mercoledì 20 agosto 2008

Le melanzane ripiene. Una ricetta fondante



Una ricetta fondante.

In aggiunta a quanto ho detto sull'istituzione, la prerogativa, la caratteristica, la certezza.

Una testimonianza di esperienza culinaria, della propria.

A pieno titolo nel novero dei cibi del lessico familiare.


Così come nelle famiglie si tramandano, che si voglia o no, infinite e indefinite trame inconsce, sui più svariati e personalistici registri, anche alcune preparazioni fondanti hanno lo stesso fine e destino. Così le melanzane ripiene, appaganti del gusto si confermano nella cordata generazionale.

Cibi affettivi.

Il bello della ricetta filmata- in una nutrita sequenza, di cui sono strenuamente sostenitrice, facitrice e teoretica !:)))) è che se mi piglia il ghiribizzo, come in questo caso, di saltare la cronaca doviziosa della sua preparazione, ci sono le immagini a descrivere e raccontare..

solo alcune doverose noticine:

ci vuole perizia!

non ci s'improvvisa con facilità allo scavo della melanzana, oltre all'apposito attrezzo, che non è un problema procurarselo, occorre saperlo destreggiare perché a bucare la melanzana in un attimo di baldanza ci vuole un nonnulla e non vanno assolutamente bucate!


ciò che viene tolto dall'interno della melanzana, dopo essere lavorato alla mezzaluna, va sciacquato abbondantemente in acqua, strizzato e vedrete che ne rimane un pugnello;

il pangrattato deve provenire da pane raffermo, non è ottimale quello comprato (dall'inquietante sembianza di segatura talvolta)

nel ripieno, beh si vede ci vogliono uova, scamorza (non quella affumicata) parmigiano, tanto!, mortadella mezzalunata, pomodori spellati a pezzetti senza acquetta, prezzemolo, basilico, senso di fior di finocchio, peperone verde a pezzettini se aggrada e l'interno della melanzana dopo il trattamento subìto, diversi giri d'olio e se l'impasto fosse troppo compatto anche un gocciolo di latte ma senza eccedere.

Esecutrice è stata mia madre, la quale immancabilmente non si astiene dal commentare che queste melanzane non sono l'ottimo, ci vogliono della giusta qualità e misura, tondotte e soprattutto con la buccia fine ma valle a trovare! Invece quelle delle nostre parti in Abruzzo, nella sua memoria, erano giuste, anzi perfette!

4 commenti:

cocozza ha detto...

Mamma mia io vado pazza per le melanzane fatte in tutti i modi e queste della tua famiglia che dire sonoooo!succulente!forse non basta, di più,cosi piccole però non è facile trovarle dovrei fare un salto a Sorrento là le vendono di sicuro che le ho sempre viste e comprate.
a presto cocozza

papavero di campo ha detto...

se ti cimenterai nell'impresa ne avrai gran soddisfazione!
poi melegnane di sorrento mi suona tanto bene..così bene da evocare vecchie e splendide canzoni napoletane come torna a surriento o maruzzella o core ingrato o tanto per restare in tema "a vucchella..
questa ricetta merita materia prima di grande qualità

grazie della visita, a presto!

Palmiro Poltronieri ha detto...

Tanto di cappello!
quanto lavoro c'è dietro, sono incoraggiato ad un tentativo appena ho l'occasione!
grazie del suggerimento, frequenterò il tuo blog più spesso,
però si ha l'impressione di perdersi per le tante foto...
che mi dici di quel bianco Yamada pecorino, (quanto sono esigente...)
un caro saluto
zavorka

papavero di campo ha detto...

zav grazie d'essere passato!
touché per quanto dici sull'abbondanza della foto! ci penso che sono troppe ma sono anche intrigata dal ridondare: una bella ambivalenza!

ho visto sul tuo blog che sei abile e curioso non solo per il cimento in cucina..per una tua visione allargata sia umanistica che scientifica.. stai perseguendo il vero ideale del rinascimento!!

circa il vino posso dirti che era gradevolissimo, abbiamo praticamente snobbato tutti gli altri per dedicarci a questo pecorino/vitigno/vino, lo jamada prod. zaccagnini è delle colline pescaresi. Il più amato è stato invece quello Jasci della zona di Vasto, da agricoltura biologica-

saluti e a presto!

 
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