giovedì 9 settembre 2010

Le Puglie. Gli ulivi dei secoli. Indiscussi Patriarchi di autorità vegetale




































siamo nel territorio di Fasano una terra fortunata perché consta di pianura di collina e di mare,

nei pressi della fiabesca valle d'Itria, luogo di favola, punteggiata com'è di coni architettonici i cosiddetti trulli che rimandano ad un'altra era abitativa e che oggi sono il non plus ultra della chiccheria, l'esempio esibito dell'habitat country più chic immaginabile,

la campagna fatta di terra marrone rossa color del cioccolato è disseminata di presenze arcaiche,

emozionanti sculture vegetali,

gli Ulivi di Puglia sono Patriarchi di autorevolezza investiti,

veterani custodi di luoghi di terra,

reggitori di un simbolo sacro ,

la nozione d'ulivo sacra e poliedrica, vuol dire retaggio storico, fogliame d'argento, tronco di ruga antica, frutti preziosi,

i frutti preziosi, gemme vegetali a profusione paragonabili a un oro vegetale d'una tinta mutante da verdechiaro a verdescuro fino all'exploit del gialloluminoso liquido Olio,

fa impressione la vetustà dell'ulivo di Puglia,

maschera cristiana contorta e sofferta,

antropomorfa,

viluppo di anima dannata e d'annata!

gigante imbrigliato colpito e condannato ad esserci, incatenato alle leggi dure della resistenza del vivere,

scultura vivente forse senziente,

immutato nella lenta sua mutevolezza,

testimone costante del passaggio vorticoso di manciate di decenni di tempo

e spettatore neutrale della giravolta di ripetute avvicendate generazioni di umani avviluppati gli uni sugli altri come eserciti di automi alle prese dei corsi e ricorsi della storia, di fato buttato lì avverso oppure propizio,

mentre gli ulivi lì fermi incatenati a guardare lo spettacolo che scorre in guerre miserie carestie invasioni,

gli ulivi hanno visto tutto e sanno l'insania di tutti gli affaccendati alla scrittura della storia,

loro c'erano e ci sono,

intere saghe di vicende umane si sono affastellate nutrendosi di pianto e risa

mentre loro abbarbicati silenti fedeli alla logica del tempo, alla terra sempre ancorati,

ah tutto ciò mi fa una grande perturbante impressione

e ci penso mentre mi presto alle inerzie del tic negli autoscatti della cattura ricordo di attimi di vento di luce e d'aria vicino ai patriarchi


9 commenti:

artemisia comina ha detto...

la prima volta che li vidi, indimenticabili.

papavero di campo ha detto...

fanno senso grandi e sofferti pieni di vissuto silente

Caty ha detto...

grazie di questo omaggio a loro.e dell'abbraccio fisico , non sapendo se potrò mai farlo , ti sento mia ambasciatrice !

papavero di campo ha detto...

oh caty ecco una meta che posso suggerire a te e a me, a pieno titolo, la bellezza della fisicità della terra di puglia

nina ha detto...

strazianti in ogni nodo e piega e inchino e torcimento.
mi piacerebbe abbracciarli dal vero

nina ha detto...

strazianti in ogni nodo e piega e inchino e torcimento.
mi piacerebbe abbracciarli dal vero

nina ha detto...

strazianti in ogni nodo e piega e inchino e torcimento.
mi piacerebbe abbracciarli dal vero

Fabipasticcio ha detto...

Non ho mai visitato la Puglia, pur avendo amici pugliesi.
Ho visto un ulivo vecchio di tre secoli nei giardini di Trauttmansdorf, a Merano. Quello che mi ha colpito è che sembrava una scultura umana scolpita dal tempo, dagli atmosferili e dai pensieri della vita.
I tuoi scatti sono sempre pieni di poesia, così come lo sono i tuoi pensieri.
Leggere i tuoi pensieri è sempre un buon modo per iniziare la giornata!
Grazie
Baci Baci

papavero di campo ha detto...

nina sì come dici tu
strazianti in ogni nodo e piega e inchino e torcimento
infatti mi fa pensare alle sculture del laocoonte,

fabiana quando puoi vai in puglia e porta il tuo bambino a stare in un trullo, se ne affittano di bellissimi a cifre ottime se non vai d'agosto,
il mio abbraccio a tutt'e due

 
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