sabato 8 gennaio 2011

Lenticchie e cotechino. Cronaca d'una tradizione















giorno di San Silvestro, dare l'addio all'anno con i repetita della tradizione,

il cotechino, non è il precotto, ma quello di fiducia del macellaio, è già imbalsamato in una carta speciale e nella rete, ci vuole un'ora e mezza di bollitura nel pentolone d'acqua e darà un'aria puzzolente alla cucina visto che detesto usare la cappa aspirante che mi rimbomba il cervello (è buona è della Miele ma è un secolo che nessuno si cura di farla revisionare!) puzza stomachevole a parte della cottura in corso, quando l'assaggi è davvero tutt'altra cosa, c'è un abisso con il precotto pieno di conservanti-nitriti-nitrati-fosfati!

le lenticchie sono di Pantelleria, splendide! piccole sode rosso marrone,

le cuocio in questa maniera, prima fò rosolare uno scalogno affettato sottile in olio e un ciuffo di salvia, butto le lenticchie e le faccio insaporire, come col risotto, indi verso dell'acqua bollente e chicchi di sale grosso, abbasso al minimo la fiamma del fuoco e via andare per il tempo dovuto, non meno di'ora e quindici,

alla fine mi viene lo sghiribizzo di rusticizzarle, con un soffrittino a parte di due spicchi d'aglio rosso tritato a pezzettti picoli, dell'erbe aromatiche tritate quasi a polvere (foglioline picciò di salvia, aghi di rosmarino) un pizzico di peperone trito dolce ed uno piccante (dalla fornitura di terra d'Abruzzo), versato sulle lenticchie a fine della loro cottura, quest'idea m'è venuta ricordando che Camilla la mamma di Reaper lo faceva con la minestra di magro che in tal modo si esaltava e ne veniva squisitamente insaporita.

lenticche& cotechino, accompagnate con un delizioso Trebbiano profumato di terra natia.


Nessun commento:

 
Creative Commons License
Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.