Vie avvolte nella bruma del crepuscolo, un'aria struggente velata fredda autunnale da ottocento lombardo che mi entra dentro il cuore e solletica corde immaginative
c'è un quartiere bellissimo in pieno centro, camminandovi verifico l'attendibilità di quanto mi viene detto che sia cioè in una logica di sacca etnicizzata e che dai bresciani sia stato disertato ed abbandonato, come se fosse del tutto perso, ceduto in toto all'abitazione e all'esercizio dei commerci degli stranieri,
più evoluta più energetica sarebbe la logica dell'integrazione, l'ipotesi fattibile di una convivenza, d'una articolazione di potenzialità in termini di coabitazione e collaborazione sinergica, ma è un terreno minato.
Ugualmente a Firenze, complessità a non finire, in ballo troppi ordini di discorso, la legittimità dell'identità, l'accoglienza all'altro che non debba significare il nostro sparire dalla scena, il codice condiviso, l'evoluzione delle menti e dei comportamenti, l'etica in termini antropologici, eccetera..
dalle facciate delle case scoccano tracce vistose di un colore esibito festoso e piacevole, frutto d'un restyling che il comune negli anni recenti ha imposto ai proprietari degli edifici,
è una parte di città molto bella
film del piccolo boss
sei prestante e ben vispo nella parte come non augurarti di fare tanta strada nella vita e di farla bene, senza entrare te ne prego in nessuna mafia del mondo!