venerdì 10 settembre 2010

Puglie. Un trullo è un haiku !


























































abbiamo l'occasione di vedere com'è fatto un trullo, fuori e dentro, com'è l'idea resa pratica dell'abitarvi,

siamo invitati ad un trullo di famiglia, casa d'estate del fratello e della cognata del nostro amico Paolo,

gentilmente accolta vengo anche autorizzata a tutte le foto che voglio!

Il trullo singolare miniatura d'habitat anche se nulla vieta d'averne un borghetto di trulli e quindi permetterti un lusso trullesco da nababbo ("conditio sine qua non" è una disponibilità economica notevole anche se non sfacciata)

i trulli sono andati alle stelle, del resto tutta la Puglia sta vivendo una golden age e non soltanto, ma anche, per l'effetto della gestione Nichi Vendola, quanto per una meritevole e meritata attualizzazione d'una giusta focalizzazione, di tutti noi nazionali ed europei ed internazionali, sulla ricchezza della cornucopia Puglia,

ho visto cose di una bellezza e di un lusso inimmaginabile in Puglia, sbirciando campi da golf e masserie fortificate che fare il paragone con la California mi par riduttivo, altro che California, qui è terra messapica qui la storia ha tracciato la trama di un disegno che per comporsi ha richiesto eoni di storia perché niente è improvvisato nella logica lunga del tempo della storia,

il trullo, singolare esempio di ecosistema di un futuro arcaico!

un ossimoro che ben si presta ed è calzante perfettamente al concetto di una perfetta concentrata residenza di campagna,

vi giocano alcuni fattori imprescindibili e strutturali, tutti compresi e riassunti in una nozione di economia essenziale,

per me che amo la poetica dell'haiku vi ritrovo tanti elementi di appaiamento di ambiti di semanticità, ad esempio:

quell'aspetto cosiddetto yohaku (da intendersi come qualità che connota ogni forma di riduzione all'essenziale)

quell'aspetto di un'alta concentrazione spaziale dove il minimo consente il massimo
e la funzione si sprigiona da un minus ponderato,

e quell'aspetto di assoluto rilievo riguardo alla bellezza e all'intensità tutta spirituale della qualità sabi (di semplicità, naturalità, rusticità)

(questi aspetti di connotazione e di essenza sono intrinseci alla realtà dell'haiku, sia storica che culturale e strutturale difatti yohaku e sabi improntano la matrice zen , cioè l'humus di origine dell'haiku, (ne ho parlato in una mia stessa appassionata tesina sul tema dell'haiku risalente a dieci anni fa)

il miracolo dell' haiku è una prodigiosa potenza sintetica,

lo stesso vale per il trullo!

il trullo è un haiku! di pietra e muratura incamiciato di bianco o impreziosito di veste di colore,

ogni cupola a cono corrisponde ad un vano e sono i vani l'esempio fatto concreto d'una accoglienza-abbraccio, lo spazio nicchia adibito del riposo è addirittura detto alcova e di fatto è uno spazio giaciglo ristretto occupato solo dal letto oppure se è il vano del trullo destinato a stanza da letto può contenere in più qualche sedia e al massimo un armadio magari incastrato in una rientranza della parete,

non ho mai dormito in un trullo ma ne avverto la suggestione d'una singolarissima esperienza regressiva di reminiscenza uterina, un perfetto esempio di contenitore, sì conosco la tenda l'attrazione che dà il suo spazio temenos ma questa forma conica allungata che vuol svettare in cielo è davvero una peculiare invenzione dell'ingegno costruttore estetico del pensiero e della mano dell'uomo,

sa di favola, di casa delle creature fatate boschive, di habitat relegato a piccole concentrazioni di abitanza umana, quando i gruppi si raggruppano si difendono si proteggono dalle intemperie e dagli attacchi di nemici di ogni ordine, visibili e invisibili, come in ogni vera fiaba che si racconti o in ogni futuristico poemetto di fantascienza,

