mercoledì 23 febbraio 2011

La cena dei mandorli in fiore e della luna piena






















































i mandorli in fiore e la luna piena, insuperabile sipario della nostra cena santagatina,

allestita la raclette coi formaggi, il fornello elettrico al centrotavola con la suspense del suo funzionamento che rende tutto più vero sul filo dell'accadimento, a noi umani toglieteci la corrente elettrica e senza droga alcuna in una frazione di secondo ci cambia la chimica delle reazioni, ma fatalità permette!

ognuno di buzzo buono si mette a squagliarsi la sua dose formaggiosa, a gestirsi la personale spatolina ah stiamo attenti poscia versato il fluido sapore sulla goduriosa lessata patata che ci se ne fa di questa spatola rovente? il bis il tris ma please non reinfiliamola vuota di contenuto ah scusa io l'ho fatto eh già s'è carbonizzata la traccia di formaggio e si ride! ma non è questo il bello di questi trucchi d'aggregazione? grolle dell'amicizia, e fornelli roventi di ghisa nera per fondue bourguignonne e fondue di neuchatel!

in tavola ci sono formaggi della Valtellina di bontà inimmaginabile, che qui c'è sempre un filo diretto e pregiato con quei luoghi, e un salamino d'aspetto naif e di sapore diverso, tutt'altra cosa,

c'è lo sformato di cavolfiore e di porro schiaffato sulla pasta fillo

e ci sono infagottate nella friabile fillo anche le mele con gli odori speziati da strudel, e dopo cotte col loro colorino cotto e l'aroma sprigionante se ne vanno a posare sulla crema inglese (stavolta fa i capricci, ma no metti una punta di maizena e una bella frullata di minipimer, sì è liscia come deve essere, dai l'assaggio ma è buonissima!)

il tattinger ci sta d'un bene ma c'è pure un altro nettare giovane e fremente da Franciacorta, sai che non c'ha niente da invidiare al più attempato francesone? è la struttura dell'età, come con le persone, il giovane è fremente per definizione, spumeggia fa casino e se ne frega, giusto! tra l'altro quando mai un giovane si picca d'invidiare un vegliardo?

e scorrono chiacchiere e risa e musica e atomistiche ebbrezze chimiche e di pensiero fin sull' uscio del flusso d'accento più personale,

e mi avvicino a balù e m'immortalo con lei miafaccionasuomusicchio,

la convivialità ha dei suoi succhi che non vengono spremuti in cucina né allestiti ai fornelli, ma si distillano in fieri, eccitando delle vagues su cui soffia l'esperenzialità e il gioco si fa bello se noi siamo belli se ci concediamo d'esser belli, se siamo disinibiti il giusto, se ci accordiamo sintonici,

si sta bene a santagata!

calati perfettamente nella sindrome ci prendiamo cura di noi, corpo e anima, in tutt'e due è chiaro! nutrimento, duplice strada

Pa e Ma: à vous merci!


4 commenti:

Caty ha detto...

meravigliosi !!!tutti, i piatti, i gatti , gli umani ,come dire"beati voi"!!!

papavero di campo ha detto...

caty il buono della convivialità quando accade è un dono davvero

Romy ha detto...

Bellissima e suggestiva e pindarica la cena...l'anima vola su su nel cielo delle belle conversazioni,di quelle che fanno bene, di quelle che curano ogni ferita e la trasformano in sorriso...e poi...giù a picco, col corpo tutto, un bel tuffo nella crema inglese, e nel pelo morbido di un bel gattone color della notte! Che si vuole di più? Ma più di ogni altra cosa, cara Laura, l'incanto nasce da come scrivi tu, dai quadri che dipingi con le tue parole e coi tuoi scatti, quadri sempre così chiari, vividi: si vede con gli occhi, si sente col cuore quando ti si legge, che tu descriva una mostra,o un gatto o un pioppo. A te tutta la mia ammirazione.

papavero di campo ha detto...

romy! grazie di parole tanto care, è un dono la tua sensibilità ed io la gusto tutta come uno dei notri amati tè dall'ineffabile strascico che espande racconto e sentire,
grazie delle tue tracce qui, mi sono care come te

 
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