lunedì 8 settembre 2008

Serre di Rapolano. Muri. Dettagli

















i muri, di pietra, di mattoni
mute presenze parlanti

sopravvivono alle vicende umane,
hanno tempi più lunghi di sudditanza alla caducità ed alla finitudine,
attraversano più generazioni e più ere,
resistono pur sbrecciati lacerati e feriti e se non incontrano il fato avverso di una ruspa o di un umano terminator distruttore, se ne stanno allocati dove sono,
a registrare tragedia e commedia dell'umana progenie,
scenario sullo sfondo,
fanno contesto,
incorniciano,
spettatori di babele e di teatro,
ci sorpassano,
ci sovrastano.



8 commenti:

Paolo Ferrario ha detto...

proprio poco fa artemisia comina parlava di una associazione di blogger per la memoria delle pietre .
siamo già in tre.
trovo straordinarie queste parole del mio amico kensington (gabriele de ritis):
"In mezzo all'effimero che ci umilia e ci offende, come ha scritto Kafka, abbiamo bisogno di credere che possa sopravvivere qualcosa che abbia i caratteri dell'indistruttibile e dell'eterno."

papavero di campo ha detto...

sì è qualcosa difficile da far affiorare o almeno richiede uno sforzo dirsi le ragioni per cui si crea e ci avvince questa suggestione,
qualcosa che ci sorpassa placa un pizzico la nostra angoscia verso la finitudine? sì ma anche genera pensiero tutto quello che maldestramente ho cercato di suggerire dicendo che sono testimonianza muta-parlante dell'ininterrotta kermesse delle nostre vicende particulari e universali, spesso si dice e si è detto "ah se questi muri potessero parlare!" certo ci vorrebbe anche una bella critica delle varianti! sarebbero parole neutre o i muri prenderebbero posizione? potrebbero essere salomonici registratori del poliedrico cristallo della multiforme verità?

sì emozionano i muri e le ragioni sono infinite!

Paolo Ferrario ha detto...

carl gustav jung, sul finire del suo ciclo di vita si è costruito con le sue mani (e qualche aiuto esrerno) una torre.
insomma nelle pietre si proiettano molte parte di noi.
e, come dici tu, testimoniano una nostra presenza
credo che riprenderemo il tema
intanto: ciao

artemisia comina ha detto...

bene, mi godo queste pietre.

papavero di campo ha detto...

vocatus atque non vocatus deus aderit
ancora una testimonianza quella scritta scolpita sulla porta di casa Jung
e quando lo spirito si muove intride i luoghi, lascia depositi, sono energie sottili, l'invisibile al altri livelli nutre
e ci consola che le nostre dimore assorbano tracce di noi della nostre maree emozionali, della gioia e della paura, della nostra vulnerabilità invocante ristoro e protezione ma anche della nostra impronta, dell'unicità della nostra nota di cui ha bisogno la sinfonia universale nella quale va naturalmente a confluire

grazie amalteo!
vorrei metterti a parte di una notarella pesonale, un frammento di sogno che ho riconosciuto molto bello in quanto portatore di un segno benefico, ti riguarda perché ti ho sognato, evidentemente questo nascente contatto amichevole ha toccato certe corde, tu al pari di un'eumenide, sul versante maschile certo! ti percepivo misurato e pacato e le cose in cui credevi erano anche le mie, infatti apertamente ti dicevo che ti ero affezionata, c'era un'accolita di intellettuali, una sorta di riunione-party, di quelli dai tipici vizi di chi se la mena, tu mi confidavi che avevi poca considerazione di loro e che rispetto a quei recitativi lì preferivi stringere la zampa di un cane san bernardo,
degno d'interesse vero?
spero non ti dispiaccia che mi sono permessa di raccontarlo, ho molto rispetto del sogno e dei suoi segnali, anche se ci tengo a dirlo credo nella natura polisemica del sogno e che non si esaurisca in una sola versione interpretativa,( a volte le interpretazioni sono persino una forzatura, un imprimere una sterzata direzionale)

un gentile saluto!

papavero di campo ha detto...

artemisia tu che sei veneziana d'adozione ricorderai le pietre di Ruskin

la pietra ecco non è inanimata

Paolo Ferrario ha detto...

cara papavero è una cosa che mi riempie di felicità l'essere diventata una figura di un tuo sogno.
tanto pià che il tema rappresentato, in parte, mi rappresenta per quello che sono in questa fase della vita.
e ti ringrazio moltissimo per avermelo raccontato
quanto ai sogni: mi hanno salvato la vita.
qui racconto quello fondamentale. quello che indizizza. quello che fornisce l'indicazione della strada. naturalmente soggettiva. anche se in parte ha - credo- anche un certo valore universale: http://amalteo.splinder.com/post/11006314/Il+sogno+della+accettazione+de
ciao, alla prossima conversazione o al prossimo sogno

papavero di campo ha detto...

della stessa sostanza dei sogni siamo fatti..

rendo onore allora alla tua sensibiltà per il sogno e per come hai accolto il frammento di racconto, come un dono quasi perché questo sono i sogni, folle mistero nella terna, secondo me, dei misteri principali:
nascita-morte-sogno

buona notte e buoni sogni se vorranno gli dei del sonno concedercene!

 
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