mercoledì 27 gennaio 2010

Papaveri. Sogni. Memoria. In haiku




è la memoria
papavero di campo
che tiene desti

(haiku del 19 ottobre 2007)





sono legati
papavero e memoria
l’uno con l’altro

(haiku del6 maggio 2004)






Ritorna in sogno
sfavillante parata
di papaveri.

(haiku del 30.10.02)



Nel sogno campi
di papaveri – di già ?! -
Ero felice.

(haiku del 19.2.2001)



vivificante
papaveri sognati
puntuali ancora

(haiku del 8 marzo 2007)





martedì 26 gennaio 2010

Spaghetti "Cocco" al sale dell'acciuga e al dolce di uvetta e mela









le acciughe sottosale prese al mio banco di fiducia al mercato coperto di San Lorenzo, dai Panichi, babbo&figlio, loro Giuliano&Mirko,

gli spaghetti del Cav. Giuseppe Cocco,

uvette verdi di uva San Colombano,

mela fuji a tocchetti

olio extravergine d'oliva "Princi" da Bolgheri.



L'ensemble vuole accostare sapori opposti in una possibile concordanza. A me è piaciuto.

domenica 24 gennaio 2010

R.E.M. - I've Been High. Dedicato ai cinque sensi e agli ulteriori sensi.


R.E.M. - I've Been High




REM - I've Been High @ Australia - May 2001




REM - I've Been High (2003)




dedicato a chi avverte i richiami


I've Been High
(Buck/Mills/Stipe)


Have you seen?
Have not, will travel
Have I missed the big reveal?

Do my eyes
Do my eyes seem empty?
I've forgotten how this feels

(chorus)
I've been high
I've climbed so high
But life sometimes
It washes over me

Have you been?
Have done, will travel
I fell down on me knees

Was I wrong?
I don't know, don't answer
I just needed to believe

(repeat chorus)

So I dive into a pool so cool and deep that if I sink, I sink
And when I swim I fly so high

What I want
What I really want is
Just to live my life on high

And I know
I know you want the same
I can see it in your eyes

(repeat chorus)

Washes over me
Washes over me
Close my eyes, so I can see
Make my make believe, believe
In me


traduzione (trovata in web)


i've been high- sono stato in alto

HAI VISTO?
NN L'HO FATTO, VIAGGERO'
MI SONO PERSO LA GRANDE RIVELAZIONE?

I MIEI OCCHI...
I MIEI OCCHI SEMBRANO VUOTI?
HO DIMENTICATO COME QUESTO FACCIA SENTIRE

SONO STATO IN ALTO
HO SCALATO COSì IN ALTO,
MA LA VITA QUALCHE VOLTA
MI BAGNA....

SEI STATO?
L'HO FATTO, VIAGGERO'.
SONO CADUTO IN GINOCCHIO

AVEVO TORTO?
NON LO SO, NON CHIEDERE
HO SOLO BISOGNO DI CREDERE

SONO STATO IN ALTO
HO SCALATO COSì IN ALTO
MA LA VITA QUALCHE VOLTA
MI BAGNA...

ALLORA
MI TUFFO IN UNA PISCINA COSì FRESCA E PROFONDA CHE SE AFFOGO, AFFOGO
E QUANDO NUOTO VOLO COSì IN ALTO

COSA VOGLIO
COSA VERAMENTE VOGLIO è
SOLO VIVERE UNA GRAN VITA

E IO SO
SO CHE TU VUOI LA STESSA COSA
RIESCO A VEDERLO NEI TUOI OCCHI

SONO STATO IN ALTO
HO SCALATO COSì IN ALTO
MA LA VITA QUALCHE VOLTA
MI BAGNA...

