sabato 29 ottobre 2011
Faust di Sokurov
visto Faust di Sokurov, grande film che raggruppa una miriade di segni. L'ampiezza polisemica è quasi faticosa da sostenere a meno di non potare molte allusioni molti rimandi molte chiavi di lettura. Pienamente allegorico e archetipico e letterario e romantico e esoterico. Duole perché non parla d'altro che della finitezza della fugacità dell'ansia d'immortalità negata e se perseguita col patto diabolico d'una immortalità assurda e deprivante uguale..una solitudine eterna e nessuna possibilità di salvezza. Perfettamente calzante e letterariamente pregnante è l'ambientazione in un secolo quasi atemporale che è '700 o '800, la vita vi è colta quale rassegna di girone infernale in terra dove tutti sono pedina di qualcosa di più astratto di più crudele di più insensato, lo stesso faust fa una pena immensa obbligato alla frustrazione perenne, dice lo strozzino-diavolo-caprino che faust è l'eterno errante che vaga per le montagne e le valli della vita, e pare condannato da se medesimo e dagli eventi ad una parte assurda e demenziale dove di libero arbitrio c'è un'acca pur da firmatario del contratto. Il gioco delle parti è una corale disperante farsa di inconcludenza di futilità di inconsapevolezze di stoltezza di giochi già fatti senza luce alcuna di redenzione, non c'è salvezza e non c'è vera romanticheria che è una pia e ineffabile illusione, un altro modo forse come la scienza o come il ricamo per riempire il vuoto. La domanda irrisolta, a partire di dove sia albergata l'anima, se nella testa nel cuore o nei piedi, che nella situazione di paura hanno una tale vitalità e sono davvero animati, slitta al senso della vita, su quel in principio era il verbo oppure il senso oppure l'azione e di domanda in domanda si snoda la vicenda. Il diavolo, vera icona di diavolo d'un diavolo, è una figura simpaticissima, ironica e autoironica, anch'egli vittima di condannato al ruolo e infinitamente triste della noia e della ripetizione costante alla ridda di scempiaggini e di bastardate che è la vita cosiddetta umana, di esseri tanto imperfetti che buttano la loro stupida vita senza capire e sapere nient'altro se non la bieca e cieca programmazione di istinti, di bestialità e di opacità cronica. Ah che disperazione ha rappresentato Sokurov! lui è bravo, allievo che supera il maestro o se non lo supera comunque ne è un degno autorevole continuatore. E che deliziosa battuta circa un esagitato che in carrozza blatera e blatera e faust dice " ma è matto? ma no, risponde il diavolo, è russo! Margarethe è di una bellezza da quadro, è rinascimentale, è una mela tedesca da fiaba alla Brentano, è una ragazzotta giovane della bellezza tipica fiabesca, è la vittima designata ad essere immolata dal non sense dell'esistenza. Splendido uso del grandangolare e che magia la deformazione dei visi degli amanti quando da ravvicinati vedono -ah già che cosa vedono nel volto dell'altro? una sorta di fusione di mutazione alchemica di essenza o d'illusione e nell'epifania dei volti si sconfina forse nel distillato o nella sovrapposizione di facce e di relative essenze spirituali..insomma una tal magia che mi ha fatto trasalire. Sokurov ha un tale occhio poetico sempre anche quando pare ossessionato invece dal razionale dalla foga dell'empiria o della dimostrazione enciclopedica. Ne parlo adesso a caldo e vò di palo in frasca ma è un film complesso, tosto, angosciante (un'altro tipo di angoscia da quella di Melancholia di Lars von Trier eppure tutt'e due vanno a combaciare nella mancanza di senso del tutto quanto ci circonda e ci ingloba e ci divora) un film che racchiude in sé una miniera di rimandi, e di decodifiche e di suggestioni e di spunti, a iosa davvero, e di imput alla pensabilità, dolorosa fino all'insostenibile ma comunque di appannaggio di questa tormentata mente dell’essere umano capace di infinite declinazioni, di masochismo e di anelito di diniego e di esplorazione, d'immaginalità e di sogno in ogni perseguibile variante
