Vasto. Un negozio di cappelli dalla fascinazione d'altri tempi.

Un corto spazio allungato occupato da un bancone e a fronteggiarsi i vecchi armadi di legno a giorno dove se ne stanno impilati i cappelli.

La venditrice è una dolce signora di oltre ottantanni, a nome Ester, dal cuore fanciullino e dalle parole che teneramente si dispongono in locuzioni forbite e naturalmente si acconciano in inedite descrizioni, in commenti originali aggiornati sulla realtà d’oggi ma con un che languido alla Gozzano.

Parlare con Ester è un autentico piacere, con nonchalance si snoda una sintonia amicale di rispetto e di omaggio, dal buon saporino della gentilezza e del garbo e della grazia, ingredienti che non sono spariti del tutto e che possono arricchire una conversazione, un incontro tra anime ignote che in men che non si dica si sfilano dal torpore e si vivacizzano all’ istante.

Fa tanto bene accostare le persone che sanno mantenere fili di collegamento con la poesia, con la gentilezza d’animo e con una visione della vita che non si è fatta ottundere ed offuscare dai pesi, dalle stupidità, dalle incrostazioni di durezza e aridità che, queste sì fanno male al cuore quando li trovi imperanti e vittoriosi sulla pelle degli umani –anziani e non, piegati e vinti in cronici atteggiamenti di sfiducia o peggio di incattivimento.

Ester, alla sua età, si occupa del suo negozio di cappelli, vive in una bella casa in bella compagnia del suo gatto, segue le notizie del giorno, si fa ogni tanto un viaggio organizzato in luoghi molto lontani, in Cina per esempio, e quando lo reputa consono, a qualcuno che la sorte gli porta in negozio, porge in omaggio certe erudite pubblicazioni, editate privatamente, sui concittadini illustri che lustro hanno dato alla città di Vasto.

Ester, come una stella, è capace di produrre luce propria, mi è venuto così spontaneo questo pensiero e gliel’ho detto e lei con sorpresa e subitanea gioia l’ha accolto.