MI BAGNA...
CHIUDO GLI OCCHI COSì RIESCO A VEDERE
FACCIO SI CHE QUELLO IN CUI CREDO CREDA IN ME...





giovedì 21 gennaio 2010

Acquerello + haiku " falce di luna" + autoscatto





falce di luna
geisha vestita vede
propria nudità


(acquerello ed haiku del 23 agosto 2001)






(nebbiosità qualità della sfocatura)



mercoledì 20 gennaio 2010

Due acquerelli con ananas



(acquerello del 21 gennaio 2006)




(acquerello del 28 gennaio 2006)



L'occhio vede. La mano è libera.



martedì 19 gennaio 2010

Paesaggi con nebbia. Jacopo da Lentini, "Uno disïo d’amore sovente". Haiku "la nebbia addosso"
















Uno disïo d’amore sovente
mi ten la mente,
temer mi face e miso m’à in erranza;
non saccio s’io lo taccia o dica nente
di voi, più gente:
no vi dispiaccia, tant’ò in dubitanza
.

Jacopo da Lentini, Rime, X

(in http://it.wikisource.org/wiki/Poesie_(Giacomo_da_Lentini)





La nebbia addosso
per dare confidenza
all’incertezza



(haiku del 26 gennaio 2005)




Ikebana col sentimento di Memory & Desire. Jacopo da Lentini, " A l’aire claro ò vista ploggia dare " dal Sonetto XXVI





A l’aire claro ò vista ploggia dare,
ed a lo scuro rendere clarore;
e foco arzente ghiaccia diventare,
e freda neve rendere calore
e dolze cose molto amareare,
e l’amareza tornare in dolzore
(e de l’amare rendere dolzore )
....


Jacopo da Lentini, Sonetti, X

( in http://www.classicitaliani.it/duecepdf/Lentini_son.pdf)



venerdì 15 gennaio 2010

Sulla "maresciallità". "Viaggio nel mondo delle essenze", per Franco Muzzio Editore. Haiku "marcare i sogni"






























































"come cinnamomo e balsamo ho diffuso profumo,
come mirra scelta ho sparso buoni odori, come galbano anice e storace,
come nuvola d’incenso nella tenda, come un terebinto ho esteso i mie rami
e i miei rami sono rami di maestà e bellezza”
Siracide, 24, 15-16

“ Sai di cinnamomo mirra onice storace
E fra mille e mille ti riconoscerei “
La sposa, di Giuni Russo e M.A. Sisini



siamo nella presa del fascio sensoriale attivato da un profumo,

poiché il profumo suscita effluvio e a raggiera eccitazione dei sensi,

procura emanazioni,

Marescialla: sono impressionata dalla storia che vi è legata e ciò lascia depositi nell'immaginario, attiva evocazioni, fa risvegliare un ricordo denso e sfaccettato,

Palermo, 1994, con la scusa di Franco Battiato e del suo cavaliere dell’intelletto in dedica a Federico II nel duomo della città, ci meritiamo l’incontro con Palermo. La città rimane un cofanetto di ricordi sul coté del sublime e del multiforme.

Nel grappolo di reminiscenze la soglia varcata d'una libreria esoterica, impregnata d’aromi come fosse un pan pepato e di incensi saturanti ogni minima bolla di spazio del piccolo ambiente, è un antro con annesso magicien difatti nel giro di un minuto mi entra un mal di testa! e capto con un certo autoallarme dei segnali d'una sorta di mia labilità, davvero ci sono luoghi intrisi di vibrazioni buone o spiacevoli, contesti in cui aleggia la stranezza sotto forma di un disagio reattivo, fatto sta che formulo il pensiero "prima esco meglio sto", non prima però d'aver un po’ cianciato col proprietario, mi par proprio di Guenon, che diamine un minimo di buone maniere! e non prima d'aver arraffato un libro che s’è imposto all’attenzione e che m'è rimasto appiccicato in mano,

"Viaggio nel mondo dell’essenze" dell’editore Muzzio, curato da Marina Ferrara Pignatelli, nella collana “il corvo e la colomba”diretta da Ippolito Pizzetti, troppi incastri e credenziali di cui potessi aver distrazione!

