un po' di storia:
Situato in Piazza Pudente, è costruito sui resti di un edificio del XIV secolo. Si tratta di una struttura originaria del '300 di cui conserva diversi dettagli decorativi: n'è una testimonianza una splendida bifora. Dopo il periodo angioino che lasciò tracce profonde nella sua struttura, il palazzo, nel 1427, viene ingrandito dal Caldora. Alla fine del '400 Vasto conosce la signoria di Innico II d'Avalos, che assume il titolo di signore del Vasto. I D'Avalos, famiglia di origine spagnola, vi trasferiscono il fasto della corte iberica e innalzano uno splendido palazzo; la città, per la sua bellezza, viene chiamata "Atene degli Abruzzi".
Circa l'altisonante cavalleresco stratitolato proprietario del palazzo ecco la sfilza dei suoi titoli nobiliari e qualche altra notiziola:
Don Alfonso d’Avalos d’Aquino d’Aragona (* Ischia 25-5-1502 + Vigevano 31-3-1546),
2° Marchese di Vasto e 3° Marchese di Pescara, Conte di Monteoderisio 1525/1546, 1° Principe di Francavilla, Grande di Spagna di prima classe, Cavaliere dell’Ordine del Toson d’Oro dal 1531, 1° Principe di Montesarchio dal 1532, Capitano Generale spagnolo in Italia nel 1536; Governatore Generale del Ducato di Milano 1538/1544; infeudato di Castellazzo nel 1531, Conte di Belcastro, Barone di Cropalati e Zagarise dal 1541 (venduti con Regio Assenso del 27-11-1542 al suocero Ferrante d’Aragona); Patrizio Napoletano aggregato al Seggio di Nido. Sposa il 26-11-1523 Donna Maria d’Aragona, figlia di Don Ferdinando 1° Duca di Montalto e di Castellana di Cardona dei Duchi di Somma (+ Napoli 9-11-1568)......
Nel bruno Castello d’Ischia nacque Alfonso d’Avalos, marchese del Vasto e di Pescara , l’anno 1502 da Innaco e Laura Sanseverino. Dopo pochi dalla sua venuta al mondo, rimase orfano del padre e nella prima giovinezza, al pari di suo cugino Ferrante d’Avalos (marito della poetessa Vittoria Colonna, che ebbe con Michelangelo un’amicizia indissolubile e profonda) (alcune note biografiche di questa nobildonna colta e austera, sono qui), evidenziò note d’inclinazione per le armi e le azioni dinamiche.
Era di virile bellezza e d’aspetto da uomo di potere, non evidenziando tendenze al gusto dell’arte, ma grazie alla disponibilità della poetessa, oramai residente sulla rocca isolana dopo il matrimonio con Francesco Ferrante, avvenuto a fine dicembre 1509, fu tratto sulla via della cultura e dell’arte tanto da divenirne un mecenate ed allo stesso tempo autore di un poemetto, con reminiscenze autobiografiche, nonché di sonetti, in uno dei quali così poetizza:
In mezzo a l’onde salse in fragil legno
un pescator vid’io d’età novella,
a cui il fior novo per la guancia bella
tratto ancor non avea pur picciol segno.
Egli adoprava ogni sua forza e ingegno
Per gire in porto, e fuggir la procella
Che dietro lo seguia con questa e quella
Onda, mostrando ognor più fiero sdegno.
Ecco i pesi ch’io tolsi, ti ritorno:
la rete mia ti donò, e non m’è grave:
così con umil voce al mar dicea.
Allor allor si fè sereno il giorno,
l’onde tranquille, e il vento aura soave
e in braccio nel raccolse Galatea.
il resto, se ameno lo trovate, qui si trova
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