giovedì 18 febbraio 2010
Venezia. San Giacomo dall'Orio. Il campo e la chiesa. Imbrunire e notte
appena fuori dalle rotte del turismo banale, si vive il beneficio di precipitare nella Venezia dei veneziani,
nella Venezia indisturbata, immune dall'orda barbarica e indenne dalla pazza folla,
al ghetto, o alle fondamenta nuove, all'arsenale, alle amate zattere, che in primo luogo in cuor mi stanno, ma in definitiva dappertutto, basta essere fuori dei due grandi bacini tradizionali di San Marco e Rialto, si può battere la città sentendosi dei privilegiati, si rimane foresti certo ma ci si riconforta della nostra unicità, ci s'illude d'essere speciali e di passare inosservati,
a San Giacomo da Orio, come dicono loro, è proprio così, si fa l'assaggio della Venezia vera, nei suoi ritmi di tutti i giorni, i bambini che giocano, le mamme coi piccini, gli anziani che a me paiono tanto più dignitosi calati nella realtà di un habitat più umano dove la frenesia è assente, dove c'è un silenzio che incoraggia pensieri e passi, dove il contesto come una culla ti può cullare..
il campo e la chiesa, serve dirlo? sono d'una bellezza e girellare in questi spazi ha il sapore d'una dimensione fuori del tempo e ci ricavo una pacificazione, un'intima rigenerazione..
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5 commenti:
anche io penso in notturna oggi.
pensieri in notturna di equilibrio al rimugine diurno
(ciao cara)
Uno dei più bei campi di Venezia, anche per me, vicino al ponticello accanto al campanile, c'era una pizzeria dove andavo spesso con gli amici, e si arrivava anche con la barca,la si attraccava vicino.
E' vero, qui si respira ancora la Venezia dei veneziani.
Buona serata, papavero, dalla veneziana Dede.
Cara Papavero, mi ripeto: foto di struggente bellezza. Mi fai desiderare di tornare, dopo tanto tempo, a Venezia.
abbraccio
eugenia
gentile dede la tua venezianità un privilegio! grazie di passare in questo campo!
eugenia sì tornare bisogna! per ritemprare occhi e cuore,
abbraccio!
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