martedì 29 gennaio 2008

Il buglione



di Pier Alberto e Anna Rita Antolini, I Buglioni. Racconti personaggi leggende e ricette del Rinascimento italiano, Roberto Meiattini editore - € 10 -


L’incipit del libro rammenta, con il piglio deciso di chi si è ben schierato, che per realizzare buone ricette occorra essenzialmente e preliminarmente una serie di ingredienti così riassumibili e con l’ausilio del Devoto-Oli così da intendersi:


Tradizione: il complesso delle memorie, notizie e testimonianze trasmesse da una generazione all’altra;

Interpretazione: traduzione di un fatto in termini valevoli sul piano intellettivo e pratico;

Creatività: capacita produttiva della ragione e della fantasia;

Fantasia: facoltà dello spirito di riprodurre e inventare;

Divertimento quanto può servire a sollevare l’animo dalle cure quotidiane dalle fatiche di lavoro, dalle preoccupazioni.


Gli autori sconsigliano vivamente quest’operina sui buglioni a chi intenda far cucina con le tecniche con cui gli speziali preparavano pozioni e presine, insomma a lor parere non contano i grammi e gli etti e quant’altro, conta invece il come gli ingredienti indicati siano convertiti in ricette a giusta misura del proprio gusto e del proprio presente utilizzando i prodotti e le tecnologie oggi a nostra disposizione.

Come si fa a dissentire? sarebbe un insano esercizio di retorica, però integrare ed aggiungere sì, quale buona eventualità ed a mio parere sempre doveroso.


Buglione cos’è?

È piatto medievale di contado che veniva realizzato dai servi della gleba ed armigeri mettendo a cuocere con erbe radici e spezie gli avanzi di carni crude e cotte dopo i banchetti dei loro signori e castellani. Di qui l’uso di chiamare un buglione l’insieme di più cose. Ecco il buglione!
Da cui si evince che pure il mio blog andrebbe definito un buglione! Mi piace l’enunciato, con la viva speranza di qualche buon sapore, che il mio miscuglio a qualcuno aggradi, in caso contrario farei l’odiosa fine di chi se la canta e se la suona..

Nota:
Il libello è senz'altro avvincente, una piccola miniera erudita di aneddoti, curiosità e pure con ricette argutamente toscane del genere "torta co' bischeri" (in questo caso la nota parolina si rifa ai cavicchi degli strumenti musicali) che è una frolla stesa in teglia riempita con un impasto di riso bollito, uvetta, canditi pinoli zucchero e uova e liquore, questa torta prima di essere infornata è guarnita con riccioli di pasta frolla che ricordano i bischeri del violino.
Un altro esempio preso dagli antichi modi di dire è "far la gatta di Masino", questa gatta, la immagino screziata a tre colori perciò inevitabilmente gatta (come ho appreso da un post odierno di Artemisia Comina) era di un certo Masino-è una cronaca di Antonio Vignali in una lettera del 1557- la gatta insomma se ne stava tranquilla tranquilla nel canto del foco fingendo di dormire ignorando completamente che gli stava intorno, tutto questo a sommo studio solo per cogliere un attimo di distrazione e sgraffignare la carne dalla pentola. Da cui far la gatta di Masino ad indicare chi ascoltafacendo finta di niente.

Noticina, al solito, privatina -se no che gusto c’è? Ho sentito menzionare questo buglione in casa di Camilla, la mamma di Reaper (il mio consorte) la quale ci faceva a volte detto buglione soprattutto di zucchine ed altre verzure e che era molto ricco di sapore. La cara donna che era restrittivo definire suocera visto che la sentivo mammadue o amica o diciamo figura parentale affettiva, usava tecniche selvagge di cottura che talvolta, palesemente peperina come sono, non esitavo a criticargliele ma che invece oggi sono per noi dei veri rimpianti, usava fiamme a fuoco dell’inferno, obbligatoriamente pentole e pentolini di alluminio di piccola capienza dove i cibi arrancavano e soffocavano, olio in quantità che dire in abbondanza non rende l’idea e comunque gli esiti erano gustosissimi e intrigantissimi. Uno di questi era il famigerato buglione che appena così menzionato mi faceva tanto ridere visto che non potevo non associarlo al Goffredo infatti le sue zucchine gliele ho rinominate chiamandole alla Goffredo!

