martedì 16 novembre 2010

Raccogliere funghi nel bosco, vivida esperienza! Il seguito, un rottorio!


























un conoscente amico c'introduce all'esperienza di ricerca funghi,

lui un esperto del bosco, dell'insita risorsa naturale, dei segreti celati nel suo bel territorio, la fascia costiera toscana quella selvaggia dei macchiaioli degli arpeggi frondosi e schiuma di mare,

noi inesperti di città infarciti di bei concetti in testa ma con poco occhio adescativo, con qualche umiltà da adepto e qualche uscita zelante da neofita,

il mondo fungo ha i suoi segreti i suoi codici non ci s'improvvisa fungaioli,

di ciò ben coscienti ci siamo limitati ad osservare, a trasportare i cestini, a cogliere soltanto sotto esplicita indicazione, caso mai a chiedere lumi per scoprire che non siamo così portati ad un lesto apprendimento, io per giunta rifacevo le stesse domande suscitando nel nostro amico che è un toscanaccio immediato e schietto, non uso a formalismo alcuno, un sacrosanto sbottare "ma se te l'ho bell'e detto!",

camminare nella macchia è stancante, spesso devi procedere curvato con l'attenzione di impedirti stecchi e rami negli occhi, per mantenere la costanza del passo più spedito devi guadagnare stretti pertugi nei passaggi intricati e la schiena duole, poi negli spazi larghi ti raddrizzi e guardi in sù,

respiri e annusi,

l'odore boschivo ti sommerge, senti emanazione di fungodore dappertutto come un concentrato di dado star, fiuti la macerazione delle foglie, ti lasci invadere dal resinoso effluvio dei pini,

ti culli al cic e ciac friabile cantilena croccante dei tuoi scarponi sonori, avverti un frullare d'ali

e soprattutto, magica esperienza, la contentezza di condividere il cammino con Diana la canina bretone, fotografata da cucciola appena nata che ora ritroviamo adolescente di sei mesi, caricata a molla, che guizza come un fumine, schizza via come un missile e vola come un angelo, sì un cane-angelo volante! si solleva da terra con balzi acrobatici da circo e davvero resta frammenti di tempo nell'aria sospesa per atterrare come piuma invisibile inaudita senza fracasso,

andar pe' funghi con Diana ti rallegra il cuore e non puoi, proprio non puoi ogni tanto posare la cestina, chiamarla vicino affianco a te per strapazzarla di coccole, lei lo sa si mette in posa per riceverle cioè sottomessa alla goduria assicurata di pancello all'aria muso sottosopra e verdeocchio perso,

la macchia marittima di lecci pini e querce con abbarbicate edere è tutt'un esteso vello arboreo, un tendaggio d'intrico, un polmone di profumi, uno scudo di autoprotezione, una nicchia riparo, un tuffo estatico, un barlume di panico,

i funghi ci sono, ha piovuto i giorni prima, ecco le cimballaie, in altri punti invece non sono spuntati ma avrebbero dovuto secondo previsione, il nostro amico fungaiolo ci ha portato nei suoi luoghi segreti quelli che non si rivelano a nessuno, ci colgo senz'altro moto di fiducia e affetto nei nostri riguardi anche se certamente mai potrà accreditarci temibili concorrenti!

sistemare tutti i funghi raccolti invece è tutt'altra faccenda, in tre parole,un gran rottorio!

ma s'imponeva una cura, un rispetto, una valorizzazione,

così ho proceduto:

a dividerli per specie: finferli in prevalenza, cimballi grigi -pochi, cimballi ocra -tanti e una discreta presenza di dentini e giallerelli,

pulirli del grumo di terra ai gambi e delle impurità evidenti,

sciacquarli molto velocemente in acqua e ripetere l'operazione se necessario anche più volte,

adagiarli su canovacci e tamponarli con la carta scottex onde suzzare ogni residuo d'acqua, premere anche i gambi con delicatezza per fargli mollare l'acqua incorporata, l'asciugatura deve essere accurata senza, ovvio, sciuparli per questo far conto di maneggiarli meno possibile e con grande cura considerata la fragilità,

metterli nei sacchetti da freezer con etichetta identificatoria

e congelarli,

a fare tutto ciò son andate via tre ore,

sia chiaro che non ho messo tutto da parte, alcune quantità dei vari tipi di funghi, riuniti di poi assieme, li ho utilizzati per un goloso ragù funghesco,

nel mentre ho grande compiacenza della cronologia: il sabato nel bosco la domenica in padella!



8 commenti:

marguerited ha detto...

"rottorio"........quanto tempo è passato da quando ho sentito questo simpatico modo di dire, pensare che l'avevo dimenticato.
leggendo questo post mi sembra di essere a ppena tornata dal bosco
ciao
Marg

la belle auberge ha detto...

