lunedì 9 febbraio 2009

Il cielo stellato sopra di me. Tre haiku. Alcuni versi di Nikos Kazantzakis. Estatico Van Gogh





alcuni versi di Nikos Kazantzakis- quello di Zorba il greco-:



"La mia anima viene da mondi migliori

e ho un' inguaribile nostalgia delle stelle "



e due miei haiku,di qualche tempo fa:



in su lo sguardo
alla volta stellata
considerare


(haiku del 28 febbraio 2006)



gli sguardi muti
verso il cielo oscurato
desiderare


(haiku del 28 febbraio 2006)




Una turbinosa catena di pensieri associativi ha riguadagnato strada in me ieri nel mentre rileggevo un amato libro, "Sul mare della vita" di Lidia Storoni Mazzolani, l'insigne studiosa di epigrafia latina classica, la traduttrice del resto della Yourcenar delle Memorie di Adriano.



Vi leggo infatti che l'ansia umana di sottrarsi al ciclo perenne del nascere e del morire albergava eccome nella cultura classica, retaggio dunque anche nostro e non indottrinamento ulteriore di matrice orientale,



... " se si manterrà puro, l'uomo riuscirà a sottrarsi al ciclo perenne del nascere e del morire, riposerà nella quiete dell'Uno e una volta sceso nel regno di Persefone dovrà pronunciare parole che saranno il suo viatico *sono figlio della terra del cielo stellato. La mia stirpe è celeste, lo sapete bene*



parole incise sulle lamelle d'oro che furono trovate tra le mani di defunti forse appartenenti a confraternite orfiche , a Crotone, a Turi a Petella.

Ve le ponevano affinché non dimenticassero di pronunciarle, nell'itinerario incerto che li attendeva, in quei luoghi grigi e nebbiosi ove le cose hanno un aspetto simile a quello che hanno sulla terra, ma sono sfocate, sbiancate, indecifrabili: *troverai* dice un altro di questi moniti ultraterrenni * un cipresso bianco..*



Assieme alle riesumazioni di questi fattori metafisici arcaici, affluirono nel mondo romano culti di origine asiatica, ma trasmessi attraverso il medium greco, ricchi di simboli, di metafore, che venivano adombrate nei misteri (orfici, pitagorici). poco a poco, divenne universale la certezza dell'immortalità"



(Lidia Storoni Mazzolani, Sul mare della vita, Sellerio Editore - 1989, pag. 47)


e riaffiora un ricordo, caro e dolce





"le stelle sono
tutte sole" - papà mio -
così mi hai detto


-accadeva di domenica, il 13 novembre del duemilacinque-

16 commenti:

Caty ha detto...

un abbraccio

fedeccino ha detto...

ho avuto la fortuna di vedere La Nuit Etoilée in visita temporanea al Musée d'Orsay, emana qualcosa di ipnotizzante, e commovente.
Considerare, non so se desiderare, forse lasciarsi assorbire.
Ciao Papavero :)

Francesca ha detto...

abbiamo un'inguaribile nostalgia delle stelle. ti abbraccio e sono seduta accanto alla poltrona su cui leggi, magari disegnandoti dal vivo..

Buonanotte, qui le stelle oggi si vedono.

papavero di campo ha detto...

le stelle del cielo stellato un'estasi che piomba sul cuore umano e ciascuno annichilisce a proprio modo..

leggo appunto e mi colpisce, di Cicerone che nel Somnium Scipionis, al suo solito si affannava a dire " agli uomini è stata data un'anima dai quei fuochi eterni che chiamano stelle, pianeti e sono animati da spirito divino"
quanti secoli dopo il greco kazantzakis con i suoi versi,
e un piccolo papavero nostrano che considera e che desidera


care amiche una dolce notte per noi di sogni stellati

artemisia comina ha detto...

un saluto con sirio, stella del mattino.

Mirtilla ha detto...

davvero meraviglioso!!!

Romy ha detto...

Mi hai commosso...Non ho parole...