il fresco naturale d'un trullo è qualcosa di buono di veramente ecologico per la gradevolezza che arreca niente a che vedere con la feroce malsana aria refrigerata prodotta da un condizionatore,

i colori dei trulli sono splendidi, sono in segno di rispetto e di devozionale omaggio, conservate le antiche tinte anche quelle contadine vistose, uno strabiliante indaco, un rosso pompeiano, un giallo ocra chiaro ed i dettagli di contrasto con le cerchiature più chiare o bianche del giro finestra o del giro porta svelano segreti di stati d'armonia, terapeutici agli occhi e rilassanti tout court,

il trullo che abbiamo avuto il piacere di visitare risale all'ottocento,

le foto vedo che rendono giustizia alla sua rustica naturale bellezza e la presenza di due bambini coi loro occhi orientali e l'espressione sognante, due gemelli, Francesco e Paolo davvero indivisibili e per me indistinguibili, portano in questi spazi il palpito della vita vera, non è una casa da rivista ma una casa abitata da una famiglia nella sua vacanza d'estate,

infine, il mio rigraziamento va alla gentilezza ospitale dei padroni di casa, alla bella Stella e a Tino, che ci hanno accolto con il tratto di familiarità e simpatia,

prossimamente metterò il racconto d'una cena estiva in una notte di mezz'agosto vigilata dalla luna, ancora ospiti nella loro bellissima casatrullo.


10 commenti:

mauri ha detto...

Bellissimi colori,gli interni..un piccolo mondo!!

Cristina ha detto...

Oh Oh...Anche nel trullo ci sono i Settembrini <3!!!
Un caro abbraccio Papavero!!!
Cristina

simoff ha detto...

bello quest'accostamento con l'Haiku..così ho imparato varie cose in una volta sola....
l'essenzialità...questo grande bene...scomparso...qui ritrovato in tutta la sua intensa bellezza

nina ha detto...

sempre sognato di trovarmi in un trullo, sin da piccola mi son stati simpatici come esserini viventi !
e ora potrei direi, mi piacwrebbe dormire in un haiku..

baci, buona settimana
p.s. visto somewhere...somebleah...a parte alcune scene e la colonna sonora, non mi è arrivato nulla, davvero poco, e per me è la prova del 9. Dommage!

nina ha detto...

sempre sognato di trovarmi in un trullo, sin da piccola mi son stati simpatici come esserini viventi !
e ora potrei direi, mi piacwrebbe dormire in un haiku..

baci, buona settimana
p.s. visto somewhere...somebleah...a parte alcune scene e la colonna sonora, non mi è arrivato nulla, davvero poco, e per me è la prova del 9. Dommage!

PaoloMatt ha detto...

Che meraviglia questa unione tra haiku e trullo! Una rivelazione.
Eccelente come sempre...
PS: bellissimo week end in vostra compagnia. ciao Papavero.

papavero di campo ha detto...

maurizia lo sai che la tua sensibilità ai colori è da trullo?
un trullo color vinarello sarebbe il massimo! un grande abbraccio,

cristina, un piacere ricevere te! ti riferisci a quei ricettacoli bislunghi piriforme?! (fico/figo! very bel post settembrino)

simoff ad un certo punto ho visto la somiglianza haiku e trullo, un'illuminazione!!

nina, si noi due siamo da trullo non v'è ombra di dubbio,
il film lo dicevo siamo concordi non suscita emozione strano perché lost in traslation è un gioiellino, quel dommage

pa&ma: besos e besos (ormai la combriccola portoricana m'ha segnato!) e che dire se non viva la sindrome sant'agata!

Rayna ha detto...

bel viaggio anche per me che ho visto solo le tue foto!

papavero di campo ha detto...

ben approdata Rayna!

PaoloMatt ha detto...

Si mi piace... dopo quella di Stendhal, c'è la sindrome di Sant'Agata! Besos!!!

 
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