28 ottobre 2011, concerto di Francesco de Gregori, al Viper Theatre, a Firenze
28 ottobre 2011 al viper theatre di firenze un grande francesco de gregori,
bella emozione e piccola grande felicità d'aver assaporato dal vivo la magnifica performance di musica e di suggestione di parola,
la vivida emozione che lascia il piacere intimo di esserci stata, di aver annusato e assaporato la gradevolezza alta del poeta e del musicista di razza,
un concerto vitalissimo e coinvolgente di due ore piene, quando l'emozione viene giocata nel vivo, le canzoni tutte con nuovi arrangiamenti, la band di giovani di grande affiatamento e prestazione, lui animale da palcoscenico, misurato e gentile, equilibrato e sciolto, con quella disinvoltura e nonchalance che corrisponde ad un'esperienza e a una passione d'una vita intera,
impressionante per me ricordare d'averlo visto 36 anni fa a roma -camicia bianca pelorosso hanno ammazzato pablo pablo è vivo)siamo cambiati siamo gli stessi ma il mutamento degli anni trascorsi non ha intaccato l'essenza -così mi pare- sua e mia e appare il mio un parlare vago, riguardo alle leggi del sogno e della poesia, e dello stare da una parte e mai da quell'altra, ma è di struttura, difatti, è di costituzione, di vocazione..
le canzoni storiche pur tanto diverse dagli originali -la qual cosa sempre perturba il conservatore- davvero creano una magia che ha del commovente - vedi delle teste e dei corpi, ammassati stretti, che pigliano irrefrenabili a dondolare, irresistibili al movimento che parebbe impacciato ed esitante ma che diviene, per certuni, un'espressione di cosciente naturalezza
e si sente palpabile il palpito dell'anima che si scrolla dalle apatie, si inzuppa di ricordo e del tempo diluito e concentrato e si risveglia, eccitata, la memoria d'affetti,
e non mi sento nient'affatto banale a rivelare che quando è il momento di quei brani - pietre miliari e puro concentrato di identità- alice, la donna cannone, non c'è niente da capire, rimmel (beh che dire? tutto rimmel è una voce interiore) la vibrazione corale, accumulata e d'improvviso sganciata dall'archiviazione affettiva della memoria, è qualcosa di fisico e di toccante..
molti dell'età nostra -più designati, più sensibilizzati e provati dal ricordo, ma molti moltissimi se non la maggioranza, sono giovani, ventenni e trentenni (anche da Paolo Conte, uguale, e la cosa quasi mi stupiva) giacché la musica di tal spessore e d'intima sapiente vis poetica, non ha età.. questo reca consolazione, prova e conferma che Anima che fa anima è un linguaggio eterno
la scaletta del concerto:
Generale / Caldo E Scuro /Vai In Africa Celestino /Niente Da Capire / Finestre Rotte / Gambadilegno A Parigi/ Agnello Di Dio/ Non Dirle Che Non E’ Così (If You See Her, Say Hello)cover del brano di bob dylan/ Il Panorama Di Betlemme/ Sempre e Per Sempre/ La Storia Siamo Noi/ Tempo Reale/ La Casa/ Titanic/ Alice/ Buonanotte Fiorellino/ La Donna Cannone/ Rimmel/ Bellamore/ Compagni Di Viaggio/ Battere E Levare/ Sotto Le Stelle Del Messico A Trapanar/ A Chi (di Fausto Leali)
scioltezza e misura e ancora entusiasmo, il tratto costitutivo dell'anima musicale, l'entusiasmo è la voglia di cantare e di suonare,
quando la musica diviene risorsa di vita,
quando la musica è ancora un'acqua amniotica
una bella intervista a de gregori per il corriere.it
Briciola sulla neve, lucciola nel bicchiere
Bellamore Bellamore fatti vedere
E vieniti a sedere, vieniti a riposare
Su questa poltroncina a forma di fiore
Questa notte che viene non darà dolore
Questa notte passerà senzarti del male
Questa notte passerà
O la faremo passare
FRANCESCO DE GREGORI-BELLAMORE
travolgente interpretazione, ieri sera di questa:
Francesco De Gregori, Panorama di Betlemme
FRANCESCO DE GREGORI - BATTERE E LEVARE (LIVE)
Lo vedi tu com'è... bisogna fare e disfare.
