300 gr di farina / 200 gr di zucchero / 4 uova / 1 bicchiere di latte / 1 bicchiere d’olio e.v.o. / i bustina di lievito per dolci / la buccia grattugiata di un limone oppure 10 gocce di essenza di limone / mezzo litro di crema pasticcera / lamponi / zucchero vanigliato per decorare-
Esecuzione molto semplice in quanto si battono le uova intere con lo zucchero, i due tipi di liquidi, la farina setacciata, il lievito e la buccia di limone. Lavorare per ben impastare tutti gli ingredienti. In forno ventilato, già preriscaldato, per 35’ a 180°-
Crema pasticcera: 4 rossi / 4 cucchiai di zucchero / 4 cucchiai scarsi di farina setacciata / la scorza tagliata sottile di mezzo limone / stecca di cannella: 3-4 pezzetti di 4 cm circa / mezzo litro di latte intero.
Per bagnare il dolce: sciroppo di acqua e zucchero e il liquore che più aggrada. In questo caso ho usato il liquore al mandarino (non avendo però il tradizionale mandarinetto Isolabella, ho creduto di sostituirlo con il Ponche al mandarino, che risulta di molto inferiore quanto ad aroma e sapore.
I lamponi vanno sulla farcitura di crema.
Per decorare la superficie con lo zucchero vanigliato è stata una soluzione creativa usare una sagoma ad albero di natale.
Nb: una signora, che mia madre aveva appena conosciuto, ha avuto la buona idea di metterla a parte delle dosi di questo semplice ciambellone, che banale non è, perché il segreto di certi dolci ben riusciti sta esattamente nella proporzione degli elementi (come avviene per le felici proporzioni volumetriche di un’automobile, qualcuna è perfetta cosi com’è). Tant’è che da quando ne venimmo a conoscenza questa versione ha soppiantato le nostre precedenti ricette, che prevedevano più uova, più farina, l’arancia grattugiata, alcuni cucchiai di liquore, e un cucchiaino in più di lievito. La nuova versione fatta consapevolmente nostra è diventata la base ma si presta felicemente ad altre preparazioni ed esiti (fette dolci al cocco, dolce con mele e pinoli e persino una degna sostituzione del pandispagna). Appartiene di buon grado al protocollo P.p.C.(provar per credere)-
Nb: una signora, che mia madre aveva appena conosciuto, ha avuto la buona idea di metterla a parte delle dosi di questo semplice ciambellone, che banale non è, perché il segreto di certi dolci ben riusciti sta esattamente nella proporzione degli elementi (come avviene per le felici proporzioni volumetriche di un’automobile, qualcuna è perfetta cosi com’è). Tant’è che da quando ne venimmo a conoscenza questa versione ha soppiantato le nostre precedenti ricette, che prevedevano più uova, più farina, l’arancia grattugiata, alcuni cucchiai di liquore, e un cucchiaino in più di lievito. La nuova versione fatta consapevolmente nostra è diventata la base ma si presta felicemente ad altre preparazioni ed esiti (fette dolci al cocco, dolce con mele e pinoli e persino una degna sostituzione del pandispagna). Appartiene di buon grado al protocollo P.p.C.(provar per credere)-
2 commenti:
bello, ma la sacher papaveresca dov'è?
il tempo accidenti è una questione di tempo!
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