martedì 5 ottobre 2010

El dos del bec. A Toline frazione di Pisogne sul lago d'Iseo in Val Camonica. Quando in una notte buia allucini una cascina di calda luce gialla.








una mamma e una figlia, bellezze di Val Camonica:





com'era la vita nella valle:






il menù degustazione:














tutto è accaduto di notte, siamo stati portati da abitanti del luogo in una cascina addosso alla montagna e dirimpetto al lago d'Iseo, a cena a El dos del bec,

in Val Camonica in località Toline una frazione di Pisogne dove, prima di salire, un'occhiata al lago ci rimanda un nero d'acqua con luci,

una strada ripida (se vuoi risparmiartela, vengono a prenderti in "navetta"), ma per Gianfranco l'amico autoctono impavido pare essere una bazzecola,

s'arriva su e non si può avere purtroppo il fiato mozzato dal panorama, avvolto nella nera notte del tutto immune da qualsiasi alone di inquinamento luminoso, ma lo si si può benissimo immaginare che lì alla luce del giorno la vista deve essere un tal spettacolo, una vera e propria cartolina di Bell'Italia,

scrutiamo il buio presepe di luci dei borghi affacciati in giro perimetrale sul lago,

un breve indugio perché a due passi, a noi di fronte, la cascina di legno che emana gialla luce calda ci attira irresistibile come un magnete a varcarne la soglia,

il tavolo a noi destinato ci sta aspettando, proprio in mezzo sta, nella sala non grande già popolata, peccato per il rumore di fondo.. ma il sabato del villaggio colpisce in ogni dove e procura a tutti quanti quel brilluccichio negli occhi goduriosamente votati alla goduria del mangiare e tutti omologa, i grassi e i magri, i giovani e i vecchi, cadono distinzioni e barriere e ci s'introduce nella kermesse vivandiera,

i piatti sono della tradizione camuna, il ristorante difatti, annesso all'agriturismo, è il banco di prova del suo progetto informatore che vanta di servire i cibi del territorio e di produzione propria,

attingiamo ad un menù degustazione che prevede un piatto di formaggi caprini con marmellata di cipolla rossa di Tropea, un misto di affettati con giardiniera della casa e frittatina d'erbe, un patè vegetariano da spalmare sul pane, un appetosissimo pane integrale (che mi ha satollato e soddisfatto ed impedito di gustare in successione pietanza e dolce ahimé indisciplinata affamata che si sazia di antipasti!)e un piatto molto buono dei pesci pescati in lago, in marinata di zenzero e aceto,

passiamo ai primi:

un risotto -da sballo- alla patata al lardo al rosmarino, un risotto che nell'assaggio del momento e nel ricordo dipoi puoi visualizzare quale luminoso oggetto del desiderio!

delle tagliatelle con farina di castagne ai funghi porcini, che per bontà andrebbero ex aequo col risotto, che per me resta al top,

quindi la pietanza di maialino al forno con patate che ahi dicono morbido squisito,

a seguire lo strudel con gelato e crema zabaione che ahi-ahi dicono strabiliante,

per vino della casa un ottimo cabernet,

infine una delizia d'assaggio, il liquore alla liquirizia che ho molto gradito per non essere esageratamente alcolico e per il giusto equilibrio dell'aroma liquirizia..e mi è rimasta la curiosità del nome e marchio.

Usciti, nel fresco della notte, un'occhiata alle nostre spalle ci fa notare una bella casa moderna appollaiata sopra la cascina ristorante, presumibilmente l'alloggio dei proprietari dell'azienda, le cui attività sono allevamento degli ovini e caprini e la vendita dei formaggi e dei prodotti tipici della valle, in prevalenza castagne e funghi.

Che meraviglia, un nido fatto casa in perenne emozione di vista lago!

infine sul momento di andar via, si appropinqua un coccolone di cane, uso a ricever domestiche carezze ma mai pago di tenerezza aggiunta, gliene facciamo e quasi salterebbe in macchina, chissà forse vuole uno strappo giù a Pisogne!

metto il link di El dos del bec, incastonato in una bolla di natura via dal mondo in un possibile rifugio incontaminato e silenzioso


7 commenti:

Francesca ha detto...

accadde tutto in un bella notte!
ecco la mia entusiasta preferita.
il risotto al rosmarino lo adoro, l'ho fatto "per caso" per una volta et c'est parfait!

papavero di campo ha detto...

ricordo indelebile, penso non sia difficile rifarlo, m'inventerò una procedura, il lardo ci va assolutamente e l'aroma di rosmarino la morte sua,
c'est parfait ma cherie!

papavero di campo ha detto...

mia cara la risposta di prima non teneva conto di ciò appurato dopo atterrando chez ninà,
grazie e mille volte grazie di ciò che hai scritto e di pensare a me!

Grazia ha detto...

Pap, da tempo accarezzo l'idea di provare a fare le tagliatelle di farina di castagne con i porcini e forse questo tuo racconto mi darà la spinta finale!
Il liquore di liquerizia lo faccio in casa, con la spezzatina Amarelli e di solito conquista tutti.
Se vuoi ti mando la ricetta. Intanto baci

papavero di campo ha detto...

cara grazia tagliatelle marrone siano! ci sono tante ricette cui ispirarsi ne basta una fatta con buona creanza! se mi dirai la ricetta sarà un onore
"rosolio di liquirizia alla moda di Grazia" con un titolo così non resisterò!
a presto! ti aspetto!

Grazia ha detto...

Pap, ecco il liquore di liquirizia my way

Metti a macerare per 10 giorni, in un vaso a chiusura ermetica, mezzo litro di alcool a 95° con 100 grammi di liquirizia pura a scagliette e due radici di liquirizia.
Agita il vaso quotidianamente.
Trascorso il tempo indicato separa la liquirizia dall’alcool, tenendo da parte le radici (che sono una bella decorazione per le bottiglie).
Prepara uno sciroppo con 500 grammi di zucchero semolato, 750 ml di acqua e le scagliette di liquirizia scolate dall’alcool. Fai sciogliere il tutto a fuoco moderato, mescolando con pazienza. Lascia raffreddare e poi filtra con un colino e aggiungi allo sciroppo l’alcool tenuto da parte.
Mescola, imbottiglia e lascia riposare per altri 15 giorni. Il liquore è pronto: ne vengono 3 bottiglie da mezzo litro.

papavero di campo ha detto...

grazia un bacio di rin-grazia-mento!

 
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