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giovedì 17 marzo 2011

Lettera d'amore al mio Paese. Tricoscattigraffiti papaverini di VIVA L'ITALIA!


























VIVA L'ITALIA!
e salvaguardiamola
da chi l'affossa

-haiku ai 150 anni dell'unità d'Italia
-



con sentimento anch'io di tenerezza e commozione metto il tenerissimo omaggio della voce commossa d'affetto di Roberto Benigni all'inno di Mameli


Roberto Benigni - Fratelli D'Italia : Inno di Mameli - 2011






sabato 12 marzo 2011

Autoscatto è... Aspettando papaveri veri, haiku d'evocazione























una poetica very papaverina!

mania perseguita

delirio soggettivo

con la sua ragione narcisistica, una e più d'una, la pratica d'autoscatto è atto identitario ramificato in tracce identitarie innumeri in ordine sparso,

autoscatto è

vitale

gioioso

assertivo

impulsivo

controllato

sano e/o insano

conscio e/o inconscio

intenso

oscillante

variabile

(non è ragionieristico non è contabile)

la pratica d'autoscatto desidera esplorare una raggiera di sfumature di significato

include pratica di svelamento

manovra rivelativa, documentativa, ostentativa, esibitoria, sperimentativa

libido che ricade su di sé produce effetti che vanno fuori di sé,

cedere alla pulsione di autoritrarmi ha indotto effetti liberatori e disinibenti, affrancando dalla dipendenza alla velleità altrui, giocare la propria faccia allo sguardo altrui o prestarla al proprio è antipodicamente differente! la vasta smisurata differenza che scorre tra due sguardi,

penso a che visioni diverse tra me e Reaper, ne posso ridere ma anche incacchiarmi, lui è di quelli alla cerca dell'inquadratura giusta che sfiori il perfetto altrimenti non se ne fa di niente pur se sei in Patagonia, e voleva la luce e l'esposimetro (beh si parla prima dell'era digitale) e il grandangolo e lo zoom (e fare lo sherpa di pesi opprimenti) infine per fare una due tre foto, ma io che me ne faccio di una o due foto? e soprattutto come si coglie l'attimo in tutto questo ragionamento applicato alla realtà fuggevole? per questo grappolo di condizionamenti so con raccapriccio e affilata nostalgia che mi sono sfuggiti tutti i miei momenti belli di tutti i viaggi belli, è evaporata nel nulla persa tutta la memoria della golden age,

l'autoscatto d'ora, se vuol essere riparativo e compensativo che lo sia, ben si presta calzante alla poetica papaverina esternante emozione e pensiero,

l'autoscatto, saperlo recidivo infestante costante coattivo ripetuto praticamente inesauribile vasto flessibile duttile come è la stessa vita del papavero quanto mi alletta, come mi fa bene!

e non tacerò, ci mancherebbe, la creatività di pieno sapore ludico che mettere la faccia in gioco produce, in conseguenze ed effetti in rimandi e allusioni perché è semplice no? ci metti la faccia e giochi altro!

a suggello della pariteticità che voglio legare a papavero e autoscatto metto l'ultima piccola sfilza di haiku al papavero, contando i giorni in cui magnificenza rossa esploderà!


raggio di sole
storia d'attaccamento
d'un papavero



piccole dosi
ragioni della gioia
i papaveri



rosso esistere
alla realtà va incontro
nel mondo reale



racchiude il rosso
l'intimo suo segreto
ragione di sé


(haiku del 6 marzo 2011)


martedì 15 febbraio 2011

I'll Be Your Mirror - Lou Reed&Laurie Anderson. "Al di là" di Andrea Zanzotto

I'll Be Your Mirror - Lou Reed & Laurie Anderson




I'll be your mirror
Reflect what you are, in case you don't know
I'll be the wind, the rain and the sunset
The light on your door to show that you're home














Sarò il tuo specchio
Rifletterò quello che sei, nel caso in cui tu non lo sappia
Sarò il vento, la pioggia e il tramonto
La luce sulla tua porta per mostrarti che sei a casa



Al di là

Al di là tu falci e componi
le gentili somiglianze dei fiori
al di là non è sazia
mai la tua fame di bambina
ed hai la mela e il ghiaccio vegetale,
là ti punge al polso la tua bussola
per indicarti la stella
ch'è il tuo vero gemello;
e il tuo dubbio s'allunga di una sillaba
perché tu possa conoscere
colli piccoli come noci
per i tuoi denti giocosi,
soli come voli di vespe
e parole che suonano come monete;
e tu prepari al vento l'ora
delle più grandi altezze
delle più vivide seminagioni
delle sue visite che innamorano
...


Andrea Zanzotto



(autoscatti in itinere, lo specchio uno specchietto)


giovedì 10 febbraio 2011

Riflessi e specchio. Autoscatti e i versi di John Donne












Per nessun altro, amore, avrei spezzato questo beato sogno. Buon tema alla ragione, troppo forte per la fantasia. Fosti saggia a destarmi. E tuttavia tu non spezzi il mio sogno, lo prolunghi. Tu cosí vera che pensarti basta per fare veri i sogni e le favole storia. Entra fra queste braccia. Se ti parve meglio per me non sognar tutto il sogno, ora viviamo il resto.


John Donne, da Poesie amorose e teologiche, Trad di Cristina Campo, Einaudi

a seguire un'altra traduzione,

caro amore,
per niente al mondo, solo per te,
avrei spezzato questo sogno beato,
era tema per la ragione,
troppo forte per la fantasia-
fosti saggia a svegliarmi, e tuttavia
il mio sogno tu non spezzi, lo continui.
Tu così vera, il pensiero di te basta
a far dei sogni verità, delle favole storia.
Vieni tra le mie braccia. Poiché ti parve meglio
ch'io non sognassi tutto il mio sogno,
viviamo il resto.

John Donne, Poesie sacre e profane, trad. di Rosa Tavelli, U.E.F. 2008



voglio postare degli autoscatti sul tema riflessi e specchio, s'affolla tutta una serie di rimandi e mi ritrovo come a rimpiattino il discorso della reciprocità ma pure della relazione dialogica tra sé e sé o tra il pensiero e il frammento di mondo esterno, e s'intrufola il senso della necessità, su tutto poi aleggia l'aura di sogno, la nebbianuvola della rêverie sovrasta questa sorta di sperimentazione espressiva con i sentimenti preesistenti, ed ho tra le mani un libro di psicoanalisi di Marion Milner che dipana suggestioni a più non posso perché lei da sempre è stata costantemente dedita ad "acquisire un'attitudine giocosa che significa libertà dalle proprie paure" ("Scoprire in ultimo che l'unico scopo della vita potrebbe essere il non averne"),
e tutto si lega,

l'associazione con John Donne viene di getto tanto che vado a ripescare un vecchio post che era rimasto celato e forse non visto da alcuno se ne stava a sonnecchiare parcheggiato nel settembre del 2008, no non lo lascio lì a candire, lo libero dall'incantesimo passato ed è qui ora a precedere questi versi d'ora, stesso poeta stesso clima mentis e sensoriale, stessa immersione inconscia in una soggettività animata che anela alla raffigurazione,

immagine e parola si coniugano e si contemplano nella rêverie


 
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