sabato 17 gennaio 2009

Oggi ad Assisi, città della pace, manifestazione per la pace per fermare il massacro a Gaza

ho ascoltato in tivù, poco fa, per una congiuntura del tutto imprevista, un collegamento in diretta da assisi dove si sta svolgendo una giornata di manifestazione per la pace per una soluzione di pace, per fermare il massacro di gaza ed ho ascoltato, con vera immedesimazione e concordanza, finalmente delle parole assennate, senza alcuna incrostazione di veleno ideologico e soprattutto con pacatezza appassionata e profonda attenzione e riguardo per l'etica e la civiltà del pensiero.

Non conosco la faccia di chi sta proferendo queste parole giuste, mi chiedo chi sia, sono molto interessata perché sento una sintonia che mi sta facendo bene al cuore ed alla mente. scopro che questa persona pacata ed intensamente partecipe è Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace.

quello che mi trova concorde sono questi concetti di cui ho sommariamente preso qualche appunto:

"questa guerra è sbagliata e disastrosa in quanto espone a pericoli ancora maggiori sia gli attori tutti della guerra che tutti quanti nel mondo,

la guerra è sbagliata perché lo strumento della guerra non è più in grado di raggiungere gli obiettivi che proclama: non viene assicurata la sicurezza a nessuno bensì espone a disastri ancor più orrendi,

non si spegne l'incendio buttando benzina sul fuoco (questa stessa metafora poi l'ha usata anche Moni Ovadia) ma viene irrimediabilmente alimentato soltanto e di più il fuoco dell'odio e del fondamentalismo,

occorre il terzo, quel terzo che non c'è, citando Bobbio che diceva che sempre fra due litiganti ci vuole l'intervento del terzo o sopra i rivali o in mezzo ai rivali o contro i rivali, questo terzo deve essere la comunità internazionale, anche l'italia l'europa perchè il silenzio su questa oscenità della guerra è preoccupante ,

senza diventare faziosi senza coltivare il veleno della faziosità, che alligna in nutrite frange di ambedue le sponde, bisogna arrivare ad un'espressione pacata, imboccare un'altra strada, creare l'opportunità di un'altra strada ,

al terrorismo non si deve rispondere con l'orrorismo,

israele deve esistere la palestina deve esistere,
due popoli in quella terra devono ugualmente esistere e devono farlo coesistendo senza reciproca distruzione,

israele e palestina sono figli dell'onu nè pace nè sicurezza ci saranno se non sarà perseguita ed attuata la pace, l'onu deve intervenire, se necessario stabilirsi a gerusalemme,

in israele c'è la sicurezza dello stato mantenuta attraverso le armi, uno stato militare da 60 anni,

in palestina manca completamente la sicurezza umana, l'età media a gaza è di 17 anni,

le due parti devono avere e vedersi riconosciuti stessi diritti e stessa dignità ad esistere

opporre immediatamente l'alt ad un'escalation inumana che è terribilmente pericolosa per tutti quanti noi compresi, tutti esposti all'eventualità di stragi e di attacchi indiscrimanati ancor peggiori."

da un documento in rete (http://www.articolo21.info/7895/notizia/sabato-17-gennaio-ad-assisi-per-la-pace.html ) è tratto