Continuamente e malamente e con amore, battere e levare.
Stasera guardo questa strada e non lo so dove mi tocca andare.
Lo vedi, siamo come cani. Senza collare.
Lo vedi tu com'è... è prendere e lasciare.
... Inutilmente e crudelmente e per amore, battere e levare.
Ma non lo vedi come passa il tempo?
Come ci fa cambiare? E noi che siamo come cani. Senza padroni.
bella emozione e piccola grande felicità d'aver assaporato dal vivo la magnifica performance di musica e di suggestione di parola,
la vivida emozione che lascia il piacere intimo di esserci stata, di aver annusato e assaporato la gradevolezza alta del poeta e del musicista di razza,
un concerto vitalissimo e coinvolgente di due ore piene, quando l'emozione viene giocata nel vivo, le canzoni tutte con nuovi arrangiamenti, la band di giovani di grande affiatamento e prestazione, lui animale da palcoscenico, misurato e gentile, equilibrato e sciolto, con quella disinvoltura e nonchalance che corrisponde ad un'esperienza e a una passione d'una vita intera,
impressionante per me ricordare d'averlo visto 36 anni fa a roma -camicia bianca pelorosso hanno ammazzato pablo pablo è vivo)siamo cambiati siamo gli stessi ma il mutamento degli anni trascorsi non ha intaccato l'essenza -così mi pare- sua e mia e appare il mio un parlare vago, riguardo alle leggi del sogno e della poesia, e dello stare da una parte e mai da quell'altra, ma è di struttura, difatti, è di costituzione, di vocazione..
le canzoni storiche pur tanto diverse dagli originali -la qual cosa sempre perturba il conservatore- davvero creano una magia che ha del commovente - vedi delle teste e dei corpi, ammassati stretti, che pigliano irrefrenabili a dondolare, irresistibili al movimento che parebbe impacciato ed esitante ma che diviene, per certuni, un'espressione di cosciente naturalezza
e si sente palpabile il palpito dell'anima che si scrolla dalle apatie, si inzuppa di ricordo e del tempo diluito e concentrato e si risveglia, eccitata, la memoria d'affetti,
e non mi sento nient'affatto banale a rivelare che quando è il momento di quei brani - pietre miliari e puro concentrato di identità- alice, la donna cannone, non c'è niente da capire, rimmel (beh che dire? tutto rimmel è una voce interiore) la vibrazione corale, accumulata e d'improvviso sganciata dall'archiviazione affettiva della memoria, è qualcosa di fisico e di toccante..
molti dell'età nostra -più designati, più sensibilizzati e provati dal ricordo, ma molti moltissimi se non la maggioranza, sono giovani, ventenni e trentenni (anche da Paolo Conte, uguale, e la cosa quasi mi stupiva) giacché la musica di tal spessore e d'intima sapiente vis poetica, non ha età.. questo reca consolazione, prova e conferma che Anima che fa anima è un linguaggio eterno
la scaletta del concerto:
Generale / Caldo E Scuro /Vai In Africa Celestino /Niente Da Capire / Finestre Rotte / Gambadilegno A Parigi/ Agnello Di Dio/ Non Dirle Che Non E’ Così (If You See Her, Say Hello)cover del brano di bob dylan/ Il Panorama Di Betlemme/ Sempre e Per Sempre/ La Storia Siamo Noi/ Tempo Reale/ La Casa/ Titanic/ Alice/ Buonanotte Fiorellino/ La Donna Cannone/ Rimmel/ Bellamore/ Compagni Di Viaggio/ Battere E Levare/ Sotto Le Stelle Del Messico A Trapanar/ A Chi (di Fausto Leali)
scioltezza e misura e ancora entusiasmo, il tratto costitutivo dell'anima musicale, l'entusiasmo è la voglia di cantare e di suonare,
quando la musica diviene risorsa di vita,
quando la musica è ancora un'acqua amniotica
una bella intervista a de gregori per il corriere.it
Briciola sulla neve, lucciola nel bicchiere
Bellamore Bellamore fatti vedere
E vieniti a sedere, vieniti a riposare
Su questa poltroncina a forma di fiore
Questa notte che viene non darà dolore
Questa notte passerà senzarti del male
Questa notte passerà
O la faremo passare
FRANCESCO DE GREGORI-BELLAMORE
travolgente interpretazione, ieri sera di questa:
Francesco De Gregori, Panorama di Betlemme
FRANCESCO DE GREGORI - BATTERE E LEVARE (LIVE)
Lo vedi tu com'è... bisogna fare e disfare.
