il cinghiale cotto in umido col pomodoro era stato assoggettato ad una marinatura in ottimo vino rosso con quattordici erbe ed aromi, e cotto lungamente: è risultato buonissimo e delicato (siamo di quella scuola che troppo acre, no!)
un contorno di pisellini,
un magnifico taleggio valdostano con gelatina recentissima di arance rosse fatta in casa,
un clafoutis alle mele,
un chianti classico Castelgreve,
un vin santo della casa, letteralmente e che vin santo! niente a che vedere con quello che di norma spacciano per vin santo
un compagno insostituibile: il fuoco!
Decisamente è stato un bel modo di trascorrere una domenica piovosa
e dopopranzo è stata la volta del gioco della cassapanca delle stoffe.
7 commenti:
MAGNIFICO!
(grido del cuore)
Papavero, spiegami meglio. Il cinghiale troppo acre, no! Mi sta bene. Ma troppo delicato... sembra quasi di non mangiar cinghiale.
Tu che dici?
aiuola, ma si tratta di delicato papaverico.
aiuola il cinghiale delicato! è come il delinquente delicato di Jerry Lewis!
che ossimori vengono fuori loro sponte senza pensarli!
ne parlavamo a tavola, c'è chi diceva allora non è mangiare cinghiale e chi ribatteva che la caratteristica rimane pur ingentilito. Quel cinghiale lì, preparato dalla mia amica Mi. è venuto delicato e l'ho gradito!
(con la carne di castrato è la stessa cosa, a me piace molto, però in casa mia c'è sempre stata l'abitudine di sbollentarla prima di cucinarla)
artemisia grazie che cogli il papaveresco:)
Non hai idea dell'invidia che ci fai! una domenica dabbero bellissima e caldissima!
un bacione
chiedo venia, difatti non avevo colto il papaveresco.
hi, hi, hi :-)
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