lunedì 8 febbraio 2010
Venezia. Andar per bacari. "Alla Vedova"
locale storico nel mondo dei bacari,
cibi freschi gustosi buoni,
prendiamo baccala mantecato, canocchie, seppiette, fondi di carciofo, mattonelle di polenta bianca,
innaffiando con Soave,
accuso una certa mancanza di cordialità espansiva, "la Mirella" mugugnona e brontolona su una porta che immancabilmente non viene chiusa, lei comanda e non viene obbedita,
è ben chiaro che della curiosità altrui o della voglia di commento non gliene importa proprio, tiene le distanze e se, un attimo pressata, si sforza con fatica ad un minimo di concessione all'apertura relazionale.. quisquiglie si dirà, a mio avviso quisquiglie fondamentali che non fanno bene al cuore dell'ospite pagante,
si dirà che la parte umorale è tratto così umano da non dovervi rinunciare, non solo.. metti la giornata storta, però resta in bocca il retrogusto amaro all'avventore d'un certo tipo, quello che vede frustare la sua velleità curiosa e vispa, e che va via scontento per l'accoglienza buona negata e per un trattamento di palese indifferenza che lui non crede di meritare e con la bozza d'un ricordo fuor del registro memorabile,
a pensarci bene, in fondo sono due manifestazioni di ego che si contendono e si fronteggiano,
sarà che ci sono locali che vivono di rendita sulla fama accumulata del buon nome, locali storici, col curriculum della tradizione, il pedigree d'annata, che continueranno nei secoli a figurare nelle guide giuste e che per la ragione d'esser meta costante di quel tipo di viaggiatori che ci tiene a documentare il suo itinere, se ne potranno -i loro gestori, sbattere di far moine all'avventore di passo e strizzeranno l'occhiolino d'intesa al frequentatore stanziale cui sarà riconfermata l'automazione dell'apparteneza al clan, ebbene "alla vedova" è così.. ma io dissento totalmente da una visione del mondo così "particulare" che perde la rigenerazione del beneficio energetico della visita inedita, che non acchiappa al volo il guizzo del tratto di curiosità, di novità, d'entusiasmo di un altro colore e sapore,
allora penso che sono mestieranti e non artisti nell'esercizio del loro mestiere,
il tocco personale, l'impronta creativa non può riguardare solo l'allestimento dei cibi, deve investire il comportamento, la vivacità d'uno sguardo, la fierezza d'un gesto, il garbo d'una parola, il balletto non verbale d'un flusso di comunicazione, una versatilità intuitiva ed un immaginare... non sto esagerando.. qui non è accaduto, a volte -è raro- accade!
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6 commenti:
si , a volte capita , a volte tanta rugosità infreddolisce l'ambiente , ma d'altro canto se il piatto di baccalà e polenta ( il mio preferito ) si dispone di buona qualità assieme a chi con noi convivia( si dirà così?) , alla fine pure il brutto carattere altrui divien per me " caratteristico " :-)...
ma sì, la delusione a volte pizzica di più, a volte non te ne importa niente, a volte l'anonimato è oro, dipende! però essere trattati bene fa bene, con speciale riguardo, meglio:-))
che bella questa definizione "quisquiglie fondamentali", non so con chi trovarmi d'accordo, anche quello che scrive Caty è giusto, però intuisco la tua delusione: trovare una sorta di freddezza di fronte ad un approccio vispo e curioso, paralizza l'entusiasmo.
Comunque le foto e la descrizione dell'ambiente mi hanno suscitato tutta la mia invidia sfrenata (di quella buona però).
Ciao e buona giornata
Marg
marguerite ciao, talvolta è pure faccenda di ego, ma quando questo signor ego cade e può cadere!allora più nessuna fisima sussiste, cmq in linea di massima la declinazione della gentilezza e del calore umano è sempre una bella cosa!
Sono pienamente d'accordo con te!!
Il mangiare puo' essere anche buono, ma la cordialita' lo fa assaporare meglio.
Ti seguo sempre con piacere.
Ciao Cristy
cristy benapprodata!
ecco che venezia la magica produce magie e porta nuove amiche sul campo di papavero,
ho visto un coniglio brown lucciole pasta e fagioli volti felici case nuove in divenire..anche tu non scherzi quanto a magie!
grazie del tuo affacciarti qui
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