Continuamente e malamente e con amore, battere e levare.
Stasera guardo questa strada e non lo so dove mi tocca andare.
Lo vedi, siamo come cani. Senza collare.
Lo vedi tu com'è... è prendere e lasciare.
... Inutilmente e crudelmente e per amore, battere e levare.
Ma non lo vedi come passa il tempo?
Come ci fa cambiare? E noi che siamo come cani. Senza padroni.
venerdì 28 ottobre 2011
vento, respiro, alito, cuore d'oro
"le parole latine, animus -spirito- e anima -anima- corrispondono al greco anemos, -vento-. L'altra parola greca per vento, pneuma, significa anche spirito. La stessa parola la si trova nel gotico, usanan -espirare- e nel latino anhelare -ansimare-. Nell'antico alto tedesco l'espressione spiritus sanctus, era resa con atum -alito-. In arabo, vento è rih, mentre ruh significa anima, spirito. Analoghi nessi ha la parola greca psiche, imparentata con psichein -respirare-, psichos, -fresco- psicros, -freddo, gelido- e phisa -mantice-. Questi nessi mostrano chiaramente come in latino, in greco e in arabo i nome dati all'anima siano collegati con la nozione di aria in movimento, -il freddo alito degli spiriti- -Jung-
citato in James Hillman, Anima. Anatomia di una nozione personificata, 1985, Adelphi, 1989
Neil Young - Heart of Gold
a seguire, un live del 1971 (skippate, se volete evitare il preliminare, a un minuto e 47)
Neil Young - Heart Of Gold
sono stato un minatore per un cuore d'oro -anche questo significa pienamente fare anima-
citato in James Hillman, Anima. Anatomia di una nozione personificata, 1985, Adelphi, 1989
Neil Young - Heart of Gold
a seguire, un live del 1971 (skippate, se volete evitare il preliminare, a un minuto e 47)
Neil Young - Heart Of Gold
sono stato un minatore per un cuore d'oro -anche questo significa pienamente fare anima-
only love
" in contrasto con la profondità storica di Anima, Eros è eternamente giovane, non ha storia e addirittura spazza via la storia o se ne crea una sua, la sua love-story. E mentre Anima si ritrae verso l'isolamento meditativo (il ritiro dell'anima) Eros cerca sempre nuove unioni"
James Hillman, Anima. Anatomia di una nozione personificata, 1985, Adelphi, 1989
Crosby, Nash & Young - Only Love Can Break Your Heart - 1972
Paul McCartney&Neil Young - Only Love Can Break Heart
James Hillman, Anima. Anatomia di una nozione personificata, 1985, Adelphi, 1989
Crosby, Nash & Young - Only Love Can Break Your Heart - 1972
Paul McCartney&Neil Young - Only Love Can Break Heart
il fare anima
" il fare anima -un tempo si sarebbe detto formare il carattere- implica la sensazione di essere coinvolti in un tutto, di essere immersi nella sostanza del mondo, ed è di questo che l'anima ha bisogno o desiderio ed è per questo che il Daimon è entrato nelle nostre vita da principio:ha bisogno di realizzare il suo destino in terra"
-James Hilmann - L'anima del mondo, conversazione con Silvia Ronchey, per Rizzoli, 1999-
Neil Young - After The Gold Rush
-James Hilmann - L'anima del mondo, conversazione con Silvia Ronchey, per Rizzoli, 1999-
Neil Young - After The Gold Rush
IN MEMORIA DI JAMES HILLMAN
