La marmellata di ciliegie:
ho avuto voglia di farla per via di certe belle ciliegie dark dalla polpa dura, simili e vicine all’amarena ma senza il sangue e l’asprigno dell’amarena,
le ho prese presso la Cooperativa Agricola di Legnaia, un po’ fuori mano, a Sollicciano, dove vale la pena andare per procurarsi la frutta più buona che si riesce a trovare a Firenze.
Venendo al dunque procurarsi:
due chili di ciliegie denocciolate,
un chilo di zucchero,
due bustine di fruttapec 2:1,
una pentola capace e dalle sponde alte,
un ventaglio, (che fa scena oltre alla primaria funzione)
un paio d’occhiali di gradazione più alta del normale (le ricette scritte sono sempre con un font microscopico)
Esecuzione:
Faccio bollire i barattoli sommersi abbondantemente d’acqua per 15 minuti,
non sterilizzo i tappi per la semplice ragione che da nuovi, nella confezione d’origine, li presumo sterili o cmq non infetti,
con le pinze (quelle di moda ora, le prendicibo) agguanto i barattoli bollenti e scolati li metto ad asciugare su di uno strofinaccio pulito infine dò una botta di phon all’interno per evaporare ogni traccia d’umido,
Seguendo la traccia indicata nel depliant di Fruttapec metto le ciliegie in una pentola d’acciaio, prendo la più alta che ho, va versata la frutta unitamente allo zucchero e alla pectina di già mischiati insieme, senza aggiunta d’acqua, così faccio ma sento in men di tre secondi odor d’attaccaticcio, il fatto è che queste durissime polpose ciliegie non hanno prodotto liquido alcuno, allora, allarmata, per prima cosa cambio il recipiente e mi oriento decisamente verso un caldaietto di rame(quello abruzzese per cuocere la pasta) e trasgredendo la raccomandazione metto dell’acqua, faccio ad occhio e sbaglio!
Ne metto evidentemente troppa perché da questo momento in poi si sballano tutti i tempi di cottura, ma quali tre minuti a seguire la bollitura piena?!
Quei tre minuti che fanno il vanto della proposta Fruttapec, in mano mia e per mano mia sono diventati quasi un‘ora (oltre al tempo occorso per arrivare alla bollitura)
Volevo far presto e sono rimasta beffata! Non mi resta che ingannar l’attesa mettendomi a fotografare ventagli e prove di consistenza di marmellata su piatto (ché a far foto mi passa subito il malumore!)
A proposito dell’annosa questione, pectina sì pectina no?
m’è sovvenuto alla memoria un battibecco fatto con mia sorella molti anni fa, lei persuasa al risparmio di tempo io integerrima avversa alle robe chimiche industriali, e rido tra me perché oggi a distanza di un bel lasso di tempo e con molta meno intolleranza mi dico che userò la pectina, in fondo è un addensante ricavato dalla mele e dagli agrumi e chissene dei purismi.
Un altro problemuccio me l’aveva dato la nozione di sterilizzazione dei barattoli, si dà per scontato cosa sia e come venga fatta, ho buttato via un sacco di tempo ricercando in rete ma nessuna soluzione bell’e pronta sul piatto telematico: “invasare nei vasi sterilizzati” è genericamente implicito, neppure Bressanini della Scienza in cucina ne ha parlato e al solito una rassegna disomogenea di pareri, chi mette solo nei vasi semplicemente puliti, chi usa uno sterilizzatore apposito con tanto di termometro, chi bolle per soli 10 minuti e chi intima almeno 30' se no non serve, la mia amica Mi. mette a bollire anche i coperchi ma non mi convinco per via della plastica del bordo interno anche se quelli a capsula della Bormioli sono fatti per la pastorizzazione ma un conto, mi dico, è quando sono avvitati, altra cosa è il contatto con l’acqua a bollore, inoltre c’è chi dopo aver invasato la marmellata già cotta e bollente, fa bollire a questo punto i barattoli (come accade per i pomodori) ma non ho feeling per questa pratica, non mi va di farla ricuocere dopo che è già cotta al punto giusto, infine mi stufo di tutta ‘sta manfrina e decido per una soluzione sensata come pare a me!
Quanto ai tempi di cottura non posso darne indicazione precisa, all’incirca c’è voluto una mezz’ora e più per portare la marmellata alla piena ebollizione, quindi un’ora per farla restringere ed addensare, a causa dell’acqua che vi ho versato, di contro ai tre minuti sbandierati.
Ah, per aumentare la consistenza ho versato anche il succo colato di due limoni, ma sì diamogli un’altra bella botta di pectina!
Appena giudico essere arrivata la giusta consistenza, mediante la prova sul piatto, spengo e allontano il pentolone,
Verso nei barattoli la marmellata bollente, chiudo col tappo a capsula e capovolgo i barattoli per 15’ (ho già messo in atto la dovuta attenzione di ripulire i bordi d’ogni appiccicosità)
infine posso rigirare i miei agognati barattoli e proferire compiaciuta la rituale formulina del “anche questa è fatta!”
2 commenti:
Vero, è una soddisfazione poter concludere l'operazione marmellata con un bel "anche questa è fatta!". Pensa che io mi sono avvicinata alla produzione di confetture solo da pochi anni; a frenarmi dev'essere stato il ricordo di mia nonna, tutta rossa in volto e massimamente affaticata, che passava interi pomeriggi a bollire albicocche, pesche o fichi. Con il senno di poi, ho capito perché impiegava così tanto tempo: cuoceva quantità industriali di frutta, con conseguente allungamento all'infinito dei tempi di cottura!
Io ho un sistema personale per sterilizzare i vasi, non lo scrivo mai nelle ricette perché non so quanto sia impeccabile il procedimento, ma fin'ora non mi è mai andata a male nessuna confettura. Lavo bene con acqua e sapone i vasetti, li risciacquo accuratamente, li scolo. Con ancora la poca acqua residua attaccata li metto nel forno a microonde; posiziono la manopola sulla massima potenza e scaldo per 4 o 5 minuti. L'acqua residua evapora completamente e i vasi diventano caldissimi. Li estraggo dal forno aiutandomi con uno strofinaccio pulito, li riempio con la confettura, tappo con i coperchi nuovi (anch'io non li sterilizzo per le stesse ragioni da te scritte) e capovolgo.
ciao
eugenia
eugenia scusa leggo solo ora il tuo commento (sono una testona che non ha messo l'avviso-commenti via e-mail) grazie della tua spiegazione, quello che fai tu posso adottarlo ad occhi chiusi con cieca fiducia anzi con illuminata fiducia!
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