lunedì 15 marzo 2010

Circa Colomba Sorelle Nurzia. Creme a colori. Verde Speranza alla Centerba Toro di Tocco da Casauria. Sapori e Saperi d'Abruzzo! Ricordi d'infanzia












Pensando alla farcitura di una colomba Sorelle Nurzia l'dea subito è di una crema a colori,

più d'una ovviamente

e visualizzo d'istinto immediata coniugazione con altri prodotti di tipicità abruzzese,

mitici mi vien da dire, non per enfasi quanto per una familiarità affettuosa, per un grappolo di ricordi che m'inducono il sorriso sulla bocca,

nei viaggi da Roma in Abruzzo mio padre prediligeva la Tiburtina Valeria, una delle consolari, quella che va ad est appunto,

il viaggio era un Viaggio! uno spropositato numero di ore perché tante erano le soste, non solo quella mangereccia ma soprattutto quelle di estimazione! d'amore e d'onore verso i luoghi.

D'obbligo la sosta a Collarmele, a respirare un'aria frizzante euforica e a rimirare col naso in su le pale eoliche,

e passando per Cucullo l'automatismo del riferimento verbale al paese dei serpari, i quali nel giorno della festa del loro patrono San Domenico, si esibivano con le serpi, mica solo in India sanno addomesticare i serpenti!

e poi le gole di San Venanzio, un'area rupestre con il fiume che scorre impetuoso tra rilievi rocciosi a strapiombo, uno spettacolare canyon del fiume Aterno nei pressi del paese di Raiano (l'Aquila), paese della Valle Peligna a poca distanza da Sulmona, (il fiume Aterno dopo pochi chilometri, esattamente nel territorio di Popoli, si unisce al fiume Pescara diventando l'Aterno-Pescara, il fiume più lungo d'Abruzzo) - che piacere mi dà l'evocare questi nomi e questi luoghi!-,

poi le soste per gli acquisti strada facendo, la Tiburtina passava in mezzo alle case dei paesi, e c'era una macelleria dove immancabilmente i miei genitori si approvvigionavano d' una carne che la macellaia, una donnona giunonica con tanto di mannaia in mano, definiva quasi commuovendosi " è nu zuccro signò" , dolcezza ovviamente che doveva essere decantata in tiella di creta, altri recipienti non erano nemmeno presi in considerazione,

un altro acquisto obbligato era un liquore giallo alle erbe tipo Strega, ma con le erbe della Majella, il mitico Corfinium Barattucci!

è giocoforza allora che per colorare le mie creme idealmente e praticamente mi sia appellata a tali imprinting!

mettere colore! mi pare un degno modo di onorare una colomba delle Sorelle Nurzia!

e meno male che nel viaggio in Abruzzo dell'estate scorsa mi sono rifornita di certi beni dall'aura preziosa di affetti, un esempio stavolta di avidità virtuosa che mi ripaga perché ora dispongo proprio di quei nettari!

Il Centerba Toro, celebre e rinomato è roba da intenditori!

Vecchissimo liquore abruzzese da Tocco da Casauria, dove in un lontano 1817, uno speziale addivenne alla formula segreta: prodigiose erbe di montagna -ah splendida Majella- a macerazione in alto tasso alcoolico tanto che s'intese di combattere la peste di Napoli con tal mistura!

Quella della distilleria Toro è una tradizione mai interrotta fin d'allora, dal 1817.

ecco cosa racconta Enrico Toro, un erede della distilleria Toro:

«Agli inizi del 1800 Beniamino, il mio trisavolo si trasferisce a Tocco da Canzano, il suo paese. E’ speziale e fa le medicine con le erbe. In paese riscopre e perfeziona un’antica ricetta dei frati benedettini che ricavavano un potente digestivo da una miscela di erbe della Majella. Nasce così la Centerba, un liquore-medicinale forte e secco che viene usato anche per curare la peste di Napoli del 1884

Si racconta che a quel tempo ogni sera partivano da Tocco dei carretti carichi di Centerba diretti a Napoli».

