il ristorante "da Santi" è situato a Giglio Castello fuori del paese nella nuova fascinosa location inaugurata da un anno in un razionalistico accattivante villino in pietra, addossato alla scarpata e sovrastato dalla pineta, ha il suo clou in una ardita terrazza che pur non troppo grande gode alla grande di una veduta strepitosa sulla baia di Campese e sulla vista, romantica, del borgo storico con la rocca pisana e tutto quanto, ecco il buon Santi voglio dire, è stata la brillante risorsa gastronomica della nostra permanenza al Giglio,(dopo il pedaggio dei primi due giorni sciupati da una serie di delusioni mangerecce).
Davvero una gradita sosta per cinque consecutive sere dopo il primo incontro ed apprezzamento,
la nostra scelta è stata esclusivamente nel menù di pesce,con assaggi anche insoliti ad esempio le occhiate, buonissime aperte e cotte alla griglia solo con un po' di pangrattato il pesce boccadoro che se ne sta sul fondale e che viene rintracciato e stanato fin là a 50-70 metri sotto il livello dell'acqua, o il pesce bandiera che è una tale delizia nella grigliata, in aggiunta ai più noti pesci come lo squisito pesce cappone, il sarago, o le solite comparse di crostacei e scampi e calamari e le ottime cozze alla marinara dove avverto l'aroma dell'origano ricevendone conferma,le immancabili tipicità degli antipasti, insalatina di polpo, razza all'agrodi limone olio e prezzemolino e la tradizione sicura degli spaghetti alle vongole veraci, gli spaghetti all bottarga (sempre quell'oro di muggine dell'argentario), le pappardelle agli scampi con un dolcissimo sugo di pomodoro o i delicati e saporiti ravioli di pesce in salsa bianca aromatizzata alla buccia di limone
circa i vini alcune ripetizioni, infine sono stati tre bianchi di ugual livello d'appagamento:
Kados 2007, vino siciliano
Falanghina Beneventano Villa Raiano
e il preferito Vermentino Rocca di Montemassi, di Maremma, 2007
Santi, è cuoco e patron del suo ristorante, in sala a servire c'è la moglie Silvana -autrice dei dolci ed artefice del liquore al mirto (ne ho avuto la ricetta) coadiuvata da una gentile nipote cui spetta il basilare compito dell'impiattamento del pesce.
Santi, è cuoco e patron del suo ristorante, in sala a servire c'è la moglie Silvana -autrice dei dolci ed artefice del liquore al mirto (ne ho avuto la ricetta) coadiuvata da una gentile nipote cui spetta il basilare compito dell'impiattamento del pesce.
Abbiamo avuto modo di scambiare due chiacchiere con Santi, non mancando di riferirgli gratitudine per aver reso più godibile la vacanza, essendo di decisiva importanza il piacere di poter sedere ad una buona tavola dopo una giornata intensa en plein air, nutrita di sole, di scarpinata, di frutta, di acqua e di un inebriante rifornimento d'emozione fisica e sensoriale, tanto che di solito -e non mi smentisco mai! già dal tardo pomeriggio m'accade d'iniziare ad evocare e pregustare il momento atteso e agognato del varcare la soglia del buon ristorante dove s'allestisce la gratificazione della buona cena!
4 commenti:
La provavo già gli scorsi giorni, ma oggi te lo devo dire: provo un'invidiaaaaa (sana eh). Soprattutto dopo aver visto quel fritto di pesce. Con un fritto mi si può corrompere.
Un abbraccio
Alex
mi pareva che non campavi solo di papaveri!?
alex il fritto già! se fritta è buona anche una ciabatta figurariomoci un pesciolino frescolino (ahi non ho fatto la foto al fritto di paranza, a volte l'istinto famelico è uù forte di quello estetico:))
cara alex so allora cosa prepararti per farti cosa grata!
quanto all'invidia, la tua è sanissima in quanto conscia, quell'altra quella tipo "invidiosa io ma quando mai ma proprio no!"ecco quella è altra faccenda!
consideriamo che in vacanza anche mangiar bene necesse! poi si rientra non c'è scampo
per te che sia un buon fine settimana!
antonietta,esclamazione e domanda!
alla domanda rispondo no non ne ho mai mangiato di papaveri ma c'è sempre tempo:))
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