il miscotto nella sua bella resa
andando con ordine
dare le forme
o non dare forma ma semplicemente a grosso filone
alchemicamente in forno
le prime sfornate
un dettaglio che emana fragranza
Biscotti lievitati, secondo l‘antica ricetta:
6 uova;
½ kg di pasta lievitata del pane;
1 panetto di lievito da 25 gr;
300 gr di zucchero semolato;
farina quanta se ne riceve (circa 800gr e forse più);
un bicchiere di olio d’oliva;
un bicchiere di latte (una volta facevano con acqua) in cui sciogliere il lievito (quindi latte riscaldato tiepido);
semi di anice a piacere,
uvetta sultanina, facoltativa, nella quantità a piacere;
2 uova per spennellare la superficie dei biscotti
Esecuzione:
in un contenitore molto capiente meglio se con le sponde svasate, in abruzzo c’è all’uopo la cosiddetta “vazzìa”, la stessa forma svasata si ritrova in toscana e mi pare di averla sentita chiamare “a conchino”
lavorare i rossi d’uovo con lo zucchero;
aggiungere l’olio, il latte con il lievito disciolto, la pasta lievitata, i bianchi montati a neve. Lavorare bene, volendo,con le mani per amalgamare l’impasto (oppure con le fruste elettriche);
aggiungere la farina setacciata fino a raggiungere una consistenza pastosa, regolandosi ad occhio per un effetto di impasto né duro né molle;
un velo di farina sopra e lasciar lievitare in luogo particolarmente caldo per non meno di 4 o 5 ore, per favorire la lievitazione coprire il recipiente con uno spesso panno di lana.
Verificato il rigonfiamento dell’impasto si procede a distribuirlo, nelle forme che si voglia, ma classicamente a panetti tondi, la forma è anche quella del maritozzo romano in versione tonda, oppure si può intrecciare a mo’ di treccia oppure, come usa a casa mia, a forma di grossi filoni affiancati sulla lastra da forno, ovviamente le lastre saranno state ricoperte di carta forno.
Ora deve avvenire la seconda lievitazione, per cui tenere le lastre ancora al caldo a riposo per un altro paio d’ore circa.
Procedere alla spennellatura delle superfici con l’uovo battuto;
Preriscaldare il forno al massimo per alcuni minuti, poi infornare all’inizio a 200° per buoni 40 min, caso mai scendendo con la temperatura del forno a 180° e in ultimo a 16o°.
La crosticina, notabene! deve essere colorata di marrone scuro, proprio così!
Noticina:
se non si dispone di pasta lievitata del forno basterà usare un altro panetto di lievito, anche qui in via preliminare fare un pane, con 2-300 gr di farina e lasciarlo lievitare per qualche ora al caldo, poi procedere alle fasi dell’esecuzione già spiegata.
6 uova;
½ kg di pasta lievitata del pane;
1 panetto di lievito da 25 gr;
300 gr di zucchero semolato;
farina quanta se ne riceve (circa 800gr e forse più);
un bicchiere di olio d’oliva;
un bicchiere di latte (una volta facevano con acqua) in cui sciogliere il lievito (quindi latte riscaldato tiepido);
semi di anice a piacere,
uvetta sultanina, facoltativa, nella quantità a piacere;
2 uova per spennellare la superficie dei biscotti
Esecuzione:
in un contenitore molto capiente meglio se con le sponde svasate, in abruzzo c’è all’uopo la cosiddetta “vazzìa”, la stessa forma svasata si ritrova in toscana e mi pare di averla sentita chiamare “a conchino”
lavorare i rossi d’uovo con lo zucchero;
aggiungere l’olio, il latte con il lievito disciolto, la pasta lievitata, i bianchi montati a neve. Lavorare bene, volendo,con le mani per amalgamare l’impasto (oppure con le fruste elettriche);
aggiungere la farina setacciata fino a raggiungere una consistenza pastosa, regolandosi ad occhio per un effetto di impasto né duro né molle;
un velo di farina sopra e lasciar lievitare in luogo particolarmente caldo per non meno di 4 o 5 ore, per favorire la lievitazione coprire il recipiente con uno spesso panno di lana.
Verificato il rigonfiamento dell’impasto si procede a distribuirlo, nelle forme che si voglia, ma classicamente a panetti tondi, la forma è anche quella del maritozzo romano in versione tonda, oppure si può intrecciare a mo’ di treccia oppure, come usa a casa mia, a forma di grossi filoni affiancati sulla lastra da forno, ovviamente le lastre saranno state ricoperte di carta forno.
Ora deve avvenire la seconda lievitazione, per cui tenere le lastre ancora al caldo a riposo per un altro paio d’ore circa.
Procedere alla spennellatura delle superfici con l’uovo battuto;
Preriscaldare il forno al massimo per alcuni minuti, poi infornare all’inizio a 200° per buoni 40 min, caso mai scendendo con la temperatura del forno a 180° e in ultimo a 16o°.
La crosticina, notabene! deve essere colorata di marrone scuro, proprio così!
Noticina:
se non si dispone di pasta lievitata del forno basterà usare un altro panetto di lievito, anche qui in via preliminare fare un pane, con 2-300 gr di farina e lasciarlo lievitare per qualche ora al caldo, poi procedere alle fasi dell’esecuzione già spiegata.
10 commenti:
Ma che bontà!! Non avevo mai visto un biscotto lievitato e poi sono enormi!!!! Chissà che buoni, complimenti!
kristel benapprodata!
ti accolgo con un arcaico biscotto della mia terra d'origine!
è buono sì! nella sua struttura di semplicità, parla di origini, i semi di anice e le uvette lo rusticizzano ma ha davvero una sua schietta personalità!
a te italiana a parigi attraverso questo dolce un souvenir d'italie!
un saluto con tanta simpatia!
zuppetta? ;)
non conosco questo dolcetto ma da quello che vedo è una bontà anche buono da pulciare nel latte , baci!
artemisia,
zuppetta se piace!
per me invece consumo nature!
mary, si un dolce pulcione ma anche manducone:)
Papavero, fornaio d'eccellenza, profuma la casa di buono. Annuso e mi beo... perché l'occhio mi aiuta.
mi sono cimentata fornaia e mi piace, ho tentato quelche forma bislacca ma vince il filone informe grassoccio promettente:)
per te da annusare e gradire sempre un miscotto da me!
l'occhi si incanta e le fauci si seccano nell'impossibilità di addentare sifatta delizia!
Lo sapevo che eri un'intenditrice di biscotti! L'occhio fino che ha indovinato il Gentilino dal dettaglio di una foto mi ha fatto indovinare la tua indole....e questa magnifica ricetta ti ha fatto definitivamente venire allo scoperto! Grazie, Laura: questi biscotti sono uno spettacolo! Bacioni :-)
Il filone informe....sì, il filone informe, quello grande, tanto a dargli forma sarà la nostra bocca. Hai detto bene, sapori arcaici, quelli che sanno di buono, di tempi migliori, di quei caldi momenti che trasformavano la casa in un focolare! Punto di incontro, rifugio, il luogo degli affetti...al giorno d'oggi la casa è quasi un albergo, si rientra la sera, non si ha mai tempo, si assiste ad una diaspora, anche del cuore!
Noi abbiamo riservato un pensierino per te, un omaggio al tuo modo di scrivere, col calamaio intinto nell'anima!
Sabrina&Luca
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