vive sua
fragile forza

e:


Imparo resa
simile al papavero
via dell’accordo

e:


I papaveri
voglia di vita ovunque
ogni variante

e:


Mondo haiku vola
alto: falene zucche
e papaveri

e:


Rosso sciupato
papaveri docili
a trasmutare

e:


avrei bisogno
di carezze del vento
di papaveri

e:


I papaveri
ancora omaggio e sfida
all’effimero

e:


campi del cuore
di papaveri e spighe
canto di grilli

e:


ritorna in sogno
sfavillante parata
di papaveri

e:


come scintille
i rossi papaveri
nell’erba verde

e:


declina il rosso
l’effimera bellezza
dei papaveri

e:


i papaveri
palpitante emozione
amati fiori

e:


un papavero
differente da ogni altro
ugual bellezza

e:


i papaveri
sono fiori e analogia
nessun confine

e:


i papaveri
vestiti di porpora
fragili e sacri

e:


i papaveri
vitalissimi arditi
nel tempo corto

e:


i papaveri
il simbolo più bello
di caducità

e:


poche parole
per dire la bellezza
dei papaveri

e:


sono legati
papavero e memoria
l’uno con l’altro

e:

Non basta un basta
a volontà il mio sogno
dei papaveri

e:

tristezza avvolge
i papaveri senza
il sole caldo

e:

I papaveri
mai ci sono due uguali
molteplicità

e:


Il papavero
afferri la sua essenza
solo a guardarlo

e:


il papavero
sparge la sua bellezza
senza confini

e:


I papaveri
mi piace descrivere
quello che sono

e:


Intima gioia
guardare i papaveri
mi fa star bene

e:

I papaveri
che fiori ostinati
crescono ovunque

e:

I papaveri!
un’emozione forte
come d’amore

e:

rossa passione
è rosso papavero
papaverino!

e:

di papaveri
neppure l'ombra intanto
scruto e riscruto

e:


dei papaveri
l'istintivo esserci
è persuasivo!

e:

il mio rosario
una collana di haiku
sui papaveri

e:


fiori selvaggi
alla vita avvinti
i papaveri

e:

i papaveri
belli inafferrabili
come l'amore

e:


vivi leggera
dai papaveri prendi
ispirazione

e:


i papaveri
nella morsa del tempo
noi come loro

e:

mi sento persa
un papavero vive
fragile e bello

e:

hanno il flamenco
vibrano i papaveri
di rosso fuoco

e:

un papavero
è un papavero senza
motivazione

e:

autunno dolce
sei per noi come il vento
sui papaveri

e:

vivificante
i miei papaveri
sognati e veri

e:


dei papaveri
abbiamo detto:forza
e caducità

e:


è la memoria
papavero di campo
che tiene desti

e:


il papavero
è vita luminosa
un talismano





giovedì 26 novembre 2009

Dolci abruzzesi. Lessico familiare. Una rivisitazione: la torta di bocconotto





la sequenza:












Dire bocconotto nel mio Abruzzo costiero vuol dire un manufatto dell'eccellenza dolciaria del luogo,

vuol dire mischiare in un morbido impasto un'idea di profumata fragranza realizzandola col cioccolato fondente, le mandorle pelate e tritate fine fine (mi raccomando senza buccia), di rossi d'uovo lavorati con lo zucchero e di odor di liquore Strega, il tutto contenuto e racchiuso in un sottile velo di frolla che ha foderato una formina piccola che originerà un bocconotto che potrebbe essere ingurgitato o aspirato in un solo boccone - boccone = bocconotto, in realtà nessuno si metterà ad imitare Polifemo e il bocconotto potrà essere frantumato in bocconi-assaggi più piccini anche per un senso di eleganza che diamine striderebbe con la famelicità delle fauci,

il bocconotto abruzzese di cui parlo è un'alta esperienza degustativa, con affinità m'è parso di vedere, con la celebre torta caprese di cioccolato ma con qualche differenza ad esempio mai lasciare la buccia alle mandorle, perché la delicatezza non abbia a patirne,

e poi la forma, tonda in genere, pure modulata con ricci e frastagliature scanalate delle formine, ma si impiegano anche formine ovali, mica è vietato!

la mia rivisitazione consiste nell'aver manipolato la forma, un conto è mettere nelle formine - e ci vuole il suo bel tempo di abnegazione, un altro è versare il mirabile impasto in un'unica tortiera,

inoltre non ho fatto la frolla sottile, come deve rigorosamente essere fatta nei bocconotti -una frolla pensate, molto molto sottile, splendida, fatta con l'olio d'oliva evo, niente burro davvero! e un mare di rossi d'uovo e date le dimensioni piccolissime della sfoglia si tira senza alcuna difficoltà, invece io ho provveduto ad un tatami più robusto di buona consistenza, per sorreggere sufficientemente quel ben di dio che ci va calato sopra.

(seguiranno le dosi precise)

Una domenica in campagna. Novembre. La notte scende presto



















ventidue novembre, il sole tramonta alle 16,44




mercoledì 25 novembre 2009

Piopponero con eleganza in corso
















L'ho portato dal piopponero.

Ho voluto comprarlo a Lucca perché ricevesse una valenza speciale,

ho iniziato a leggerlo,

mi piace.. se dall’interesse passo all’attrazione sarà il segnale inequivocabile che lo eleggerà a libro amato, ci vuole la magnetica adesione,

c’è l’haiku e c’è Ozu già soltanto il loro risuonare..

se incontro un haiku s’accende in me una vibrazione,

in questo libro c’è l’haiku, l’ho riconosciuto essere usato come passepartout, come intuizione essenziale delle cose,

penso allora al perché della mia resistenza iniziale, dico del libro così anche questa volta come volevasi dimostrare l’esitazione la distrazione e peggio il preconcetto sono moneta sterile,

sì prende,

caldeggiato, ora a portata di mano,

appena iniziato, ravviso artifici retorici,

come il dire intensamente attraverso il non dire,

come la strategia della dissimulazione, intenzionale, ma ampiamente rivelatrice negli accenni di linguaggio forbito, nelle sacche d’erudizione, nelle sciarpe ideologiche e vistosamente nelle tesi dichiarate in epigrafe,

strada tracciata: bisogna mantenere ciò che è stato promesso,

ma sono a pagina 43, eleganza in corso
 
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