Il libro ovviamente era una boccetta in versione cartacea di profumo a cielo aperto ed ho continuato ad avere quel mal di testa tutte le volte che mi piccavo d'annusarlo, lo so che ci sono, ad esempio, degli incensi per me deleteri, della serie ti stendo in un battibaleno, che mi stordiscono e mi fanno star male, fino a sensazioni di svenimento o di stato vertiginoso o cosa ancor più brutta che mi producono una nausea repulsiva all’istante, chissà che incensi facevano parte della pazzesca mistura "ammagata" d'una libreria esoterica palermitana agli inizi degli anni '90!

ancor oggi, pur con la dispersione di sedici anni trascorsi, nelle sue pieghe, se ne avverte il profumo ed è quello stesso la cui intensità mi stordiva, e maneggiandolo ieri sera al fine di fotografarlo, il libro emanava eccome!

questo ricordo suscitato dal profumo Marescialla per dire che anch'esso mi stordisce? Sì un pochino sì, in misura però molto più soft, con più diluizione,

nel contempo m’intriga e c’è qualcosa d’indefinibile che m’attrae, pur nell'ammissione più puntuale di un'incapacità a decifrare la complessità della sua miscela di fraganze,

Romy che me lo ha segnalato con parole di coinvolgimento affettivo e appassionato, per prima cosa mi ha detto del macis,infatti è stato a partire dalla mia torta di cioccolato al macis che le è scattato il collegamento col profumo, proficua occasione a rammentarci ancora e sempre che le vie dolci sono in ogni modo profumate!,

il macis è la corteccia di rivestimento della noce moscata stessa, di colore rosso vivo quando il frutto è fresco cangia in colore aranciato quando è essiccato, l'aroma e il gusto sono più delicati, in affinità e in conforme accostamento al pepe, il suo olio essenziale è d'uso in profumeria e per i liquori,

la sua profumazione s'avverte molto ben percepibile in quest'acqua di colonia (è unicamente questa la versione prodotta dall'officina Profumo Farmaceutica Santa Maria Novella) specie se si sperimenta un confronto diretto frantumando un po' di macis secco ed annusandolo si può appropriarsene archiviandolo nella propria memorizzazione olfattiva,

ci sento, inoltre, del pepe ben distintamente, la sensazione pepata molto mi aggrada,

poi una macerazione erbacea che volge al disgusto tipo quella del ginko biloba ma precisamente non saprei, né sono individuabili quali siano le altre erbe,

mi pare d'immaginarvi del geranio e del giglio certamente! ah il giglio sarà pleonastico pensarlo ma scommetterei che c’è!

Molto c’è il sentore d’una mescola da pot pourri, avendo giustappunto una forte caratteristica di profumatore d’ambiente e di scatole! eh già! ad una scatola di guanti ed alle profondità dei guanti stessi, la nostra eroina fiorentina-parigina aveva destinato tal miscela di essenze profumate dopo averla, grazie alle sue conoscenze erboristiche e alchemiche, concepita e composta!

Aggiungo, nell’intento di placare un certo zampillo d’ansia descrittiva che m’ha preso, quanto Romy coll’usuale sua sagacia mi ha trasmesso, postandolo in un commento, quando le ho chiesto aiuto per definire la maresciallità:

“La carezza fugace, la frase sussurrata nel silenzio di una biblioteca....?
...L' orecchino antico, ritrovato in fondo ad un cassettone barocco, severo e tarlito...?
...L'abbraccio del cappotto di nonna Convilia, che, poverino, ha dovuto fare la nanna nell'armadio con la canfora per tutta l'estate, e nelle cui tasche frugo, smaniosa, ridente, alla ricerca delle figurine di Heidi, o delle caramelle d'orzo?"

com'è bello esprimersi con le immagini riguardo alla scia d’un profumo!

in me ora s'intrufola l'immagine d'una nobildonna veneziana, seducente con misura, con l'eleganza d'accennare e non ostentare, avvolta dalla scia calda ardente arborea pepata di Marescialla, spruzzata sul velluto del suo corsetto e sui pizzi e sulla seta della sua blusa, sotto il suo tabarro che se n’è inebriato anch’esso, e fin dentro il vuoto del suo tricorno che lei sfoggia sul capo con malizia civettuola e vezzosità malandrina! (giacché sono sotto cattura suggestiva di lettura in corso di splendido romanzo sul Tintoretto!)



pure un haiku ci scappa:

marcare i sogni
l'impronta d'un odore
come un sigillo




 
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