venerdì 17 luglio 2009

Le sise de mòneche. Dolce tipico di Guardiagrele












il culto di Sant'Agata è originario siciliano ma come tutti i veri culti degni di devozione, ha propaggini e diramazioni, del resto la mitologia religiosa è una grande cornice contenitiva di pensieri e luoghi e l'inconscio collettivo lo visualizzo come un paiolone dove siamo tutti rimescolati e ricombinati!

A Guardiagrele c'è una vecchia pasticceria di quelle con la patina d'antan che vanta la tradizione di una segreta ricetta tramandata in casa dalla fine dell' '800, dell'antenato artefice Filippo Palmerio.

Ancor oggi in vetrina fa bella mostra il rinomato trio di seni.

Niente di trascendentale: una buona base di pandispagna dalla grana finissima e fittissima inondata d'una buona crema pasticcera, tutto qua però la nomea del segreto rende tutto più desiderabile.


Le monache Clarisse facevano questo dolce in onore di Sant'Agata - "le minni di sant'ajta"- ,
la faccenda del tre incuriosisce, quel fazzoletto messo tra i seni a pareggiare sporgenze, l'innaturalità perseguita e santificata nella lotta di repressione del corpo..però la gola, un peccatuccio di gola lo vogliamo fare?


ho ripensato ad una recensione letta d'un libro recente, che al più presto ho intenzione di procurarmi:

di Giuseppina Torregrossa, IL CONTO DELLE MINNE (Mondadori, 2009, p. 315, ril., € 24,60).

ecco di che parla:

Ogni anno nonna Agata vuole accanto a sé la nipote Agatina per insegnarle i segreti dei dolci in onore della Santa di cui entrambe portano il nome. Mentre impastano le cassatelle a forma di seno, le "minne", la nonna racconta il martirio della Santuzza, cui il crudele console Quinziano, non sopportando di sentirsi respinto, fece tagliare le mammelle. La drammatica vicenda rivela una delle regole del mondo maschile: "... devi sapere che gli uomini, se non ci provi piacere quando ti toccano, si sentono mezzi masculi, ma guai a te se ci provi piacere, perché allora ti collocano tra le buttane". Parte da qui il "cuntu", il racconto, della storia di una famiglia siciliana e delle sue donne straordinarie. Per ciascuna di loro, fino alla piccola Agatina che dovrà diventare grande, le minne hanno un significato speciale: grandi o minuscole, aride o feconde, amate senza pudore o trascurate da uomini disattenti, sane o malate, diventano la chiave per svelare i più intimi segreti della femminilità e dell'orgoglio di generazioni di donne e di una in particolare, forse la più coraggiosa.


1 commento:

annathenice ha detto...

La santa in onore della quale sono stati creati questi dolci è la stessa, ma la ricetta è diversa, come puoi vedere sul post di un altro mio blog ....

http://anna-thenice.blogspot.com/2009/09/le-minne-di-santagata.html

non è pan di spagna ma una specie di frolla fatta con la sugna e il ripieno di ricotta e canditi.... comunque il libro a me è piaciuto molto e te lo consiglio vivamente.
Anna

 
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