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Un piccolo breve veloce saluto :)
Psichetechne

papavero di campo ha detto...

benvenuto!

sciopina ha detto...

Ciao!
Ho pensato subito anch'io a Goffredo...simpatico ribattezzare le zucchine della suocera cosi'..e mi sembra anche interessante il libro. Ieri sera, invece ho letto "L'Anulare" di Yoko Ogawa. L'ho trovato inquietante e appassionante allo stesso tempo. Un po' come tutto il filone giapponese degli ultimi anni.Queste atmosfere noires che nutrono anche i romanzi di Nathalie Nothomb, del resto e' giapponese anche lei nonostante i tratti belga la tradiscano
Il risotto mi e' piaciuto, l'amaretto sbriciolato e' civettuolo..
Quanto al buonsenso...credo dovrei trasferirmi a cervia, o trapani o in camargue..
bacioni
sciopina

ComidaDeMama ha detto...

Bel post, complimenti. Buglione è un termine che non conoscevo e mi chiedo se possa ricondursi a molti cognomi simili molto diffusi in Piemonte (sono piemontese, anche se da molti anni vivo altrove).
Mi piace molto la tua ironia. Ti includo subito nel mio blog roll nella categoria "brand new".

Anche io non riesco riferirmi alla mamma di mio marito (che nel mio blog chiamo my wise husband e che nel tempo si è trasformato in my wise) come suocera, quindi la chiamo "mamma del my wise".

E a occhio il suo buglione di zucchine potrebbe essere un carpione super condito? Ma forse sto dicendo una fesseria.

papavero di campo ha detto...

Sciopina: io depennerei Cervia e pure la camargue (non mi fece un grand'effetto) ma Trapani sì, pur non conoscendola è una meta dove andrei subito all'istante, la Sicilia mi attizza molto e non so perché ma avevo immaginato che tu fossi di quelle parti o comunque del sud, sei una vulcanica persona!

Ps: perché a Trapani saresti immune dalla sindrome? salutone!


Comida: benvenuta nel mio blogbuglione! ricambierò volentierissimo la visita, grazie dell'elezione al nuovofiammante! la fiamma c'è nella mia marca leonina! è intrigante vero la nozione di buglione? io sono molto affascinata della fusion-mescola: c'è forza nell'integrazione, una marcia in più, in qualsiasi ambito (ho fatto un post su una minestrina dove ho mischiato le pastine, buone credimi! e sono stata capace anche di un grosso azzardo ho mischiato il riso con la pastina a me è piaciuto un casino ma all'husband no!)

Anonimo ha detto...

ciao pap
ho fatto bene a passare...

papavero di campo ha detto...

Stefano nel tuo veneto come lo chiamano il buglione?

sciopina ha detto...

Ma Papavero...certo che sono del SUD!! Avevi intuito giustamente.Irpina sono!Di un piccolo paesello a meta' strada fra Avellino e Salerno..
La Sicilia l'adoro anch'io ma a Trapani non ci sono mai stata. Spero di andarci presto..
buona serata
sciopi'

papavero di campo ha detto...

ah sciopì ho realizzato solo ora che il tuo nome ha un nesso inequivocabile con sciopping!

Anonimo ha detto...

Mi documenterò Pap. Il veneto è esteso. Bello il blog di Sciopina..

sciopina ha detto...

:-DDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDD
non ci avevo pensato...sei un genio...ah ahahahahahahhahhahahahha

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

 
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