in memoria di un'anima grande, James Hillmann, che con la sua vita personale e di studioso, con l'articolazione della sua unicità di anima ha arricchito l'anima mundi e il processo intero di conoscenza e di evoluzione di questa povera imperfetta umanità, a lui in dedica questi versi che lui stesso aveva messo in epifrafe d'un suo libro:
ben triste cosa è l'essere umano,
giacca strappata su uno stecco, se
l'anima non può battere le mani
e poi cantare più forte
per ogni strappo dell'abito mortale - W.B.Yeats-
- la mia anima ora batte le mani e canta a James Hillman, grata della bellezza e dei doni sapienti che ha elargito con generosità e sensibile condivisione
un canto di memoria struggente in dedica a JAMES HILLMAN
Neil Young-"Philadelphia"
NEIL YOUNG - I BELIEVE IN YOU
"CHIAMATE VI PREGO IL MONDO LA VALLE DEL FARE ANIMA. ALLORA SCOPRIRETE A CHE COSA SERVE IL MONDO"
-KEATS- citato sempre da Hillmann
ben triste cosa è l'essere umano,
giacca strappata su uno stecco, se
l'anima non può battere le mani
e poi cantare più forte
per ogni strappo dell'abito mortale - W.B.Yeats-
- la mia anima ora batte le mani e canta a James Hillman, grata della bellezza e dei doni sapienti che ha elargito con generosità e sensibile condivisione
un canto di memoria struggente in dedica a JAMES HILLMAN
Neil Young-"Philadelphia"
NEIL YOUNG - I BELIEVE IN YOU
"CHIAMATE VI PREGO IL MONDO LA VALLE DEL FARE ANIMA. ALLORA SCOPRIRETE A CHE COSA SERVE IL MONDO"
-KEATS- citato sempre da Hillmann
giovedì 27 ottobre 2011
mercoledì 26 ottobre 2011
ti chiama per nome
Love Calls You By Your Name Leonard Cohen traduzione italiano
Pensavi che non potesse mai accadere
A tutte le persone che sei diventato,
Il tuo corpo perso nella leggenda, la bestia così docile.
Ma quì, giusto quì,
Tra la voglia e la macchia,
Tra l'oceano e le tue vene aperte,
Tra il pupazzo di neve e la pioggia,
Una volta ancora, una volta ancora,
L'amore ti chiama per nome.
Le donne nel tuo album
Che ancora elogi e biasimi,
Dici che ti incatenarono alle tue unghie
E scalasti le stanze dalla fama.
Ma quì, giusto quì,
Tra gli arachidi e la gabbia,
Tra l'oscurità ed il palcoscenico,
Tra l'ora e l'età,
Una volta ancora, una volta ancora,
L'amore ti chiama per nome.
Tenendo in spalla la tua solitudine
Come una pistola che non imparerai a puntare,
Inciamperai all'interno di questa casa cinematografica,
Poi entrerai, tu entrerai all'interno del fotogramma.
Sì, e quì, giusto quì
Tra il chiaror di luna ed il vicolo,
Tra la galleria ed il treno,
Tra la vittima e la sua chiazza di sangue,
Una volta ancora, una volta ancora,
L'amore ti chiama per nome.
Lascio la signora meditare
Sul tanto amore che io, io non desidero chiedere,
Io viaggio giù per i cento gradini,
Ma la strada è sempre la stessa.
E quì, giusto quì,
Tra il ballerino ed il suo bastone,
Tra la barca a vela ed il drenaggio,
Tra il cinegiornale ed il tuo minuscolo dolore,
Una volta ancora, una volta ancora,
L'amore ti chiama per nome.
Dove sei Judy, dove sei Anna?
Dove sono i percorsi dai quali i tuoi eroi vennero?
Meravigliandosi a voce alta come quando il bendaggio viene tolto,
Stavo, stavo solamente zoppicando, ero io veramente zoppicante?