L’appello della Tavola della pace

Quanti bambini, quante donne, quanti innocenti dovranno essere ancora uccisi prima che qualcuno decida di intervenire e di fermare questo massacro? Quanti morti ci dovranno essere ancora prima che qualcuno abbia il coraggio di dire basta?
Vergogna! Quanto sta accadendo è vergognoso. Vergognoso è il silenzio dell’Italia e del mondo. Vergognosa è l’inazione dei governi europei e del resto del mondo che dovevano impedire questa escalation. Vergognoso è il veto con cui gli Stati Uniti ancora una volta stanno paralizzando le Nazioni Unite. Vergogna!
Niente può giustificare un bagno di sangue. Nessuna teoria dell’autodifesa può farlo. Nessuno può rivendicare il diritto di compiere una simile strage di bambini, giovani, donne e anziani senza subire la condanna della comunità internazionale. Nessuno può arrogarsi il diritto di infliggere una simile punizione collettiva ad un milione e mezzo di persone. Nessuno può permettersi di violare impunemente la Carta delle Nazioni Unite, la legalità e il diritto internazionale dei diritti umani.
Tutto questo è inaccettabile. Inaccettabile è il lancio dei missili di Hamas contro Israele. Inaccettabile è la guerra scatenata da Israele contro Gaza. Inaccettabile è l’assedio israeliano della Striscia di Gaza. Inaccettabile è la continuazione dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi. Inaccettabili sono le minacce di distruzione dello Stato di Israele. Inaccettabili sono le violenze, le umiliazioni e le immense sofferenze quotidiane inflitte ai palestinesi e la costante violazione dei fondamentali diritti umani. Inaccettabile è il nuovo muro costruito sulla terra palestinese. Inaccettabile è il silenzio e l’inazione irresponsabile dell’Onu, dell’Europa e dell’Italia.
La continuazione di questo dramma è una tragedia per tutti. La più lunga della storia moderna. Nessuno può chiamarsi fuori. Siamo tutti coinvolti. Tutti corresponsabili. Questa guerra non sta uccidendo solo centinaia di persone ma anche le nostre coscienze e la nostra umanità. Il nostro silenzio corrode la nostra dignità.
Complici della guerra o costruttori di pace? Dobbiamo fare la nostra scelta. Altre opzioni non ci sono.
Di fronte a queste atrocità, dobbiamo innanzitutto cambiare il modo di pensare. Non ha alcun senso schierarsi con gli uni contro gli altri. Occorre trovare il modo per aiutare gli uni e gli altri ad uscire dalla terrificante spirale di violenza che li sta brutalizzando. Anche la teoria dell’equidistanza è insensata perché nega la verità e falsa la realtà. La vicinanza a tutte le vittime è il modo più giusto di cominciare a costruire la pace in tempo di guerra. Dobbiamo uscire dalla cultura della guerra. E’ vecchia e fallimentare. Nessuna guerra ha mai messo fine alle guerre. La guerra può raggiungere temporaneamente alcuni obiettivi ma finisce per creare problemi più grandi di quelli che pretende di risolvere. Non c’è nessuna possibilità di risolvere i problemi dei palestinesi, di Israele e del Medio Oriente attraverso l’uso della forza. La via della guerra è stata provata per sessant’anni senza successo. Anche il buon senso suggerisce di tentare una strada completamente nuova.
Dobbiamo pensare e realizzare il Terzo. Non sarà possibile risolvere la questione palestinese o mettere fine alle guerre del Medio Oriente senza l’intervento di un Terzo al di sopra delle parti. Oggi questo Terzo purtroppo non esiste. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu è ancora paralizzato dal veto degli Stati Uniti. I governi europei sono divisi e incapaci di sviluppare una politica estera comune. Ma questa realtà non è immutabile. Esserne consapevoli deve spingerci a lavorare con ancora maggiore determinazione per pensare e realizzare il Terzo di cui abbiamo urgente bisogno.
Fermare la guerra non è un obiettivo impossibile. Le Nazioni Unite devono cambiare, imporre l’immediato cessate il fuoco, soccorrere e proteggere la popolazione intrappolata nella Striscia di Gaza. L’Europa deve agire con decisione e coerenza per fermare questa inutile strage e ridare finalmente la parola ad una politica nuova. Non può permettersi di sostenere una delle due parti. Deve avere un autentico ruolo conciliatore.
La guerra deve essere fermata ora. Non c’è più tempo per la vecchia politica, per la retorica, per gli appelli vuoti e inconcludenti. E’ venuto il tempo di un impegno forte, autorevole e coraggioso dell’Italia, della comunità internazionale e di tutti i costruttori di pace per mettere definitivamente fine a questa e a tutte le altre guerre del Medio Oriente. Senza dimenticare il resto del mondo. Per questo, dobbiamo fare la nostra scelta.


ho cercato senza trovarlo, il testo dell'intervento che Lotti ha fatto oggi ad Assisi al tavolo dei lavori, appena sarà possibile reperirlo lo inserirò integralmente.

Poi ho sentito ciò che ha detto Moni Ovadia, che ha argomentato con la semplicità e la verità del buon senso e della sincera ricerca della pace, brevemente qui lo riassumo:

"chi deve compiere il primo passo? le due parti devono farlo, ci vuole l'apertura di un nuovo orizzonte, avre il corggio di rischiare la pace che è un impegno severo, creduto e voluto un impegnarsi a fondo senza fare finta, tutti gli attori devono essere considerati interlocutori della trattativa anche hammas che lì è stato eletto, ed il contrasto deve essere gestito con strumenti democratici, la logica dell'odio non spegne l'incendio, occorre a livello internazionale una voce di coraggio spregiudicata e forte contro la cecità dei politici sulla pelle dei popoli"


Concordo totalmente anche con chi ritiene che se non c'è pace a gerusalemme non c'è pace in europa, e che quella dannata guerra non deve diventare uno scontro di civiltà, ché ci porterebbe davvero a conseguenza disatrose,

e temo fortemente l'aberrazione, l'abbandono della moralità, il crollo dell'etica e della civiltà del pensiero che derivano dal fondamentalismo dovunque esso si manifesti.

L'odio, il ricorso all'odio, l'abbandonarsi cieco all'odio, -è la nostra memoria storica che ce lo dice- è la morte del pensiero e si tramuta solamente in devastazione della coscienza.

2 commenti:

fedeccino ha detto...

Tragici spaventati guerrieri (parafrasando).
Sono anch'io colpita dalla sincerita', dalla verita', dalla civilta', dall'umano positivo delle testimonianze che riporti, dalla forza positiva che viene da Assisi.
Ma siamo tragici spaventati guerrieri. Se c'e' un destino, questo e' il nostro destino : guerra tragedia e spavento, a bordo di nave senza nocchiero, in gran tempesta.
Un abbraccio

papavero di campo ha detto...

il disordine, un grande caotico disordine, disordine come parola contenitore di mille altri significati, su tutti l' angoscia e il dolore dei popoli delle menti dei destini,
sul blog non mi piace infilare le tematiche che per me occupano altri ambiti,e sono da un'altra parte,
ho fatto eccezione perché è tormentoso il silenzio e tacere mentre c'è un insulto così mastodontico alla vita alla bellezza della vita, all'armonia al bisogno insostituibile del diritto all'armonia, odio e distruzione sono retaggi da cervello rettile e dove vogliamo andare in termini evolutivi se interi pezzi di pianeta terra sono infestati dall'odio, che è folia psicotica autodistruttiva, che ne è stato di tutte le conquiste in termini di civiltà di umanita di sofferenza collettiva se ancora come dice quasimodo "sei ancora quello dellaa pietra e della fionda uomo del mio tempo"?

grazie per il tuo passaggio qui in questo post, lo apprezzo davvero tanto e mi associo alla parole realistiche che hai usato

 
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