mercoledì 28 gennaio 2009

In memoria. Haiku "con me ti porto". Mozart Requiem


Mozart - Requiem - Lacrimosa





Mozart Requiem







Haiku In Memoria


Con me ti porto
l'essenza tua l'impronta
dolce fardello




martedì 27 gennaio 2009

Dedicato a mio padre. "Alla sera" di Ugo Foscolo


Forse perché della fatal quïete
Tu sei l'imago a me sì cara vieni

O sera! E quando ti corteggian liete
Le nubi estive e i zeffiri sereni,

E quando dal nevoso aere inquïete
Tenebre e lunghe all'universo meni
Sempre scendi invocata, e le secrete
Vie del mio cor soavemente tieni.

Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme

Delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre io guardo la tua pace, dorme
Quello spirto guerrier ch'entro mi rugge.



Ugo Foscolo, Alla sera, da I sonetti



sono molto grata a mia sorella che mi ha dato questo accostamento così appropriato -in lei già familiare, dello "spirto guerrier ch'entro mi rugge" riferito a nostro padre

martedì 20 gennaio 2009

Bach, Concerto per violino in La minore (BWV 1041), David Oistrakh


David Oistrakh - Bach Violin Concerto in A minor (1st mvt.)






Il concerto per violino in la minore di J. S. Bach (BWV 1041) è in 3 movements:


Allegro moderato
Andante
Allegro assai


I concerti per violino di Bach, sono in me, musica intima-familiare, molto ascoltati sono parte della mia memoria e della mia storia, mi legano a mio padre, ai tanti momenti di ascolto insieme, alla sua predilezione per il violino ed all'amore condiviso per la musica classica.



Per Bach, sublime artigiano della musica, tanti segni, avete lasciato di testimonianza d'amore.
Ve ne sono grata.

Dolci della tradizione abruzzese: I Miscotti ovvero i biscotti lievitati


il miscotto nella sua bella resa




andando con ordine




dare le forme




o non dare forma ma semplicemente a grosso filone


alchemicamente in forno

le prime sfornate



i filoni grossi ora separati




un dettaglio che emana fragranza



eccolo qua a profumare di arcaicità



Biscotti lievitati, secondo l‘antica ricetta:

6 uova;
½ kg di pasta lievitata del pane;
1 panetto di lievito da 25 gr;
300 gr di zucchero semolato;
farina quanta se ne riceve (circa 800gr e forse più);
un bicchiere di olio d’oliva;
un bicchiere di latte (una volta facevano con acqua) in cui sciogliere il lievito (quindi latte riscaldato tiepido);
semi di anice a piacere,
uvetta sultanina, facoltativa, nella quantità a piacere;
2 uova per spennellare la superficie dei biscotti

Esecuzione:

in un contenitore molto capiente meglio se con le sponde svasate, in abruzzo c’è all’uopo la cosiddetta “vazzìa”, la stessa forma svasata si ritrova in toscana e mi pare di averla sentita chiamare “a conchino”

lavorare i rossi d’uovo con lo zucchero;

aggiungere l’olio, il latte con il lievito disciolto, la pasta lievitata, i bianchi montati a neve. Lavorare bene, volendo,con le mani per amalgamare l’impasto (oppure con le fruste elettriche);

aggiungere la farina setacciata fino a raggiungere una consistenza pastosa, regolandosi ad occhio per un effetto di impasto né duro né molle;
un velo di farina sopra e lasciar lievitare in luogo particolarmente caldo per non meno di 4 o 5 ore, per favorire la lievitazione coprire il recipiente con uno spesso panno di lana.

Verificato il rigonfiamento dell’impasto si procede a distribuirlo, nelle forme che si voglia, ma classicamente a panetti tondi, la forma è anche quella del maritozzo romano in versione tonda, oppure si può intrecciare a mo’ di treccia oppure, come usa a casa mia, a forma di grossi filoni affiancati sulla lastra da forno, ovviamente le lastre saranno state ricoperte di carta forno.

