giovedì 4 novembre 2010

Vialone nano Tenuta Castello di Desana nel vercellese per un signor pilaf aromatico




un vialone nano della Tenuta Castello di Desana (Vercelli) vale a dire un prodotto blasonato cioè uno dei migliori prodotti tipici delle migliori riserie d'Italia,

il pregio del vialone nano, si sa, è quello di gonfiarsi quanto gli occorre a coniugarsi sapiente con qualsiasi ingrediente,

ma non ho inteso sposarlo a verdure nè a sostanze proteiche, l'ho unito semplicemente agli aromi e rizzati (come usa dire in terra fiorentina a indicare che non si ricorre ad altra soluzione),

ho preparato un trito aromatico fatto di cipolla di tropea, uno spicchio d'aglio, menta e basilico; ci ho aggiunto un masala speziato di cumino, zenzero, cannella, coriandolo,

nella risottiera (quanto mi piace la risottiera mia!) ho messo a rosolare la giusta quantità di olio evo (l'ottimo di una produzione privata da Castagneto Carducci) il trito aromatico finissimo alla mezzaluna e il masala di spezie,

appena la cipolla suda e prima che troppo s'abbrustolisca cedendo all'impazzata tutte le sue sostanze volatili, calo il vialone nano e lo faccio ben imbibire di sapore,

quindi verso tutt'assieme non il brodo ma solamente acqua bollente già salata: per la quantità mi sono regolata come si usa per il pilaf, il doppio della quantità di riso più un pochetto appena (ma sto pochetto in più lo salto la prossima volta),

a fiamma bassa e col coperchio incappucciato a che non cada condensa e affinché si crei una cappa di calore senza dispersione alcuna, perciò per quindici minuti tutti non si deve alzare il benedetto coperchio e va da sé che non si debba mai rimestare,

così ho fatto e solo dopo il tempo stabilito ho sollevato il coperchio, il vialone richiede 17-20 minuti di cottura e lo lascio andare ancora qualche minuto,

ma circa la quantità di liquido giudico che la prossima volta ne metterò di meno,

aggiustamenti e intuizioni fanno l'esperienza, la virtù cuciniera non può farne senza, l'esattezza fisica e chimica non è data a priori, la procedura è suscettible di valutazione in corso,

cucinare è bello perché ci devi stare, con la testa, con la presenza, con l'acume e pure con la concentrazione..nel mio piccolo non ho mai preso in considerazione l'ipotesi di quattrosaltinpadella ma sono molto favorevole a quattrotesteincucina.. a scanso d'equivoci intendo che tutte le teste siano in una, nell'unica coccia mia!


riporto il reportage:











l'esito:

un riso che va gustato così com'è senza necessità d'ulteriore aggiunta, non serve infatti amplificare con mantecature né con tocco di formaggi grattugiati per un quid di connotazione di sapore,

un riso, a mio avviso e gusto, d'una semplicità che si fa bontà strabiliante,

pastosamente intrigante, intriso di sapore e di profumi che esplodono in bocca e che si fanno distinguere ciascuno peculiare nella gamma dei sentori,

un riso ad esatto esempio di quella semplicità eccellente da grande performance,

concetto questo che riferisco all'esito finale e non al fatto che ci sia voluta una particolare ability nell'economia di preparazione,

dico invece dello stile esecutivo, quello che mi corrisponde, per teoria e prassi sensibile alle mie corde: nessun culto manipolativo ultraelaborato piuttosto la naturalità perseguita e garantita dall'alto livello del prodotto impiegato,

ho accompagnato il signor pilaf aromatico con un cerasuolo (rosatello) montepulciano d'abruzzo etichetta Citra di Ortona, 2009, freddofreddo di frigo



3 commenti:

Irene ha detto...

ma che packaging favoloso ha questo vialone nano :) complimenti, bella ricetta

a.o. ha detto...

una signora risottiera, non c'è che dire!

papavero di campo ha detto...

nene benapprodata!
viva la tua e vostra bella tensione di applicarvi ad una tenzone d'un intero anno culinario!
ci vuole il passo ci vuole cuore complimenti e che belli anche i giri nel Carso!

aiuola non sono una signoooraaa!
la risottiera è bella però!

 
Creative Commons License
Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.