sabato 13 dicembre 2008

I bellissimi occhi di Lucia





I bellissimi occhi di Lucia

Il 13 dicembre si rinnova la suggestione di Santa Lucia, il pensiero corre al folclore dei paesi del nord che assimila Santa Lucia e San Nicola, equivalenti di babbo Natale.

Dal web ricavo note che riporto qui di seguito.

Scheda biografica di Santa Lucia

280-290 d.C.: A Siracusa nasce santa Lucia da genitori di nobi¬le casato. Il nome della madre è Eutichia: quello del padre non si conosce.

Febbraio del 301: Lucia e sua madre si reca¬no in pellegrinaggio a Catania presso il sepolcro di sant'Agata. Qui, Euti¬chia, per intercessione della martire catanese, guarisce dalla fastidiosa malattia che, da lungo tempo, la faceva soffrire.

301-304: Lucia e sua madre vendo¬no i loro beni materiali e ne distribuiscono il ricavato ai poveri.

303-304: Con quattro editti, gli imperatori Diocleziano e Massimiano scatenano una feroce persecuzione contro i cristiani.

Dicembre del 304: Lucia, arrestata dagli agenti del perfido prefetto Pascasio, viene interrogata e torturata.

13 dic. Del 304: Trafitta alla gola da una spada, Lucia muore martire per Gesù Cristo.

313 d. C.: Col famoso Editto di Milano, l'imperatore Costantino concede ai cristiani la libertà di culto, ponendo così fine alle persecuzioni. Il cristianesimo trionfa.

Dal 313 in poi: Il culto di santa Lucia si estende in tutto il mondo.


L'iconografia

La leggendaria vita di santa Lucia ha ispirato, nel tempo, numerosi poemetti, canti popolari e canti sacri, più una ricchissima iconografia, che per illustrarla adeguatamente occorrerebbero molte pagine.

Ci limitiamo a dire che la martire siracusana viene rappresentata con vari attributi: gli occhi nel piatto, la palma, la lampada, il libro, il calice, le fiamme, la spada o il pugnale infitto nella gola, arma che concluse il suo martirio. Ad esempio: nella tavola dipinta da Piero Lorenzetti, nel 1340, per la chiesa di Santa Lucia delle Rovinate, in Firenze, la santa è rappresentata con la palma nella mano destra, la lucerna nella mano sinistra e la spada infitta nel collo.

Inoltre sulla bocca della lucerna appaiono due occhi: attributo, questo, entrato più tardi nella tradizione iconografica di Lucia, ma che rimarrà costante, almeno nell'arte italiana (cf. la voce: Lucia, santa, martire, in Enciclopedia Cattolica, vol. VII). Come accadde per il culto, anche l'icono¬grafia si è ampiamente diffusa in Europa e negli altri continenti.

I bellissimi occhi di Lucia

Come protettrice della vista, santa Lucia è generalmente invocata contro tutte le malattie degli occhi, compresa la cecità.

L'iconografia ce la presenta sovente con la palma del martirio nella mano destra e con un piatto contenente un paio di bulbi oculari, sorretto dalla mano sinistra. Secondo la leggenda, il prefetto Pascasio si sarebbe invaghito di Lucia soprattutto per lo splendore degli occhi, limpidi e fulgenti come stelle.

Ma, al fine di spegnere la neonata passione del fiero prefetto, la giovane e avvenente nobildonna si sarebbe strappati gli occhi e glieli avrebbe inviati dentro un piatto d'argento.

Tuttavia, questo episodio non si legge nella Passione della santa martire, ma probabilmente è stato inserito più tardi nel racconto della sua vita, forse sottraendolo alla leggenda di un'altra Lucia.

A motivo di questo leggendario episodio, che sembra risalire soltanto al secolo decimoquarto, e per il nome stesso di Lucia, che si¬gnifica «luce», nacque poi una grande devozione popolare per la santa siracusana, invocata specialmente come protettrice degli occhi.

Il corpo di santa Lucia

Un editto imperiale dell'anno 290 dopo Cristo concedeva ai cristiani di assistere alla morte dei fratelli e delle sorelle di fede e di dar loro onorata sepoltura.

Così, dopo l'eroica morte di Lucia, il suo corpo fu devotamente sepolto in un sarcofago all'ingresso delle catacombe di Acradina, dove la martire si era recata tante volte con la pia madre Eutichia per assistere alla celebrazione dei Sacri Misteri.

Fino a quando il corpo di Lucia sia rimasto nel suo sepolcro non si sa. Non si sa neppure con precisione dove oggi si trovino veramente le sue preziose reliquie, perché due tradizioni differenti e contrastanti le indicano in luoghi diversi e nessuna delle due è storicamente ineccepibile.

Le due tradizioni

Come scrisse Agostino Amore nella Bi¬bliotheca Sanctorum, alla voce: «Lucia, santa martire di Siracusa», la prima tradizione è riferita da una relazione del decimo secolo, inserita da Sigeberto di Gembloux (m. 1112) nella biografia del vescovo Teodorico di Metz (m. 984), dove si narra che il vescovo, venendo in Italia con l'imperatore Ottone, si portò via molte reliquie di santi, che erano allora a Corfinium (= Péntima) nell'Abruzzo.