Ora deve avvenire la seconda lievitazione, per cui tenere le lastre ancora al caldo a riposo per un altro paio d’ore circa.

Procedere alla spennellatura delle superfici con l’uovo battuto;

Preriscaldare il forno al massimo per alcuni minuti, poi infornare all’inizio a 200° per buoni 40 min, caso mai scendendo con la temperatura del forno a 180° e in ultimo a 16o°.

La crosticina, notabene! deve essere colorata di marrone scuro, proprio così!


Noticina:

se non si dispone di pasta lievitata del forno basterà usare un altro panetto di lievito, anche qui in via preliminare fare un pane, con 2-300 gr di farina e lasciarlo lievitare per qualche ora al caldo, poi procedere alle fasi dell’esecuzione già spiegata.



Frugalmente le lenticchie, sapidamente il salmone e il cefalo affumicato














le lenticchie, le cuocio in suggestione medievale: acqua chicchi di sale, erbe aromatiche: nepitella oppure timo, certamente alloro, e con gli ortaggi soliti, cipolla bionda, carota, sedano, grossolanamente tritati.

Un filo d'olio buono quando sono allocate nella scodella.

Il salmone affumicato è quello delle baie d'Irlanda, sempre quello lì (confermare aggrada assai)

Il cefalo affumicato è quello approntato dalla Cooperativa dei pescatori della laguna di Orbetello, che sanno il fatto loro.

Il vino, cioè quella grazia di Dio, è un Carmenere di casa Silva dall'essenziale Chile.


frugal legume
e saporiti pesci
Vino Sontuoso!


E il pane azzimo che sobriamente si presta a far da tatami.

Giorgio Caproni "per le spicce", Hokusai, un'immagine d'inverno, un'immagine di primavera




L'ultima mia proposta è questa:
se volete trovarvi,
perdetevi nella foresta





Giorgio Caproni, Per le spicce, in L'opera in versi, Mondadori I meridiani
Immagini di Katsushika Hokusai

Katsushika Hokusai, una delle sue onde. Giorgio Caproni, "il nulla, spiegano"






il nulla, spiegano
è il "non essere".
E allora,
come può, allora,
"essere" il "non essere"?



Giorgio Caproni, Pierineria, da L'opera in versi, Mondadori I Meridiani


lunedì 19 gennaio 2009

Wallace Stevens, Tredici maniere di guardare un merlo





Tredici maniere di guardare un merlo

I.
Fra venti monti nivei
L'unica cosa mobile
Era l'occhio del merlo.

II.
Ero di tre voleri,
Come un albero
Su cui stanno tre merli.

III.
Girò il merlo sui venti dell'autunno.
Fu breve parte della pantomima.

IV.
Un uomo ed una donna
Sono uno.
L'uomo e la donna e il merlo
Sono uno.

V.
Non so se preferire,
Bellezza di cadenze
O d'allusioni,
Il sibilo del merlo
O quel che segue.

VI.
Riempivano i ghiaccioli il finestrone
Di barbarico vetro,
Dove l'ombra del merlo
Trascorse e ritrascorse.
Scovò lo stato d'animo
Cagione indecifrabile
Nell'ombra.

VII.
O esigui uomini d'Haddam,
Perché vi figurate uccelli d'oro?
Non vedete che il merlo
Cammina intorno ai piedi delle donne
Che vi circondano?

VIII.
Io so nobili accenti
E ritmi luminosi e inevitabili:
Però noto m'è pure
Che il merlo è coinvolto
Nelle cose ch'io so.

IX.
Quando scomparve a volo,
Il merlo segnò il margine
D'uno di vari circoli.

X.
Alla vista dei merli
Volanti in verde luce,
Fin l'orgie d'eufonia
Davano un grido acuto.

XI.
Viaggiò per il Connecticut
In un cocchio di vetro.
Una volta lo strinse lo sgomento,
Quando prese in isbaglio
L'ombra del suo equipaggio
Per un volo di merli.

