venerdì 3 settembre 2010

Toscana. Andare in campagna. Raccolta di more selvatiche di rovo per farne marmellata

























la marmellata di more: come si fa è scritto in mille libri di cucina e mille ricette in web,

al mio solito faccio di testa mia, osando qualcosa che solo in bassissima percentuale viene osata, lasciare cioè i semini delle more, i dannati semini che ti s'infilano nei denti o negli spazi gengivali, quel legno duro tannico amaro che non ti va di mandar giù ma che ti porterebbe a sputacchiamenti poco fini,

giacché voglio evitarmi la pizza di passare la frutta al passino opto per lasciare le more intere, in seguito però vedendole imperterrite restare troppo intere nonostante la cottura avanzata opto per una botta di minipimer, che fa il suo dovere di spappolare le more intere ma ai semini gli fa un baffo, restano eccome se restano e ce li sorbiremo tutti

mi giustifico, con me medesima, dicendomi che nella frutta nature, mora o fragola che sia, i semini te li ingoi senza fare storie e che le fibre, le famigerate proficue fibre indigeribili, in tal modo ci sono tutte a fare quel loro effetto che sappiamo (che bisogno c'è d'andare in farmacia a comprarsele sotto forma di tavolette da manducare?),

insomma la marmellata è buona, profumatissima e un tantinello dolce (la prossima metterò ancor meno zucchero) ci sono i semini ecco! ma spalmata su di una wasa integrale non si sente alcunché, assaggiata invece a cucchiaini si avvertono abbastanza e forse a qualcuno potrebbero dar noia,

ma per me pas de problème!

La mia ricetta:

un chilo e mezzo scarso (in realtà 1488 gr) di more pulite senza alcuna impurità né piccioletto, nemmen lavate dal momento che non ci vedevo tracce di polvere evidente, difatti i rovi d'origine sono in un terreno appartato lontano da fonti dirette d'inquinamento)

600 gr di zucchero semolato (dapprima penso a 700 gr poi tolgo un etto e la prossima ridurrò a 500 gr che sono più che sufficienti se le more sono belle mature come queste)

una mela, di forma media, di quelle asprigne selvatichigne, a sottili lamelle (per l'azione della pectina)

in un caldaietto di alluminio (di quelli per cuocere velocemente la pasta) metto solo le more con le fettine di mela e nient'altro (non avevo neppure un limone cavolo! altrimenti avrei messo certamente il succo), per buoni dieci minuti giro e rigiro con un mestolone di legno ad evitare attaccaticci, poi verso lo zucchero un po' per volta facendolo assorbire, cerco anche di frantumare un po' le more, ma non è cosa, ricorro allora al minipimer senza però ridurre troppo a poltiglia, diciamo una via di mezzo,

faccio cuocere ancora per circa mezz'ora, il tempo è già bastante altrimenti addensa troppo,

da bollente invaso la marmellata nei vasetti bormioli puliti e sterilizzati e coi tappi nuovi, capovolgo per un quarto d'ora, infine rigiro i vasetti, ecco fatto!


9 commenti:

verderame ha detto...

mora tra le more, e di color di mora ti sei vestita per andarle a cercare.

nina ha detto...

niente more per me quest'anno me le godo a guardarle qui, alla luce del tramonto che c'è ora.
E le vele, arrivarono?

papavero di campo ha detto...

marina :-))


ninetta, sììì e festeggiammo :-)

PaoloMatt ha detto...

Anch'io ho lasciato i semini...è giusto così, siamo pieni di cibi raffinati, filtrati, iperlavorati e senza identità. L'identità della mora è il semino! Ciao Papavero!

papavero di campo ha detto...

caro paolo che conforto! l'identità della mora è il semino!

Luciana Bianchi Cavalleri ha detto...

yum yum... piccola, grande, grandissima invidiaaaaa...slurp!!!

luciana - comoinpoesia
.

papavero di campo ha detto...

pur coi semini è venuta buona very slurp!

simmo ha detto...

la mia marmellata di more è lì che bolle. Anzi è pronta, ma io sterilizzo il tutto dopo la cottura: metto nei vasi puliti, li chiudo e poi li faccio bollire completamente coperti dall'acqua per almeno 20 minuti. Mi è capitato di buttar via mermellate ammuffite...ed è proprio frustrante, con tutto il lavoro che c'è dietro!! Oggi ho messo 1 kg di zucchero e il succo di 4 limoni, per 3.6 kg di more. Anch'io tengo i semini, frullando metà delle more e lasciando le altre intere. Interessante questo blog, grazie!!

papavero di campo ha detto...

ben approdata simmo,
interessante sempre il confronto sulle procedure anche se ognuno infine fa a modo suo, so del tuo metodo e di certo il risultato sarà soddisfacente, la mia perplessità è sul fatto di cuocere due volte, ecco non si altera un po' l'integrità della marmellata? perché tu prima la cuoci vero? (è come per la passata di pomodori)
quanto alla muffetta sì il problema si pone e di solito dopo aperto il barattolo conviene mettere in frigo eppoi c'è un altro sistema sicuro che viene qui adottato..vedere il fondo del vasetto in men che non si dica :-)

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