Laura, davvero il vostro amico ha dimostrato grande generosità e affetto, mostrandovi ciò che ogni fungaiolo giammai rivelerebbe: i suoi posti segreti! E' anche vero, come argutamente fai osservare, che probabilmente non vi considera dei concorrenti ma è comunque, dal mio punto di vista, un bel gesto. Sono figlia e nipote di raccoglitori di funghi ma, purtroppo, quando ne avevo l'occasione non ho mai approfittato della loro esperienza ed ora è troppo tardi...
Quando mio zio mi regala dei porcini ho l'abitudine, dopo averli puliti, di affettarli e disporli in un solo strato su dei vassoi, che poi passo nel congelatore. Una volta induriti dal freddo, suddivido i funghi nei sacchetti adatti allo scopo. In questo modo, non rischio di ammassarli troppo e posso prelevarne la quantità che mi serve. :)

davvero una bella esperienza, vi invidio (affettuosamente).

papavero di campo ha detto...

rottorio sì ma con vivace soddisfazione finale del genere che bello rimirare i sacchetti tutti in fila!

ecco un'altra attività da aggiungere al tuo gradevole elenco dei fare celebrativi della stagione inverno: i grandilavori di approvvigionamento funghi:-)

papavero di campo ha detto...

cara eugenia il racconto di memoria familiare sempre mi avvince, leggo con interesse, che bello ricavare quel quid vibrazionale, tu dici figlia e nipote di raccoglitori di funghi ed io immagino figure e storie che non conosco sentendole però pregnanti di una vita autentica di segreti e di vissuti veri, peccato tu non abbia appreso e che si disperdano i saperi, ho capito in una sola volta che non è facile farsi esperti di funghi allora meglio lasciare la competenza a chi è pratico veramente eppoi avrei timori se non mi fidassi della persona che li ha raccolti nel mio caso li ha anche ricontrollati, la mia distinzione nei vari tipi poi mi rassicurava di vederli tutti simili, subito sbarazzandomi di uno che aveva un altro colorino!
quanto alla tua tecnica la conoscevo anche mamma fa così per tante cose, ci avevo pensato ma ho dovuto desistere per problemi di spazio, i funghi tanti e il mio freezer di normale capienza già strapieno!
ho visto la tua gelatina meravigliosa poi passo a chiederti una cosa

Luca and Sabrina ha detto...

La passione di andare per boschi mi è rimasta, solo a parlarne è come se ne respirassi gli odori, forti, penetranti, vivi. Fin da piccola coi miei genitori e con uno zio (toscano di nascita) si prendeva e si partiva presto per la Toscana e poi si andava per boschi a raccogliere funghi, che loro li conoscevano bene. Io osservavo, avevo 7, 8 anni, avevo i miei stivaloni di gomma rossi che sembravo tanto cappuccetto rosso, col mio cestino personale. Osservavo e imparavo a distinguere il bene dal male, ho imparato anche a perdermi nei boschi, almeno un paio di volte insieme a mio fratello, e non so come ho fatto a non farmi prendere dal panico, ma ho sempre cercato di ritrovare la strada usando forse il sesto senso, non saprei. Comunque non posso dire di conoscere tutti i funghi, conosco 5 o 6 varietà di funghi commestibili e riconosco i più velenosi. Quelli sui quali ho anche un piccolo dubbio lo lascio a terra. Siete tornati a casa con un bel carico prezioso, chissà quante cose buone ci preparerai! A proposito mi ha fatto tanto ridere il toscanaccio con la sua frase, è perchè mi ci immagino anche la sua faccia.
Un abbraccio
Sabrina&Luca

papavero di campo ha detto...

cara sabrina il tuo racconto porta note vitali come sempre sai fare tu e come sei tu stessa, grazie!

simoff ha detto...

qui si trova piacere per vista e udito... e ricordi...
anche io ho un'immagine bellissima quando in francia da ragazzina, andando una domenica in giro a passeggiar per boschi, insieme a genitori , amici e relativi figli della mia età...ci si presentò un "viale" di funghi porcini... chi si tolse l'impermeabile, chi il maglione per poter avere recipienti sufficienti alla raccolta... adesso nelle mie passeggiate col mio compagno si va per prataioli,galletti o turini perchè non conosciamo posti giusti per i porcini..ma certo il tuo raccolto è stupendo...e di sicuro profumato!!!
godine appieno il piacere, so bene la fatica di pulirli ..devo aggiungere che anche quando si torna con poco, la natura ci ha rsempre regalato aria di libertà!

papavero di campo ha detto...

simoff com'è vero!
l'immersione in un habitat di natura ci muta, sembra poco invece è tanto, è quel percepirsi in altro modo, facendo affidamento ai sensi..è bello! anche una foglia un rametto d'edera sono un regalo, stavolta due panieri colmi di funghi

 
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