XII.
II fiume trasalisce:
Deve volare il merlo in questo istante.

XIII.
Fu vespero l'intero pomeriggio.
Nevicava,
Per nevicare ancora.
Ed il merlo s'assise
Fra le membra del cedro.

-Wallace Stevens-


"Mattino domenicale e altre poesie" - Einaudi 1988

traduttore Renato Poggioli

Marguerite Yourcenar, un epigramma amoroso ispirato da Djellal-Eddin-Al-Roumi







Apri, mio cuore, stai senza paura,

non tremare anche se è notte,

apri, è lui, poiché sono io,

apri, sono io, poiché è lui.



Marguerite Yourcenar,
Un epigramma amoroso
ispirato da Djellal-Eddin-Al-Roumi.

-1925-

Giovanna Garzoni. Fiori in vaso



Fiori nel vaso
bellezza imprigionata
in trasparenza




(haiku del 5 dicembre 2007)

Il limone di casa








Il limone è una pianta generosa.

sabato 17 gennaio 2009

Salvatore Quasimodo, "uomo del mio tempo"

UOMO DEL MIO TEMPO.

Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
Quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

Salvatore Quasimodo, Uomo del mio tempo
in Giorno dopo giorno Tutte le poesie -

Oggi ad Assisi, città della pace, manifestazione per la pace per fermare il massacro a Gaza

ho ascoltato in tivù, poco fa, per una congiuntura del tutto imprevista, un collegamento in diretta da assisi dove si sta svolgendo una giornata di manifestazione per la pace per una soluzione di pace, per fermare il massacro di gaza ed ho ascoltato, con vera immedesimazione e concordanza, finalmente delle parole assennate, senza alcuna incrostazione di veleno ideologico e soprattutto con pacatezza appassionata e profonda attenzione e riguardo per l'etica e la civiltà del pensiero.

Non conosco la faccia di chi sta proferendo queste parole giuste, mi chiedo chi sia, sono molto interessata perché sento una sintonia che mi sta facendo bene al cuore ed alla mente. scopro che questa persona pacata ed intensamente partecipe è Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace.

quello che mi trova concorde sono questi concetti di cui ho sommariamente preso qualche appunto:

"questa guerra è sbagliata e disastrosa in quanto espone a pericoli ancora maggiori sia gli attori tutti della guerra che tutti quanti nel mondo,

la guerra è sbagliata perché lo strumento della guerra non è più in grado di raggiungere gli obiettivi che proclama: non viene assicurata la sicurezza a nessuno bensì espone a disastri ancor più orrendi,

non si spegne l'incendio buttando benzina sul fuoco (questa stessa metafora poi l'ha usata anche Moni Ovadia) ma viene irrimediabilmente alimentato soltanto e di più il fuoco dell'odio e del fondamentalismo,

occorre il terzo, quel terzo che non c'è, citando Bobbio che diceva che sempre fra due litiganti ci vuole l'intervento del terzo o sopra i rivali o in mezzo ai rivali o contro i rivali, questo terzo deve essere la comunità internazionale, anche l'italia l'europa perchè il silenzio su questa oscenità della guerra è preoccupante ,

senza diventare faziosi senza coltivare il veleno della faziosità, che alligna in nutrite frange di ambedue le sponde, bisogna arrivare ad un'espressione pacata, imboccare un'altra strada, creare l'opportunità di un'altra strada ,

al terrorismo non si deve rispondere con l'orrorismo,

israele deve esistere la palestina deve esistere,
due popoli in quella terra devono ugualmente esistere e devono farlo coesistendo senza reciproca distruzione,

israele e palestina sono figli dell'onu nè pace nè sicurezza ci saranno se non sarà perseguita ed attuata la pace, l'onu deve intervenire, se necessario stabilirsi a gerusalemme,

in israele c'è la sicurezza dello stato mantenuta attraverso le armi, uno stato militare da 60 anni,

in palestina manca completamente la sicurezza umana, l'età media a gaza è di 17 anni,

le due parti devono avere e vedersi riconosciuti stessi diritti e stessa dignità ad esistere

opporre immediatamente l'alt ad un'escalation inumana che è terribilmente pericolosa per tutti quanti noi compresi, tutti esposti all'eventualità di stragi e di attacchi indiscrimanati ancor peggiori."

