giovedì 29 novembre 2007

Un'opera di Orsola Maddalena Caccia

Orsola (Orsolina) Maddalena Caccia
Pittrice e figlia d’arte di Laura Oliva, discendente del pittore Ambrogio Oliva, e del noto artista Gugliemo Caccia detto il Moncalvo, Orsola Caccia nacque a Moncalvo (AT) nel 1619. Una delle sei femmine di otto fratelli, vestì come altre quattro, Agata Rosa Anna, Laura Margherita, Cristina Serafina e Anna Guglielma (Francesca), l'abito religioso. Orsola entrò prima nel convento delle Orsoline di Bianzé, e poi nel 1625 nel monastero dedicato a S. Orsola che il Caccia fondava a Moncalvo ed in cui le figlie dell’artista formarono una comunità religiosa soppressa poi nel 1802 circa. Due sorelle divennero valenti pittrici: suor Orsola Maddalena e suor Francesca. Insegnavano a dipingere alle novizie e parallelamente accettavano commissioni esterne al Convento che ospitò, tra l’altro, due altre germane pittrici della metà del XVII secolo: Laura ed Angelica Bottero. Orsola, vissuta fino all'età di 80 anni, ebbe modo di perfezionare la sua arte: molti suoi dipinti si trovano in palazzi e musei del Piemonte e il matronage in cui ella fu coinvolta da parte dell’Infanta Margherita di Savoia, come il suo contatto personale con altri membri della corte sabauda, è documentato da diverse lettere del 1643.
Orsola Maddalena Caccia è a tutti gli effetti la prima specialista piemontese di nature morte: anche se il numero di opere di tal genere da lei realizzate non è molto ampio, esse sono tutte di qualità eccellente ed anche di notevole valore monetario. Iconograficamente ella non si allontana dai quadri di natura morta arcaica fiamminga, o nordica, di Ludger Tom Ring il vecchio e Georg Hoefnagel in particolare, per l'analoga struttura compositiva, semplice, fortemente verticalizzata e caratterizzata da grande simmetria ed equilibrio. La pittrice produsse inoltre piccoli dipinti ed oggetti devozionali caratterizzati da uno stile delicato in parte derivato dal padre (diversi sono conservati nel Municipio in Moncalvo, il cui palazzo incorpora quello del convento soppresso delle orsoline dal quale i quadri provengono), dalla di cui opera è perciò difficilmente discernibile la sua, anche se riconoscibili sono alcuni dipinti di "Orsolina" che firmava le sue opere con un ramoscello o un fiore. Tele e pale la cui attribuzione ad Orsola Caccia risulta accreditata, sono esposte in diverse chiese piemontesi: presso Moncalvo a San Francesco, a San Domenico (Sindone sorretta da Angeli), a San Paolo (Madonna del Rosario). e nella cattedrale (Cristo sfamato dagli angeli del deserto, antisacrestia); presso Riva di Chieri (TO) al santuario della Madonna della Fontana; presso Cuccaro (AL) nella parrocchiale (alcune pitture del tesoro della stessa sono attribuite anche a Francesca Caccia); presso Montatone (AT), paese natale di Guglielmo Caccia, nella parrocchiale (una tarda Madonna del Rosario, forse frutto di una collaborazione tra padre e figlia) ed infine nella splendida cattedrale gotica di Asti sono conservate una Resurrezione e Gesù confortato dagli angeli (nella Sacrestia dei Canonici).
Orsola Maddalena Caccia morì il 26 luglio 1676.

Opere
L’arcangelo Gabriele, collezione privata.
Santa Caterina d’Alessandria, collezione privata.
Santa Caterina d’Alessandria, collezione privata.
Sant’Agnese, collezione privata.
Composizione con fiori gialli, collezione privata.
San Giovanni Battista, 1644, Montemagno (AT).
Natura morta con uccello e frutta, su coppa con piedistallo, Robert Simon Fine Art, Satis House, New York.
Antonio col Bimbo e Madonna col Bimbo, Villa Pallavicino, Museo Civico di Bussetana (PM). Santa che legge, collezione privata (vedi allegato).
Vaso di fiori, collezione privata.
Madonna del Rosario, Parrocchia di San Paolo, Moncalvo d’Asti.
Madonna del Rosario, cattedrale, Montabone (AT).
Cristo sfamato dagli angeli del deserto, cattedrale, Moncalvo d’Asti.

I quadri di Orsola Maddalena Caccia sono stati esposti in due mostre recenti e importanti:

La seduzione della natura. natura morta in Piemonte nel '600 e '700, Torino, Museo di Arti Decorative della Fondazione Pietro Accorsi (2001).
Natura morta lombarda, Milano, Palazzo Reale, 1999-2000.

A cura di: Alacevich Allegra (scheda tratta da Dominae de L'araba Fenice)

2 commenti:

stelladisale ha detto...

grazie per essere passata dalle mie parti, ciao!

papavero di campo ha detto...

grazie della visita! a presto!

 
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