martedì 22 settembre 2009

Dolcebuono ai fichi















prendo spunto dall'ultima ricetta dolce postata da La belle Auberge, che a sua volta rieditava, e la cui preparazione è qui riassunta;

tutte le volte che m'ispiro, non so voi ma per me è giocoforza introdurre varianti, a volte minime, per l'istinto di personalizzare e di fare più mia l'esecuzione;

la mia torta che ho inteso nominare "dolcebuono ai fichi" è venuta fuori così:

3 uova (da cui ho prelevato 4 cucchiaini d'albume);

100 gr di farina doppio 0 + 100 gr di semola di grano duro (il semolino per intenderci);

10 cl di olio extravergine d'oliva che corrispondono al bicchiere che si vede in foto;

la scorza grattugiata di un limone di casa (questo, verde, era acutamente profumato);

gli aghi di un rametto di rosmarino (di circa 10 cm) sminuzzati fini con la mezzaluna e leggermente soffritti in un po' dell'olio previsto;

mezza bustina di lievito per dolci;

5 fichi neri dell'orto, gli ultimi (o quasi, il mio alberello tutti i giorni ne confeziona di nuovi acquattandoli tra le frasche).

Glassa al limone:

4 cucchiaini d'albume montato, il succo del limone di cui sopra, zucchero a velo nella quantità dovuta, ci si regola bene ad occhio.


L'esecuzione è quella di una normale torta, non c'è necessità di battere gli albumi a parte, c'è l'olio d'oliva come elemento dominante e non c'è il latte. La cottura in forno è sui 30- 40 minuti (dipende);

le mie varianti, quindi, rispetto alla ricetta di Eugenia/Alda, sono state;

un rosso d'uovo in meno,

la metà della farina occorrente sostituita col semolino,

l'aromatizzazione col rosmarino sminuzzato soffritto

e la decorazione con i fichi di cui disponevo: aperti a fiore sono sprofondati nell'impasto e una volta cotti hanno assunto una sembianza arcaica facendomi pensare al mascherone della bocca della verità di Santa Maria in Cosmedin!


Note:

1) mi attraeva l'idea della granulosità regalata dalla semola, percepibile in bocca (il parrozzo abruzzese ad esempio ha solo semolino ed è molto elegante nella sua componente rustica!)

2) la novità d'aromatizzare con le erbe abitualmente destinate al salato: una via aromatica che intendo percorrere;

3) l'idea dei fichi male non ci sta, anzi da divertissement stagionale può benissimo tramutarsi nella proposta stabile di usare della frutta secca, fichi certamente ma pure albicocche secche.

4) è un dolce particolarmente buono per un felice incastro di fragranza, genuinità, morbidezza del boccone, aromaticità del limone rafforzato anche nel gusto della glassa.


Post al post:


con le parole di Simonapinto s'è delineato un haiku giocoso che aggiunge briciole dolci di plusvalore al "dolcebuono":


prato di glassa
quadrifogli di fico
il dolcebuono!


17 commenti:

ilcucchiaiodoro ha detto...

Davvero semplice e delizioso!

papavero di campo ha detto...

ben approdata cucchiaio d'oro!

Cristina ha detto...

mamma mia questo dolce mi sembra fantastico
brava brava
un abbraccio

papavero di campo ha detto...

ben approdata cristina! per inaugurare la nostra conoscenza facciamo che io ti offro uan fetta del mio dolce e tu uno di quei muffins al cioccolato e cannella?

Manuela e Silvia ha detto...

solo a vedere il procedimento...abbiamo l'aquolina!davvero ottimo questo dolce e semplicissimo! ma..perchè oltre ad una fettina..non ce lo offri per la nostra rccolta sui fichi??! ci farebbe davvero molto piacere!
bacioni

papavero di campo ha detto...

care gemelle gentili come sempre! d'accordo sul vostro invito!

nina ha detto...

se papavero chiama un dolce dolcebuono , per me è dolce per eccellenza! e lo proverò presto.
ammetto che i miei occhi spaziano dallla foto ravvicinata del fico, al bianco della glassa. sì sì , ipnotizzante. :)
notte pap

simonapinto ha detto...

quadrifogli di fico nel prato di glassa - più poetico di ogni parola - vibra come i petali scossi di vento dei papaveri di campo . . . bellissima!

papavero di campo ha detto...

ninetta possiamo farlo con il fioretto di mais che assicura il granuloso e una parte di farina di riso..lo provo anka mi!


simona grazie di far vibrare così un papavero!
se mi permetti con le tue stesse parole mi scappa un haiku!

prato di glassa
quadrifogli di fico
il dolcebuono!

simonapinto ha detto...

eccome se permetto! già fatto copiaincolla :-)

papavero di campo ha detto...

simona l'ho aggiunto al post che ha registrato la nota d'allegria! grazie!

artemisia comina ha detto...

convince, evviva i fichi!

papavero di campo ha detto...

artemisia, il nettare dei fichi certo e del rosmarino ti sei accorta? :-))

la belle auberge ha detto...

Ciao, Papavero. Ancor prima di leggere questo post, nella risposta al tuo messaggio suggerivo un possibile arricchimento del dolce con frutti di stagione. Vengo qui e vedo la tua versione con i fichi; la nostra consonanza di gusti è confermata. Il rosmarino nei dolci: dalle mie parti, è tradizione aggiungere qualche ciuffo di rosmarino sulla superficie della "miascia", il dolce di pane e frutta tipico della Tremezzina. Il suo fresco aroma è la nota che contraddistingue questa torta povera ma squisita.

Un abbraccio autunnale
eugenia

papavero di campo ha detto...

cara euguenia sempre un grande piacere averti qui!
un buon autunno a te! profumato di erbe e di aromi che rinfrancano

ps: miascia onomatopeica chissà che buona!

artemisia comina ha detto...

l'avevo dimenticato! ma che bella versione, papavera! mi piacciono il rosmarino, i fichi, la semola. annoto tutto.

papavero di campo ha detto...

artemisia ne sai qualcosa del multiforme:-)
rosmarino già! chissà perché!!

 
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