Con alterne vicende, la tradizione dei primi speziali passa di padre in figlio. Fabbrica della "Stomatica centerba semplice e potabile", si legge in un vecchio attestato, dove semplice sta per 70 gradi e potabile per dolce. Dal primo dopoguerra agli anni 60 il liquore verde divenne il simbolo dell’Abruzzo, la fiaschetta che ogni emigrante portava con sé in giro per il mondo.
Nel 1972 le strade dei fratelli Toro, tre maschi e una femmina si dividono e i marchi diventano due: Fratelli Centerba Toro e Centerba Enrico Toro.

Due marchi, due distillerie, una nello storico palazzo di Tocco paese e una nuova sulla Tiburtina.

Nel ’97 Enrico Toro diventa proprietario dei due marchi. Sono state, però, tenute separate le due linee di produzione, in modo da non far avvertire differenze al consumatore. Stesso procedimento, stesse erbe della Majella. La tradizione continua. Obiettivo: festeggiare il traguardo dei duecento anni del liquore verde.»

(notizie da http://virgil111.tripod.com/liquore.htm)

Crema Verde Speranza alla Centerba Toro:

ho fatto tutto ad occhio essendo un tentativo preparatorio,

ricotta di pecora, ah non di mucca che è più delicata, ho voluto espressamente pecora! ricordate il noto attore ciociaro quel simpaticone che diceva in una vecchia pubblicità "si sente l'anima della pecora"? ebbene sì, così dev'essere!

L'Abruzzo montano vuol dire anche pastori e pecore,

"Ah perché non son io cò miei pastori?"

la ricordate? è una musica bellissima!


Settembre, andiamo. E' tempo di migrare.
Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all'Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.

Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d'acqua natía
rimanga ne' cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d'avellano.

E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!

Ora lungh'esso il litoral cammina
la greggia. Senza mutamento è l'aria.
il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquío, calpestío, dolci romori.

Ah perché non son io cò miei pastori?



Gabriele D'Annunzio
Alcyone - Sogni di terre lontane
I Pastori

quindi, nella preparazione della crema, scartando a priori di fare una pasticcera bianca, mi rivolgo alla ricotta di pura pecora,

miele di acacia, ne ho usato uno pregiatissimo, proveniente da apicultore di Cortona che porta le sue arnie fino a Pienza, insomma procuratevi un ottimo miele, se ne trovano senza difficoltà,

Centerba 72 Enrico Toro,

due cucchiaini scarsi di sciroppo alla menta per accentuare il colore verde (tranquilli non resta il gusto menta giacché la centerba se lo beve!)

fruste elettriche per frullare,

Esito: delitiae delitiarum! e qui mi fermo


adocchia la crema gialla al liquore d'Abruzzo Corfinium ed allo zafferano di Navelli!


e quella rosa al Ratafià d'Abruzzo

6 commenti:

la belle auberge ha detto...

Complimenti, Pap. Aspetto con impazienza il pacco con i prodotti per farmi ispirare.
un abbraccio
eu

papavero di campo ha detto...

eugenia questa cordata colombe ci ha reso tutti più friccicarelli!
un bacio!

Carla ha detto...

Buon lunedì papavero!

Una crema di ricotta di pecora alle centerbe!

Una bella idea hai avuto :-)

...le colombe volano, volano leggiadre nel cielo...

Baci piumosi

papavero di campo ha detto...

grazie elena del gentile invito, vengo a curiosare!

carla carissima! sembra anche a te una bell'accoppiata? intanto sono tre prodotti d'abruzzo, la colomba nurzia, la pecora e la centerba!

baci piumosi! un perfetto primo rigo di haiku!

artemisia comina ha detto...

beccati un bacio (oramai sono colomba)

papavero di campo ha detto...

volpe e colomba!
il fiuto d'una volpe
il volo alto in sù!

 
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