Oh quì, vieni quì,
Tra il mulino ed il grano,
Tra la meridiana e la catena,
Tra la traditrice ed il suo lavoro,
Una volta ancora, una volta ancora,
L'amore ti chiama per nome.
joan of arc leonard cohen
Leonard Cohen - Joan of Arc
Le fiamme seguivano Giovanna d'Arco
Mentre veniva cavalcando attraverso il buio;
Nessuna luna per far risplendere la sua armatura,
Nessun uomo per condurla attraverso questa notte piena di fumo.
Disse, ''Sono stanca della guerra,
Voglio il tipo di lavoro che facevo prima,
Un vestito da sposa o qualcosa di bianco
Da vestire sopra la mia enfatica brama.''
Sono felice di sentirti parlare in questo modo,
Sai che ti guardai cavalcare ogni giorno
E qualcosa in me desiderava vincere
Una così fredda e solitaria eroina.
''E chi sei tu?'' lei disse aspramente
A colui nascosto nel fumo.
''Perchè, io sono il fuoco,'' rispose,
''Ed amo la tua solitudine, amo il tuo orgoglio.''
''Fuoco, rendi il tuo corpo freddo,
Ti sto per dare il mio da tenere,''
Disse questo mentre vi entrava
Per essere la sua unica, per essere la sua sola sposa.
Ed in profondità dentro il suo ardente cuore
Egli prese le polveri di Giovanna d'Arco,
E alto sopra gli ospiti del matrimonio
Appese le ceneri del suo vestito da sposa.
Fu in profondita nel suo ardente cuore
Che prese la polvere di Giovanna d'Arco,
E lei chiaramente capì
Che se lui era il fuoco, oh lei doveva essere il legno.
Vidi il suo fremito, vidi il suo pianto,
Vidi la gloria dei suoi occhi.
Io stesso desidero amore e luce,
Ma deve essere così crudele, e così luminoso?
e qui le indimenticabili unicissime immagini del magnifico film di Dreyer La passione di Giovanna D'Arco, film muto del 1928, con l'impareggiabile Renée Falconetti, indimenticabile insuperata
Leonard Cohen & Jennifer Warnes - Joan Of Arc
e fabrizio, da poeta a poeta "amo la tua solitudine amo il tuo sguardo"
Fabrizio De Andre' Giovanna D'Arco
avalanche
martedì 25 ottobre 2011
A TUTTI VOI AMICI SILENTI
So - ché alla fine si sanno e si intuiscono molte cose- che molti amici silenti vengono in questo campo,
io ne sono felice e un po' commossa e piacevolmente turbata e molto grata
ecco questa emozione espressa in segno grafico è per Voi amici silenti
voglio bene alla vostra gentilezza esplorativa che sa tacere già che non c'è sempre bisogno di manifestarsi e di proferire,
grazie che passate per di qua, ve ne siete accorti? molto amore metto in questo blog o vogliamo dire passione! ma è lo stesso..cura premura amore passione spando qui nel mio spazio di libertà e di tensione ideale e di reverie e di sogno sognato e risognato e voluto e perseguito, sì anche la mia vulnerabilità che non ci si nasconde dietro a un dito, insomma tra le righe si evince tanto e mi piace così
words & poppies
Papavero - Malia - se mi guardi...
lunedì 24 ottobre 2011
papavero animato dal vento
il papavero
animato dal vento
fiore che danza
haiku 24 d'ottobre 20011
PATTI ROTHBERG flicker live acoustic
flicker: sfarfallio
flicker:
baluginare
barlume
battere
chi colpisce
fluttuazione luminosa
fremere
fremito
guizzare
guizzo
lampo
ondeggiare
scintillamento
sfarfallamento
sfavillare
svolazzare
tremolare
tremolio
vacillare
vibrare
Patti Rothberg Performs "Flicker"
anchorage
attraverso i papaveri danzanti
sabato 22 ottobre 2011
in dedica a papà
venerdì 21 ottobre 2011
giovedì 20 ottobre 2011
papavero tremolo di pieno ottobre
aria d'autunno
papavero tremolo
flirta col vento
haiku danzante, 20 d'ottobre 2011
tremolo, 1^ persona del presente indicativo del verbo tremolare
tremolare, palpitare, ondeggiare
bello il tremolare in enghish: waver, palpitate, pulsate
- to quiver (foglie) - to tremble (voce) - to flicker (fiamma/luce) -
trèmolo:
s.m.