Il fatto della traslazione a Metz di reliquie di santa Lucia, vere o presunte, è anche attestato dagli Annali della città, all'anno 970. Sorge però il dubbio se si trattasse di sole reliquie o di tutto il corpo e come Faroaldo, duca di Spoleto, l'abbia potuto avere e collocare a Corfinium. Lo stesso Sigeberto riferisce ancora che il vescovo Teodorico, nel 972, innalzò un altare in onore di santa Lucia e che, nel 1042, un braccio della martire fu donato al monastero di Luitbourg. La seconda tradizione è attestata da Leone Marsicano (m. 1115) e dal cronista veneziano Andrea Dandolo (m. 1354).

Essa dice sostan¬zialmente che da Siracusa le reliquie di santa Lucia sarebbero state trasferite a Costantinopoli dal generale greco Giorgio Maniace, per sottrarle al furore devastatore dei Saraceni.

Quando poi, nel 1204, la città fu conquistata dai Crociati, sarebbero state da questi trasportate a Venezia e collocate nel monastero di San Giorgio. Questa seconda tradizione è la più comune e, forse, anche la più probabile.

Lucia e i Veneziani

Nel 1280 il corpo di santa Lucia sarebbe stato trasferito dal monastero di San Giorgio ad una chiesa dedicata alla santa (eccetto un braccio che sarebbe rimasto in San Giorgio), ma nel 1860 Pio IX l'avrebbe fatto trasferire nella chiesa dei Santi Geremia e Lucia, dove si venera ancor oggi.

E veramente - come riferisce Giuseppe Maino nel suo libro S. Lucia Vergine e Martire - «la cappella del corpo di santa Lucia in quella chiesa, bella e artistica come tutte le chiese di Venezia, in puro stile cinquecentesco, adorna di marmi e di bronzi, è sempre stata oggetto di cure e devozione speciali da parte di quei fedeli. Il sacro corpo, elevato sopra l'altare, è conservato in una elegante urna di marmi preziosi, adorna di decorazioni e sormontata dalla statua della Santa. Sulla parete di sfondo due iscrizioni raccontano le vicende della traslazione e delle relative solenni festività».

Giustamente, nel corso degli anni, i Siracu¬sani hanno fatto vari tentativi per riavere il corpo della loro amatissima martire, ma i Veneziani, che le sono altrettanto devoti, non hanno voluto concederlo.

A Siracusa si con¬servano tuttavia alcune reliquie di santa Lucia, tra cui le sue vesti. Ma la reliquia più pre¬ziosa è senz'altro il suo sepolcro, molto venerato dai Siracusani, che hanno elevato la santa martire a loro protettrice e patrona della città.

Folklore

La pietà popolare è sempre accompagnata dal folklore.
Il culto di santa Lucia, che ha il suo centro in Siracusa, città natale della martire, si estende in tutta la Sicilia, dove la santa è assai festeggiata con sagre e processioni.

Il 13 dicembre i suoi devoti si astengono dal mangiar pane e pasta e si limitano ai legumi, verdure, panelle di farina di ceci e cuccia, cioè grano cotto e condito in diverse maniere. In alcuni casi si usa distribuire pane ai poveri o cuocere piccoli panini rotondi, chiamati «occhi di santa Lucia».

Dalla Sicilia possiamo risalire a tutte le regioni d'Italia, dove la fantasia popolare e la devozione alla santa han¬no originato tradizioni gentilissime. Nel Ve¬neto, nel Trentino, in Austria, in Cecoslovacchia e altrove, santa Lucia ha la stessa funzione di san Nicola o della Befana.

S'immagina che la santa, la notte della vigilia della sua festa, passi presso le case dei bimbi buoni con l'asinello carico di doni, lasciando loro balocchi e confetti nonché una bacchettina.

Espressione del culto popolare per santa Lucia sono gli ex-voto in cera o in lamina di argento con due occhi, oppure amuleti in metalli vari della stessa foggia. Nella vigilia della festa della santa, in molti paesi viene osservato un rigoroso digiuno.

Si crede che chi lo pratica, nella notte potrà vedere in sogno la sua futura consorte e viceversa.

Una interessante tradizione

Francia, Germania, Belgio, Olanda, Sviz¬zera, Spagna, eccetera, insieme al culto coltivano anche usanze locali relative alla festa, che sono abbastanza simili a quelle originarie della Sicilia.

Ma la tradizione piu interessante si manifesta in Danimarca e in Svezia. In queste due nazioni del Nord-Europa, il 13 di¬cembre viene festeggiato con la scelta di una «vergine saggia» che, scortata da compagne ugualmente vestite di tuniche bianche con una corona di sette candele sul capo, percorrono le strade raccogliendo e portando i doni prenatalizi nelle case, negli asili e nelle istituzioni caritatevoli.

Le parole di uno degli inni cantati dalle «Lucie» nordiche sono adattate al motivo della barcarola napoletana intitolata «Santa Lucia».

La «Lucia» svedese viene talvolta invitata a Siracusa, dove le si riserva un posto d'onore nelle solenni cerimonie celebrative della santa martire.


Nessun commento:

 
Creative Commons License
Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.