giovedì 8 aprile 2010

Neve di primavera. Vallombrosa. La faggeta. Orme di cinghiali. Muschio. Braccio di ferro tra due stagioni


























non l'ho calpestata questa bella neve ma le foto sono di casa avendole fatte Reaper!

avrei voluto farla l'immersione nel bianco, assaporare la sensazione di ritorno alla natura, calpestare, odorare, scrutare, sentire e pensare freschi pensieri sollecitati dal bianco delle neve..ma lavorare che obbligo invadente! lavorare stanca e ti impedisce di fare passeggiate di mattina nella foresta di Vallombrosa, quando non c'è anima viva e solo gli uccellini si danno da fare a strimpellare come matti le loro invocazioni



7 commenti:

Luca and Sabrina ha detto...

E' un incanto tutto questo bianco ad ammantare la primavera, quasi irreale per chi come noi è così lontano da questi scenari. Sì ti capisco, come una bambina io cammino in mezzo alla neve, affondando i piedi nei punti in cui è più alta, godendo di questo piacere, con Luca che mi guarda scuotendo la testa, capendo e non capendo. E il lavoro a volte è proprio un ladro d'attimi.
Buon fine settimana da Sabrina
Sabrina&Luca

Effeti ha detto...

la neve di primavera mi ricorda qualche camminata al passo della Calla, con le ciaspole ai piedi, neve immacolata, solo il rumore del vento e dei propri passi ...

papavero di campo ha detto...

Sabrina e Fulvia,
lo sappiamo allo stesso modo e ciascuna a suo proprio quanto ci nutra immergerci nella natura distillarne il tempo lento per noi stesse, per far nascere pensieri nostri

nina ha detto...

è tutto bianco, ma io ieri sul ciglio della strada erbosa, al sole vivo, ho visto una macchia di papavero piu rosso che mai. un abbraccio ogni primo è per te, fuocarello!
nina

papavero di campo ha detto...

stamani risveglio all'acqua penso ai papaveri sull'argine giovani nati avranno retto?
ogni primo è per me! il buon cuore ha tante vie ninetta grazie

Paolo Ferrario ha detto...

la forza dei luoghi e ancor più dei loro abitatori.
fotografie ed ispirazione di suggestione molto forte.
grazie

papavero di campo ha detto...

caro paolo i luoghi parlano di sè e parlano di noi, c'è un mutuo intreccio tra natura coi suoi intrinseci segreti e la cultura in senso antropologico, i luoghi si rendono partecipi dell'anima del mondo in cui siamo calati noi tutti quanti,
la sento così calzante la visione junghiana e poi le elaborazioni di Hilman, quel loro accanito appassionato voler restituire senso e valore alle cose che ci circondano e ai nostri comportamenti invitandoci a meno stoltezza

 
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