1 MUS Abbellimento musicale consistente nella rapida ripetizione di una nota o di due note alternate, che creano l'effetto di un suono tremolante: un tremolo di violino
‖ Nell'organo e in altri simili strumenti, meccanismo che facendo uscire l'aria con brevi e rapide interruzioni, dà alla nota o alle note un suono tremolante
in Botanica c'è il Pioppo tremulo, varietà di pioppo (Populus tremula) caratterizzata da foglie argentee, molto mobili
il pleut
la pioggia fitta
nasconde i colori
eppur ci sono!
haiku di pioggia, 20 d'ottobre 2011
tema di pioggia
chiama tema d'abbracci
bagnati asciutti
tenderhaiku, 20 d'ottobre 2011
Il pleut - Apollinaire
Il pleut des voix de femmes comme si elles étaient mortes même dans le souvenir
c’est vous aussi qu’il pleut, merveilleuses rencontres de ma vie. ô gouttelettes!
et ces nuages cabrés se prennent à hennir tout un univers de villes auriculaires
écoute s’il pleut tandis que le regret et le dédain pleurent une ancienne musique
écoute tomber les liens qui te retiennent en haut et en bas
Guillaume Apollinaire, Il pleut, in Calligrammes, Paris, Gallimard, 1970
mercoledì 19 ottobre 2011
In memoria di Andrea Zanzotto anima grande
Vite giuste ed insigni, papaveri
Vite singolarmente/single/decise
lungo tutte le strade
innumeri saluti, quasi lievemente
militari,
ma più finemente
illimitatamente
distratti e pur come
di me in attesa
di nostri occhi tanto
in attesa che il vostro rosso attendere
non -identificammo-
ci identificammo a vicenda
Soldatini miei
dimenticati qua e là da chissà
quali e quanti universi!
Che ora mi fate present'arm
O immagini delle mie innumerevoli fedeltà
Andrea Zanzotto, da Conglomerati, 2009 Mondadori Lo specchio Poesia
"papaveri"
fiammelle qua e là per prati
friggono luci disperse ognuna in sé
quelle Siamo Noi, racimoli del fuoco
... che pur disseminando resta pari a se stesso
è zero che dona, da zero, il suo vero.
Andrea Zanzotto, da Conglomerati, Mondadori, 2009
Anima grande, Zanzotto, il mio tributo a lui, nel mio campo sta
qui qui qui qui
Andrea Zanzotto e il "Quartiere del Piave"
"la vera opera d'arte si confonde con ciò che è artigiano, arte e artigianato in un tutt'unico anzi opere e giorni, quotidianità"
Andrea Zanzotto
sono un papavero autunnale - vorrei incontrarti, Alan Sorrenti e Andrea Chimenti
un'idea di papavero - un'idea di stelle buone
lunedì 17 ottobre 2011
la sinfonia frondosa
dal pioppo nero
la sinfonia frondosa
l'autunno live
haiku del 16 ottobre 2011
le amiche gli amici di questo campo sanno della liason mia col pioppo, che si sta snodando da tempo attraverso vicenda di stagione e di sentimento,
il mio tributo si ripete si rinnova tiene,
la linfa d'albero, per simpatia e analogia, sveglia altra linfa,
fantasia e realtà s'intrecciano come rami espansivi e danzanti
e il vento, pneuma e respiro, vi gioca la sua forza, d'impeto e carezza,
la natura viva, risorsa e conforto, mi fa sentire viva
e nell'espansione i flussi di emanazioni sono possibili, niente di trascendentale, solo respiro e cuore in ascolto
domenica 16 ottobre 2011
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