Paolo Ferrario ha detto...

molto emozionante l'accostamento fra quei due quadri e i tuoi haiku. si percepisce un profondo rapporto fra le ispirazioni che sostengono questo guardarsi dentro e sulla volta delle stelle.
lascio qui una poesia di silvia montefoschi, fra le più care che ho:

L'AVVENTO
Fu una pioggia di stelle sul mio viso.
Sentii gravarmi da un infinito cielo
soffice, di calda luce.
Sentii la terra nelle mani
e nei capelli,
e fu il sapore di quella terra in bocca
e di quel bacio,
e fu il risucchio del mio corpo
dalle profondità abissali di quel cielo,
e fu un sussulto, un grido
di sovraumana gioia,
a sentire quel cielo entro il mio ventre,
quel cielo e quella terra,
la mia stessa terra
fatta della mia carne e del mio sangue.
Fu come un dileguarmi
in quella pioggia d'infinite stelle,
e ritrovarmi
nella dolcezza di un abbraccio amico,
umido ancora
di un sapor di latte,
di lacrime infantili
e di lontani baci.

Anonimo ha detto...

Scusa, sono un'illetterata che ha deciso che anche la mia anima ha bisogno di cibo; ti leggo da un po' di tempo e mi ci ritrovo nei tuoi scritti: stupendi i versi kazantzakis, divino Van Gogh e, scusami sai, per me molto coinvolgente, la descrizione della studiosa del viaggio dei defunti nel regno di Persefone. Forse questo commento ti parrà stonato e fuori lugo. Un saluto.

papavero di campo ha detto...

artemisia tu dici Sirio stella mattutina e mi susciti collana di pensieri,

la stella produce la sua energia, brilla della sua luce..anche noi vorremmo esserlo e farlo

stella del mattino di intensa magnitudo l'ultima ad essre messa in fuga dalla luce del giorno

sirio canicola della costellazione del cane (che ne dice Alice?)

prima che sorga il sole
sirio annunciatrice della rinascita perpetua del giorno quindi un bello scacco alle tenebre

e questo allude ad un sacco di cose

grazie allora del tuo "la"


mirtilla grazie della mattutina visita,

romy,
la commozione è il tratto distintivo di cui andare fieri, almeno commuoverci, intenerirci, esser pietosi


paolo,
questa tua amatissima poesia, quant'è bella e quanto vera, trasuda il vero del palpitare umano, dell'essere docile fibra dell'universo come un altro poeta a te pure caro soleva dire,

solo un sentire profondo può far proferire

"e fu il risucchio del mio corpo
dalle profondità abissali di quel cielo,
e fu un sussulto, un grido
di sovraumana gioia,"

un sentire tantrico però in terra nostra, un sentire unico davvero intersoggettivo dalle smisurate indie al suolo qui dei nostri passi,
grazie

anonimo, forse anonima,
accolgo le tue parole non trovandole affatto stonate o fuori luogo, anzi foriere di dubbio, d'incertezza ma dense e fertili di umanità di umana caducità

Effeti ha detto...

un viaggio nell'universo e dentro se stessi,da Kant a Van gogh,dalla cultura classica a Kazantzakis,a proposito,meravigliosi quei versi,l'inguaribile nostalgia delle stelle...considerare,desiderare...ognuno hai i suoi cieli stellati... universalità ed unicità,l'accostamento dei due dipinti... serenità e tormento per tornare all'anima...Questo post mi ha stregato!

Anonimo ha detto...

Me emociona releer: "le stelle sono tutte sole...", los haiku, los textos, las fotografías. Hace unos días vi en un negocio una tetera con "papaveri", si vivieras en Bahía Blanca, te la regalaría.

papavero di campo ha detto...

Fulvia, il cielo stellato non ci lascia indenni, evapora ogni aggancio d'onnipotenza e siamo ributtati a noi stessi al nostro sentire al nostro emozionarci e nella piccolezza atomistica del nostro terrestre esserci proviamo sentimenti così dilatati e immensi,


elisa de argentina benapprodata!
gentili parole e un gentile dono virtuale che accetto e apprezzo di buon grado!

bahia blanca! poetico suono!

a bahìa blanca
un rosso papavero
danza nel vento


questo haiku è per te!

Anonimo ha detto...

"le stelle sono tutte sole"
è così vero

una stella può esserti compagna in molte occasioni

il ricordo di tuo padre diverrà una stella
ti abbraccio
aura
http://iovolevodanzare.splinder.com/

papavero di campo ha detto...

aura,
una stella tante stelle associate a papà, ai ricordi della sua essenza

Francesca ha detto...

solo ora , tutto si ricongiunge sempre. sul libro della foto postata oggi, si cita questo quadro di van gogh che abbiamo cercato e sei venuta fuori tu...

 
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