giovedì 19 febbraio 2009

Dolci della tradizione abruzzese. Lessico familiare. La cicerchiata



























dal dimenticatoio (non vi sfuggono neanche i post ) ripesco questo dolce di allegra e spiccata personalità, che non aveva destato alcun commento, più di un anno fa,

siccome è un dolce di carnevale, eccolo a nuova luce restituito :


Dolce tipico abruzzese, cui si dà la forma di corona o di "pupatta", differente nella presentazione dagli struffoli napoletani che sono tutti divisi mentre la cicerchiata è compattata in una forma.


L'abbiamo eseguito ensemble io e mammuzza.


Ingredienti:

6 uova intere;

farina quanta se ne riceve (attenzione a non farla assorbire tutta insieme ma incorporarla alle uova man mano onde evitare che la palla risultante sia troppo dura, il che comporterebbe difficoltà nel fare "i budellini" da ritagliare a cubetti)

mandorle pelate, abbrustolite ma non troppo

cannella da triturare al momento perché sprigioni al massimo la sua fragranza.



Esecuzione:

Fare una palla di pasta e lasciarla riposare almeno mezz'ora, tagliarne un pezzetto per volta e allungare a budello, è necessario che il piano di lavoro sia sempre infarinato,

tagliare a cubetti, i famosi "ciciarelli" da friggere in abbondante ottimo olio d'oliva e. v. in una padella di ferro a base larga.

Lasciar raffreddare del tutto i ciciarelli.

Scaldare il miele nella stessa padella,senza più olio, quando il miele fonde comincia a schiumare, deve prendere colore e a questo punto versare i ciciarelli già fritti e le mandorle abbrustolite, con un mestolo di legno mescolare affinché si impregnino ben bene di miele e fargli prendere colore per un po'.

Ancora calda rovesciare la cicerchiata su un piano di legno o di marmo precedentemente bagnato.

Con le mani bagnate dare la forma voluta.

Distribuire la cannella e i confettini colorati.


NB: siamo contrari all'uso di detti confettini per via dei coloranti e perché di fatto sciupano il sapore originario della cicerchiata, però questa volta sollevando una decisa intolleranza in mia madre, ho voluto privilegiare l'aspetto decorativo ed abbellire la corona (pensavo pure al look pro blog!).

In alcune ricette mettono lo zucchero nell'impasto ma a nostro parere sarebbe un errore grave, la caratteristica è appunto la genuinità di una pasta neutra fatta solo di uova e farina che assume sapore dal miele.


post al post:
a carnevale c'era la cicerchiata e c'era la consuetudine per i ragazzi in maschera di bussare alle case -come usa ad Halloween, e di ricevere dolci e dolcetti tra cui l'immancabile cicerchiata


10 commenti:

Caty ha detto...

....è che il nome mi trae in inganno e penso al di qualcun grido di gioia - le cicerchie!!- ( xchè respiro mezza aria molisana ), ma proverò a fare questo dolce chissà che non abbia lo stesso nome...!un bacio alla mamma aiutante ( neanchio posso mangiare le cosine colorate x colpa dei consevanti ).Buon giovedi grasso.

papavero di campo ha detto...

cicerchiata forse proprio per l'associazione alle cicerchie,
è un dolce cara caty di una bontà straordinaria

Ana Miravalles ha detto...

ahh, avrei dovuto scriverti un commento al post sulla cicerchiata il 14 novembre scorso, quando l'abbiamo preparata con una mia amica seguendo la tua ricetta!!!!
Un paio di riferimenti alla circostanza in cui l'abbiamo fatta in:
http://parvalevescapiuntanimos.blogspot.com/2009/02/capocuoca.html
un carissimo saluto

papavero di campo ha detto...

ana ma che sorpresa! che bella cosa! la cicerchiata è emigrata in argentina una terra che ha sempre accolto e nutrito gli italiani,
ti ho risposto sul tuo blog (parva)
un saluto caro a te a Jorgelina e un bacio a Ninetta!

artemisia comina ha detto...

hai fatto benissimo, è un post che merita una levata di cappello.

Anonimo ha detto...

Cara Papavero, questo dolce viene fatto anche in Calabria, mia terra d'origine: non conoscevo le dosi, non ho fatto in tempo a chiederlo a mia madre, e tu me l'hai insegnato: l'ho fatto. Grazie perchè mi hai riportato ai dolci ricordi della mia infanzia in quella terra, ora che ormai da più di 45 anni vivo in Lombardia. Ricordo che nella ricetta calabrese non sono previste le mandorle e nemmeno la cannella e la decorazione è di confettini bianchi. L'illetterata Bernadette

Anonimo ha detto...

Dimenticavo: in Calabria la chiamano cicirata.
Sempre l'illetterata Bernadette

papavero di campo ha detto...

artemisia, il dolce di memoria porta seco un quid:))

bernadette, che piacere che la mia memoria ne solleciti un'altra, viva gli appaiamenti regionali, a proposito di confettini bianchi a me pare invece di ricordare quelli d'argento belli cicciottelli,
grazie davvero del tuo ricordo e della visita, ti aspetto ancora!

la belle auberge ha detto...

ciao, Papavero. Che bella questa tua ricetta famigliare, accompagnata dai ricordi di un tempo lontano. Anche noi del profondo nord al confine con la Svizzera, a Carnevale, usavamo andare di casa in casa, camuffati alla bellemeglio, in cerca di sorrisi e caramelle. Ricordo che le mie zie si vestivano sempre da uomo, con una calza di nailon calata sul viso per celarne i lineamenti. Deve dire che assumevano un aspetto, ai miei occhi di bambina, niente affatto rassicurante... :DD

A presto
eu

papavero di campo ha detto...

eugenia,
il tuo ricordo ne ha suscitato un altro mio, un carnevale nel mio paese d'origine, e mia sorella che si fa prestare abiti da uomo da un suo compagno di scuola e con un tappo di sughero bruciacchiato al fuoco si procura baffi e barba e sorprendentemente mi pare di ricordare che in una casa ci offrirono una cicerchiata bruciacchiata dal sapore amarognolo, avrò avuto quattro o cinque anni!

grazie della tua visita!

 
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