da un documento in rete (http://www.articolo21.info/7895/notizia/sabato-17-gennaio-ad-assisi-per-la-pace.html ) è tratto

L’appello della Tavola della pace

Quanti bambini, quante donne, quanti innocenti dovranno essere ancora uccisi prima che qualcuno decida di intervenire e di fermare questo massacro? Quanti morti ci dovranno essere ancora prima che qualcuno abbia il coraggio di dire basta?
Vergogna! Quanto sta accadendo è vergognoso. Vergognoso è il silenzio dell’Italia e del mondo. Vergognosa è l’inazione dei governi europei e del resto del mondo che dovevano impedire questa escalation. Vergognoso è il veto con cui gli Stati Uniti ancora una volta stanno paralizzando le Nazioni Unite. Vergogna!
Niente può giustificare un bagno di sangue. Nessuna teoria dell’autodifesa può farlo. Nessuno può rivendicare il diritto di compiere una simile strage di bambini, giovani, donne e anziani senza subire la condanna della comunità internazionale. Nessuno può arrogarsi il diritto di infliggere una simile punizione collettiva ad un milione e mezzo di persone. Nessuno può permettersi di violare impunemente la Carta delle Nazioni Unite, la legalità e il diritto internazionale dei diritti umani.
Tutto questo è inaccettabile. Inaccettabile è il lancio dei missili di Hamas contro Israele. Inaccettabile è la guerra scatenata da Israele contro Gaza. Inaccettabile è l’assedio israeliano della Striscia di Gaza. Inaccettabile è la continuazione dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi. Inaccettabili sono le minacce di distruzione dello Stato di Israele. Inaccettabili sono le violenze, le umiliazioni e le immense sofferenze quotidiane inflitte ai palestinesi e la costante violazione dei fondamentali diritti umani. Inaccettabile è il nuovo muro costruito sulla terra palestinese. Inaccettabile è il silenzio e l’inazione irresponsabile dell’Onu, dell’Europa e dell’Italia.
La continuazione di questo dramma è una tragedia per tutti. La più lunga della storia moderna. Nessuno può chiamarsi fuori. Siamo tutti coinvolti. Tutti corresponsabili. Questa guerra non sta uccidendo solo centinaia di persone ma anche le nostre coscienze e la nostra umanità. Il nostro silenzio corrode la nostra dignità.
Complici della guerra o costruttori di pace? Dobbiamo fare la nostra scelta. Altre opzioni non ci sono.
Di fronte a queste atrocità, dobbiamo innanzitutto cambiare il modo di pensare. Non ha alcun senso schierarsi con gli uni contro gli altri. Occorre trovare il modo per aiutare gli uni e gli altri ad uscire dalla terrificante spirale di violenza che li sta brutalizzando. Anche la teoria dell’equidistanza è insensata perché nega la verità e falsa la realtà. La vicinanza a tutte le vittime è il modo più giusto di cominciare a costruire la pace in tempo di guerra. Dobbiamo uscire dalla cultura della guerra. E’ vecchia e fallimentare. Nessuna guerra ha mai messo fine alle guerre. La guerra può raggiungere temporaneamente alcuni obiettivi ma finisce per creare problemi più grandi di quelli che pretende di risolvere. Non c’è nessuna possibilità di risolvere i problemi dei palestinesi, di Israele e del Medio Oriente attraverso l’uso della forza. La via della guerra è stata provata per sessant’anni senza successo. Anche il buon senso suggerisce di tentare una strada completamente nuova.
Dobbiamo pensare e realizzare il Terzo. Non sarà possibile risolvere la questione palestinese o mettere fine alle guerre del Medio Oriente senza l’intervento di un Terzo al di sopra delle parti. Oggi questo Terzo purtroppo non esiste. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu è ancora paralizzato dal veto degli Stati Uniti. I governi europei sono divisi e incapaci di sviluppare una politica estera comune. Ma questa realtà non è immutabile. Esserne consapevoli deve spingerci a lavorare con ancora maggiore determinazione per pensare e realizzare il Terzo di cui abbiamo urgente bisogno.
Fermare la guerra non è un obiettivo impossibile. Le Nazioni Unite devono cambiare, imporre l’immediato cessate il fuoco, soccorrere e proteggere la popolazione intrappolata nella Striscia di Gaza. L’Europa deve agire con decisione e coerenza per fermare questa inutile strage e ridare finalmente la parola ad una politica nuova. Non può permettersi di sostenere una delle due parti. Deve avere un autentico ruolo conciliatore.
La guerra deve essere fermata ora. Non c’è più tempo per la vecchia politica, per la retorica, per gli appelli vuoti e inconcludenti. E’ venuto il tempo di un impegno forte, autorevole e coraggioso dell’Italia, della comunità internazionale e di tutti i costruttori di pace per mettere definitivamente fine a questa e a tutte le altre guerre del Medio Oriente. Senza dimenticare il resto del mondo. Per questo, dobbiamo fare la nostra scelta.


