Marc Chagall, dipinti de Il Cantico dei Cantici (immagini web)
XLVII
Quassù dall’alto
Le montagne accennate
Linee sicure
XLVIII
Intravedere
Righe di campi e d’acque
Odore d’aria
XLIX
Venti propizi
Migrano onde di suono
Cristallo e luce
L
un turbamento
un tempo incerto linea
di vaghezza
LI
di quante spanne
e leghe e miglia è fatta
la lontananza?
LII
Una lanterna
O tante luminarie
Per fare luce
LIII
A sorvolare
L’euforia sottopelle
il rapimento
ventitre di marzo duemiladieci, tredicesimo giorno di volo
12 commenti:
papavero è sempre la più avanti di tutti. oh.
oh francesca!
Ciao papavero, ti seguo da un po', ufficialmente da un po' meno, ma mi paleso oggi, perché chagall è troppo magnetico per non spingermi ad uscire dall'oscurità. Complimenti.
gentile O un oh di benapprodato qui!
ho lasciato un haiku di buonagurio per te e grazie di esserti palesato
Oggi ho scoperto il tuo blog e l'ho trovato molto bello!!!
Ho anche rubato un pezzetto della poesia "Doni" che mi ricorda l'nfanzia!!!
Bello tutto... ti seguirò!
grazie donnamobile!
poesia davvero deliziosa!
benapprodata!
di tanta bellezza fuggian le parole , ti abbraccio instancabile papavero
Chagall e il volo, l'abbraccio e il colore che si fa forma...e poi la luce delle tue parole sempre magiche...
caty, una pigra instancabile ti par possibile:-)
marilì è un piacere sentirti!
papaveruccio, che rosso colombìo - rosso come il vino, questa volta (non sangue, non fuoco).
fucsia io pensavo al fucsia,
rosso vino con gazzosa:-)
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