Toscana. Casa di campagna. La Miceria Abitante. In rassegna uno alla volta. Olivia

Olivia gattodalisca, ha la sua mole di gatta-che-ben-se-la-passa, di fattezza alla Rubens, Susan Herbert l'avrebbe drappeggiata di sontuose vesti da cui far traboccar le abbondanti pellipellicce,

se fosse un personaggio letterario sarebbe la proustiana Odette de Crezy, la mantenuta, tirata su ad acqua di rose e dolciumi con la glassa,

le caratteristiche di carattere sono definite dalla pigrizia, dalla ritrosia noncurante abbandonabile però se c'è dell'odor di carne cruda che si sta facendo polpetta,in tal eventualità non te la levi di torno con insistenze e guizzi d'unghia di stile diciamo plebeo,

è stata primagatta nell'allestimento della fiaba gattesca per antonomasia, zampe e mole sulle carte da gioco sul tavolo in giardino dove ha fatto bella mostra delle sue opulenze e del suo vezzo di assenteismo, di noncurante chissenefrega, di ora ci sto sol perché mi va,

eppure Olivia non è soltanto puzzetta-sotto-il-naso, no! se vuole è gatta ancella interessata a custodire i riti della casa, come ogni vestale che si rispetti in sacra venerazione del deus abitante, in sua momentanea assenza, lei si piazza dove il contatto è più ravvicinato, sul maglione, nel vano della cabina armadio, dove il profumo umano ha lasciato sentor di traccia, e ci sta , con la costanza dell'assiduità tutta una notte,

oppure Olivia, che credi sparita, te la trovi camaleontica acquattata in un pertugio di spazio sulla poltroncina in camera, mezza sotterrata da borse e cuscini, dove s'è ricavata una postura da tana, dove emerge, a farci caso, una ciambella di pelo europeo marmorizzato, un largo concentrico cuscino degno d'un papa!