Nella pesciera verso due dita d’acqua aromatizzandola con diverse foglie d’alloro bucherellate per maggior effluvio, sul cestello dispongo gli scampi in tutta la loro parata, la cottura è piuttosto veloce;
preparo una marinata con olio e.v.o., mezzo bicchiere di vino bianco, il succo di metà limone, il succo di metà arancia tarocco, una manciata di dragoncello fresco spezzettato fine e del coriandolo macinato al momento;
raccolgo in una ciotola i cirri della grattugiatura di un limone e di un’arancia ben raserate alla microplane;
in un ampio piatto di portata dispongo spicchi di kiwi maturo, spicchi di arancia tarocco pelata al vivo, e le fragole incise in quattro parti ma non del tutto tagliate;
infine composizione finale con gli scampi accerchiati dalla frutta fresca con l’irrigatura della marinata agrumata ed al tocco cromatico-aromatico della scorza gialloarancio;
Felice esito gastronomico in accordo al parametro del minimalismo, trattare cioè il pesce con la cura di conservare il più possibile la sua propria naturalità ed integrità (senza pasticciarlo, senza stravolgerlo o rivestirlo di paramenti impropri) e solo l’accorgimento di valorizzarne il sapore (quando è cotto nature : al vapore o semplicemente scottato o grigliato o al cartoccio in forno) con una semplice marinatura oppure alla catalana che svetta con l' eccelsa trovata dell’olio a crudo e contorno di pomodori insalatari dell’orto. La proposta dell’abbinamento con la frutta fresca non è farina del mio sacco ma l’ho vissuta al “Don Chisciotte” qui a Firenze, uno dei pochi ristoranti di pesce di livello.
preparo una marinata con olio e.v.o., mezzo bicchiere di vino bianco, il succo di metà limone, il succo di metà arancia tarocco, una manciata di dragoncello fresco spezzettato fine e del coriandolo macinato al momento;
raccolgo in una ciotola i cirri della grattugiatura di un limone e di un’arancia ben raserate alla microplane;
in un ampio piatto di portata dispongo spicchi di kiwi maturo, spicchi di arancia tarocco pelata al vivo, e le fragole incise in quattro parti ma non del tutto tagliate;
infine composizione finale con gli scampi accerchiati dalla frutta fresca con l’irrigatura della marinata agrumata ed al tocco cromatico-aromatico della scorza gialloarancio;
Felice esito gastronomico in accordo al parametro del minimalismo, trattare cioè il pesce con la cura di conservare il più possibile la sua propria naturalità ed integrità (senza pasticciarlo, senza stravolgerlo o rivestirlo di paramenti impropri) e solo l’accorgimento di valorizzarne il sapore (quando è cotto nature : al vapore o semplicemente scottato o grigliato o al cartoccio in forno) con una semplice marinatura oppure alla catalana che svetta con l' eccelsa trovata dell’olio a crudo e contorno di pomodori insalatari dell’orto. La proposta dell’abbinamento con la frutta fresca non è farina del mio sacco ma l’ho vissuta al “Don Chisciotte” qui a Firenze, uno dei pochi ristoranti di pesce di livello.
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