ho cercato senza trovarlo, il testo dell'intervento che Lotti ha fatto oggi ad Assisi al tavolo dei lavori, appena sarà possibile reperirlo lo inserirò integralmente.

Poi ho sentito ciò che ha detto Moni Ovadia, che ha argomentato con la semplicità e la verità del buon senso e della sincera ricerca della pace, brevemente qui lo riassumo:

"chi deve compiere il primo passo? le due parti devono farlo, ci vuole l'apertura di un nuovo orizzonte, avre il corggio di rischiare la pace che è un impegno severo, creduto e voluto un impegnarsi a fondo senza fare finta, tutti gli attori devono essere considerati interlocutori della trattativa anche hammas che lì è stato eletto, ed il contrasto deve essere gestito con strumenti democratici, la logica dell'odio non spegne l'incendio, occorre a livello internazionale una voce di coraggio spregiudicata e forte contro la cecità dei politici sulla pelle dei popoli"


Concordo totalmente anche con chi ritiene che se non c'è pace a gerusalemme non c'è pace in europa, e che quella dannata guerra non deve diventare uno scontro di civiltà, ché ci porterebbe davvero a conseguenza disatrose,

e temo fortemente l'aberrazione, l'abbandono della moralità, il crollo dell'etica e della civiltà del pensiero che derivano dal fondamentalismo dovunque esso si manifesti.

L'odio, il ricorso all'odio, l'abbandonarsi cieco all'odio, -è la nostra memoria storica che ce lo dice- è la morte del pensiero e si tramuta solamente in devastazione della coscienza.

Dolci della tradizione abruzzese: I Tarallucci con l'estratto d'uva
















Esecutrice manuale: mia sorella.


Dosi:

1 bicchiere di olio d'oliva
/ 1 bicchiere di vino bianco / farina quanta occorre / zucchero a velo per guarnire.


Ripieno:

IL RIPIENO, NEI TARALLUCCI, è TUTTO

per l'esoterico ripieno vedi qui


L'esecuzione è semplice: tirare piccole sfogliette, distribuire il prezioso ripieno, chiudere a ferro di cavallo.

In forno caldo per poco tempo, 15-20 min, a temperatura non alta, tipo 140°-160°, non devono assolutamente colorire troppo altrimenti la pasta indurisce e cambia tutto! (diventa croccante e la pasta ha un sapore di troppo cotta)


NB:
in casa nostra facciamo i tarallucci di forma grande come si evince dalle foto e come ricorda mia madre usava una volta.

Non ci spieghiamo il perché, dalle parti nostre -Abruzzo costiero- ora predomini l'uso di farli molto piccoli tipo un bocconcino, ma con quelle ridotte dimensioni, il taralluccio non ci pare soddisfacente, anzi ci pare tutt'altra cosa!

Le fisime vanno capite in quanto lapalissianamente una cosa è diversa da un'altra!

Dal momento che lo sappiamo bene e vale pure in questo caso: la forma è sostanza!

 
Creative Commons License
Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.