giovedì 19 giugno 2008

Serata all'Enotria. Prova di gusto su terra e mare. Empedocle contento per metà!


Adesso sfido Maurizio a fare la serata su aria e fuoco, se no Empedocle ci resta male.

Sul fuoco poco male ci sono tanti vini che metaforicamente sono fuoco,

è sull'aria che svolazza qualche difficoltà: sventolerà un erborinato per l'aria e noi avventori coi nasi in su? beh non disperiamo perché di idee lui e Gilda ce n'hanno e di qualche escamotage si renderanno artefici!


Questo post decido che sia interattivo! alle foto ci ho pensato io, alla descrizione dei cibi e dei consoni abbinamenti enotrici, la parola al patron! (le incidentali in corsivo però mie!)


Baccalà mantecato, baccalà prodotto da merluzzi nordici, pesce versatile e che si presta a numerose preparazioni, il “primo” estivo per eccellenza dalla Spagna e le orate di Calasetta, piccole ma saporite cresciute nel mare di fronte a Iglesias


Ed i vini:
Riesling & Sylvaner: siamo partiti con questo vino che arriva da Rolle, non lontano di Losanna, sui terrazzamenti che si affacciano sul Lago Lemano, chiamata in questo tratto “Grand-Lac”, particolare incontro di due grandi vitigni:Il Riesling originario della Germania, e molto diffuso in Alsazia eil Sylvaner, Gruner Silvaner nella sua terra d’adozione, origini in austriache, si suppone, dall’incrocio di Traminer e l’equivalente in lingua austriaca di Bianco austriaco(Osterreichisch-Weiß) che passando per la Transilvania prende il nome attuale.

E poi:Lacrima Christi del Vesuvio. Ovvero Campania Felix. La parte buona, e tanta c’è. della Campania.“Vulcanico” vino, avvolto da leggende, mitologia e notorietà, cresce sui pendii vulcanici del Vesubio, cari a Bacco, tanto che li preferiva alle sue native colline di Nisa. Il vino è composto da Coda di Volpe, alias Caprettone e Falanghina. I fratelli Luciano E Mario Ercolino danno vita a questo interessante vino di cui si riescono a apprezzare ben distinte le caratteristiche dei due vitigni. (tra code di volpi caprettoni e lave vulcaniche chissà il Dio Pan come zampetta lascivo!)

La morbidezza della Coda, le note acidule della Falanghina. Abbinato a gaspacho, bello fresco, dove la complessità di aromi e gusti della preparazione, che di per se è semplice, sposava il vino campano in modo egregio.

E ancora:

BONARDA…Oltrepò Pavese, da uve Croatina nasce la Bonarda DOC, prodotta dall’azienda Frecciarossa. Antica azienda familiare, fondata dal Sig. Odera, originario di Genova, all’inizio dell’Ottocento e ancora saldamente in mani della stessa familia. In questo lembo di terra lombarda, incuneata tra Piemontese Alessandria e la Emiliana Piacenza si allevano diverse varietà di vitigni: Croatina, Uva Rara, Ughetta. Uno dei vini preferito dalla penna d’eccellenza: Gianni Brera, pavese anche lui.
Serviamo la Bonarda fresca, fresca intorno ai 14 gradi per annaffiare l’Orata che Gilda propone con sale, capperi, pomodorini, erbe aromatice all’interno del cartoccio trasparente (non c'è tecnologica innovazione a cui Maurizio possa umanamente resistere) (all'apertura dei fagottini esplosione nell'aere di profumi, il timo, il rosmarino..)

Bene passata la perplessità dei nostri ospiti e appena la sottile schiuma di è diradata è apparso il colore rosso rubino, con leggeri riflessi violacei. Al naso la viola prevale su altri fiori, e poi arriva un leggero speziato, frutti di bosco, ciliegia. Buona persistenza e struttura, con tannini presenti ma molto morbidi. Alla fine l’abbinamento con questo piatto ci lascia intendere che la Bonarda può anche osare di accompagnare piatti di mare. (noi ospiti abbiamo banalizzato che 'sta Bonarda perfetta sarebbe con ficattole e salumi)

Abbiamo terminato la cena con la Crema. Preparata dalle “chef-ragazze” unendo crema gialla, ricotta fresca, agrumi e servita su una sottile cialda maison con pesche e mandorle caramellate.

E Muffato della Sala 2004 di Antinori, vino noto che sempre conferma le aspettative.

(vedi il commento di Maurizio sul suo blog)

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