mercoledì 1 ottobre 2008

Pasta del Podere del Pereto










siamo giunti al podere Il Pereto, anch’esso in terra benedetta tra Rapolano e Asciano, non vi abbiamo trovato ospitalità ma è stata la succosa occasione di scoprire che cosa fanno:

un’azienda di agricoltura biologica di tutto rispetto, per l’esperienza di almeno quindici anni e per la passione sincera e il giudizioso spirito che impronta la loro attività.

Ecco l'indirizzo e la filosofia.

È stato giocoforza venir via con un sacco di paste, di cereali e legumi compositi destinati alle zuppe invernali, e di altri prodotti da dispensa (pelati, pomodori secchi,carciofini ecc), soltanto l’incontrovertibile prova di aver un bagagliaio piccolo in macchina ha arginato i miei spropositati intenti, che alluderebbero a provviste per famiglie di chissà che nutrita consistenza e che puntualmente scordano la realtà duale.


E' stata la volta delle fettucelle. Limitiamoci all'imbattibile prova dell'olio buono del parmigiano stravecchio e del peperoncino piccante fresco.


Risulta una pasta strepitosa per la consistenza pastosa dei grani duri selezionati, assaggiata al dente molto al dente, è un'esperienza sapiente, e non conviene sciuparsi l'attimo con il pedante commento che tutte le paste dovrebbero essere così fatte, no non ci sono più scuse le paste ottime esistono bisogna scomodarsi a cercarle a reperirle.

Di fronte a questa indietreggiano tante e spariscono definitivamente tante altre che basta citare il grano duro eh no, non basta, perché c'è grano e grano, e conta l'acqua e la fattura e l'essiccazione e l'energia coscienziosa tutta del ciclo di produzione e di lavorazione.

Passatemi l'exploit zelante! vabbè non ho scoperto l'acqua calda ma ho scoperto la pasta del Pereto!

2 commenti:

Paolo Ferrario ha detto...

quando sento parlare male degli italiani (in genere sono loro stessi che si parlano addosso male) mi viene in mente la pasta.
come si fa a dir male di se stessi, quando abbiamo (qualcuno ha ...) inventato la pasta e le sua infinite varianti!

papavero di campo ha detto...

caro amalteo ben detto!
siamo inventori nati! e la pasta il suo logo indelebile è inscritto nel dna, per questo è sofferenza quando stai viaggiando nel nord europa e devi andare a tavola!

 
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